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Results from 901 to 960 of 1218

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Lot # 902 - Genova. Dogi Biennali (1528-1797). Scudo d'oro del sole, sigle CG. D/ Castello con sole sopra e stella sotto. R/ Croce patente. CNI 207; MIR (Piem. Sard. Lig. Cors.) 185/8. AU. 3.35 g. 23.00 mm. R. SPL.
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Lot # 903 - Genova. Dogi Biennali (1528-1797). Peso dello scudo d'argento. Cf. Zavattoni pp. 73/77. AE. 36.77 g. 27.00 mm. R. Bel BB.
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Lot # 904 - Genova. Dogi Biennali (1528-1797). Da 8 lire 1796 * (coniata nel 1814). D/ Due grifi incoronano scudo rettangolare a punta che poggia su una base decorata da maschera di leone. R/ San Giovanni in piedi con lunga asta nell'atto di predicare. CNI 8; MIR (Piem. Sard. Lig. Cors.) 309/5. AG. 33.23 g. 40.00 mm. qSPL.
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Lot # 905 - Gubbio. Federico di Montefeltro (1444-1482). Bolognino. D/ Grande A gotica accostata da globetti. R/ Le lettere (FEDER) I C V S disposte a croce attorno a globetto. CNI 1; Cav. 7. AG. 0.91 g. 16.50 mm. R. Rottura di conio al rovescio. Bel BB.
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Lot # 906 - Gubbio. Guidobaldo I da Montefeltro (1482-1508). Quattrino. D/ Scudo con bande feltresche; sopra, tre globetti. R/ San Ubaldo nimbato, mitrato, in piedi di fronte benedice con la destra e tiene pastorale nella sinistra. CNI tav. II, 15; Cav. 23. MI. 0.46 g. 15.00 mm. qSPL.
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Lot # 907 - Gubbio. Guidobaldo I da Montefeltro (1482-1508). Picciolo. D/ Campo inquartato da bande feltresche ed aquile ad ali spiegate; sul tutto un palo con chiavi decussate e padiglione. R/ Mezza figura di San Ubaldo, mitrato, nimbato di fronte con pastorale nella sinistra e con i cinque monti nella destra; ai lati, S-V. CNI tav. II, 17; Cav. 25. MI. 0.59 g. 14.00 mm. R. Conservazione eccezionale e ricca di dettagli. SPL.
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Lot # 908 - Limosano. Giacomo Montagano (circa 1461). Denaro tornese. D/ Castello tornese. R/ Croce patente. CNI -; Ruotolo -; D'Andrea-Andreani pp. 342-345; MIR (Italia merid.) 470/474. MI. 0.97 g. 18.50 mm. RRRR. Di sicura attribuzione per la presenza del nome di Giacomo Montagano, la legenda ( D/ +IIACObIICIII+ R/IACbII+IIIOII+) di questa moneta non è presente su nessuno dei testi consultati. SPL. Probabilmente il miglior esemplare mai esitato in vendite pubbliche. Estremamente raro.
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Lot # 909 - Lucca. Ottone I di Sassonia (962-973), Imperatore e Re d'Italia. Denaro. D/ Monogramma di Ottone. R/ Le lettere LV CA attorno a globetto. CNI 1; MIR (Toscana, zecche) 99. AG. 0.84 g. 16.00 mm. RR. Molto raro. Il CNI censisce due soli esemplari entrambi riportati sul Massagli e non appartenenti quindi alla collezione reale. Bel BB. Sotto l'impero di Ottone ci fu una totale riorganizzazione del sistema monetario italiano. Con un accordo tra le zecche regie allora operanti (Pavia, MIlano, Lucca, Venezia e Verona) si sancì che il denaro, chiamato appunto ottolino, fosse coniato con le medesime caratteristiche qualitative e quantitative. Il monogramma di Ottone, rappresentato da due 'T' collegate a forma di 'H' da una barra orizzontale sopra e sotto la quale si trovano tra due piccole 'O', rimarrà immutato per quattro secoli circa.
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Lot # 910 - Lucca. Repubblica (1369-1799). Scudo d'oro del sole 1552. D/ Scudo di forma sannitica, ornato di fogliame ricci; sopra, giglio; al centro, banda con la scritta LIBERTAS. R/ Volto Santo a mezzo busto con manto e corona chiusa, volto di tre quarti a sinistra; in basso, a sinistra, armetta Serantoni. Cf. CNI 319/323; Cf. MIR (Toscana, zecche) 185/1. AU. 3.27 g. 25.00 mm. R. Appiccagnolo rimosso. L'esemplare proposto reca un'evidente errore di conio nella legenda del diritto: IMPETOR anzichè IMPERATOR, non censito sul CNI. BB.
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Lot # 911 - Lucca. Repubblica (1369-1799). Scudo 1744. D/ Scudo a cuore con LIBERTAS e giglio sopra, in cartella sormontata da corona a cinque fioroni e ornata di volute ed intagli con testa leonina in alto e in basso; ai lati, due rami di palma. R/ Il Santo a cavallo gradiente a sinistra, in atto di tagliare il mantello per il mendicante stante ai suoi piedi. CNI 801; Bellesia (Lucca) 54; MIR (Toscana, zecche) 237/6. AG. 26.54 g. 42.00 mm. qSPL.
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Lot # 912 - Macerata. Giovanni XXII (1316-1334), Jacme Duese. Grosso. D/ Il Pontefice seduto in trono, mitrato, benedicente con lunga croce astile. R/ Croce patente. CNI 1; M. 1; Berm. 170. AG. 2.00 g. 21.50 mm. RR. Molto raro. Bel BB.
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Lot # 913 - Mantova. Federico II Gonzaga (1519-1540). Sesino. D/ Busto di Virgilio laureato a sinistra. R/ Pegaso gradiente a sinistra. CNI 19/24 var. per punteggiatura (anonime attribuite a Francesco II); MIR (Lombardia, zecche) 478. MI. 0.72 g. 16.00 mm. RR. Emissione molto rara. qBB.
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Lot # 914 - Mantova. Carlo I Gonzaga Nevers (1627-1637). Mezzo ducatone. D/ Scudo Gonzaga-Nevers coronato e affiancato da putti; nella corona ΟΛΥΜΠΟΣ e, sopra, monte e FID ES. R/ San Luigi a sinistra col piede destro su globo crucigero; in alto angelo tra raggi con corona e chiodi. CNI 32; MIR (Lombardia, zecche) 647/1. AG. 15.32 g. 37.50 mm. RRR. Questa tipologia con legenda differente rispetto al tipo consueto è considerata di grande rarità. Leggere debolezze da conio. Conservazione eccezionale e metallo lucente. SPL+/qFDC.
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Lot # 915 - Mantova. Eleonora Gonzaga (1598-1655) e Ludovica Maria (1611-1667). Medaglia s.d. D/ ELEON GONZ FERD IMPER. Busto velato di trequarti a sinistra. R/ M ASDISIA GONZ REGINA POL. Busto a destra con corona di Polonia e ricca veste; intorno corona di fiori. Magnaguti IX, 179. AE. 62.00 mm. RRR. Estremamente rara. Medaglia commemorativa delle Regine Gonzaga, originale. SPL.
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Lot # 916 - Messina. Filippo IV di Spagna (1621-1665). Mezzo tarì 1656. D/ Busto coronato a destra. R/ Aquila coronata ad ali spiegate. Sp. -; MIR (Sicilia) -. AG. 1.29 g. 13.50 mm. RRR. La data (1656) rende questa moneta inedita. qBB/BB.
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Lot # 917 - Milano. Ludovico il Pio (814-840). Denaro. D/ Croce. R/ MEDIO/LANVM. CNI -; cfr. 12/25; MEC 1, 787; MIR (Milano) -; cfr. 6. AG. 1.78 g. 20.50 mm. RR. Variante non censita nel CNI (globetto sulla lettera H al diritto). Conservazione altissima. Delicata patina. SPL+.
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Lot # 918 - Milano. Galeazzo Maria Sforza (1468-1476). Testone. D/ Busto del duca corazzato a destra; dietro alla testa, borchia. R/ Scudo, elmo e cimiero a sinistra tra due tizzoni con le secchie; ai lati G3-M. CNI 48/71; Crippa 6/A; MIR (Milano) 201/2; Rav. Mor. 8. AG. 9.69 g. 28.00 mm. SPL.
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Lot # 919 - Milano. Repubblica Cisalpina (1800-1802). 30 Soldi A. IX (1801). D/ Busto della Repubblica Cisalpina a destra galeata e con corona di spighe. R/ PACE / CELEBRATA / FORO BONAPARTE / FONDATO / ANNO IX. Pag. 9; Mont. 185. AG. 7.34 g. 30.00 mm. R. Alta conservazione. SPL+/qFDC. Questa moneta è stata emessa a ricordo della posa della prima pietra del Foro Bonaparte il 30 Aprile 1801.
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Lot # 920 - Milano. Napoleone Bonaparte (1805-1814). 40 lire 1814. D/ Testa nuda a sinistra. R/ Aquila imperiale caricata dello stemma del regno; dietro, manto coronato sorretto da alabarde. CNI 114; Crippa 25/G; MIR (Milano) 488/7. AU. 12.86 g. 26.00 mm. Bel BB.
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Lot # 921 - Milano. Napoleone Bonaparte (1804-1814). 20 lire 1811. D/ Testa nuda a sinistra. R/ Aquila imperiale caricata dello stemma del regno; dietro, manto coronato sorretto da alabarde. CNI 81; Crippa 26/D; MIR (Milano) 489/4. AU. 6.43 g. 21.00 mm. NC. Insolita conservazione per il tipo. Fondi lucenti. SPL+.
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Lot # 922 - Milano. Governo provvisorio di Lombardia (1848). 20 lire 1848. D/ 20 / LIRE / ITALIANE entro corona di rami di alloro e di quercia. R/ L’Italia con corona turrita sormontata da stella, stante di fronte e volta a destra, solleva la mano sinistra e regge un’asta nella destra. CNI 2; Crippa 2; Pag. 424. AU. 6.45 g. 21.00 mm. R. Di ottima conservazione. Fondi ancora lucenti. SPL+/qFDC.
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Lot # 923 - Modena. Comune (1226-1293). Bolognino o grosso. D/ Le lettere I P R T (Imperator) accostate da globetti e disposte a croce attorno a crocetta. R/ Grande A gotica accostata da globetti. CNI 8 var; MIR (Emilia) 616. AG. 1.25 g. 18.50 mm. Bel BB.
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Lot # 924 - Modena. Ercole III d'Este (1780-1796). Tallero 1796. D/ Busto a sinistra con lunga capigliatura, collare del Toson d'oro ed altre decorazioni; sul taglio del braccio, P. T. R/ Scudo estense, coronato, interzato e spaccato, sovrapposto ad un trofeo di armi e bandiere. CNI 61; MIR (Emilia) 855/2. AR. 27.82 g. 41.00 mm. R. Bel BB+.
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Lot # 925 - Moncalvo. Teodoro II Paleologo (1381-1418). Forte bianco. D/ Grande M gotica tra due rosette due cerchietti puntati. R/ Croce patente decorata accantonata da quattro rosette. CNI 17 (Chivasso); MIR (Piem. Sard. Lig. Cors.) 846a. MI. 1.08 g. 17.50 mm. RRR. BB. Il CNI attribuisce questa moneta a Chivasso. L'attribuzione che abbiamo seguito, pur con qualche dubbio, è quella di Bobba-Vergano e Promis.
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Lot # 926 - Montefiascone. Benedetto XII (1334-1341), Jacques De Novelles. Denaro paparino. D/ Croce patente. R/ Due chiavi in palo. CNI 6; M. 4; Berm. 18. MI. 0.56 g. 16.00 mm. RR. qSPL.
Capolavoro Medievale
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Lot # 927 - Napoli. Carlo I d'Angiò (1266-1285). Saluto d'oro. D/ Stemma a forma di cuore bipartito con le insegne di Gerusalemme e degli Angiò sormontato e affiancato da rosette accostate da stelle a sei raggi. R/ La scena dell'Annunciazione; in primo piano vaso con pianta di giglio. P/R 1; MIR (Napoli) 18. AU. 4.38 g. 22.50 mm. Esemplare di qualità straordinaria per centratura, stile e conservazione. Sicuramente la tipologia monetale rappresenta una dei capolavori della maestranza incisoria del periodo medievale. FDC. Carlo, figlio di Luigi VIII di Francia e fratello di Luigi IX il Santo conquistò il Mezzogiorno d'Italia grazie all'appoggio di papa Clemente IV che lo incoronò a Roma re di Sicilia nel giugno del 1266. Sconfitto Manfredi e successivamente suo figlio Corrado IV (Corradino), ultimo erede della dinastia Sveva, divenne a tutti gli effetti titolare del regno. Successivamente egli sposto la capitale da Palermo a Napoli a seguito dei Vespri Siciliani e la conquista della Sicilia da parte degli aragonesi. In questo periodo fu incisore Giovanni Fortino da Brindisi, probabile autore di questa moneta da molti attribuita al Pierotto. Da fonti storiche è infatti possibile sapere come il Re abbia partecipato attivamente alla creazione del conio, intervenendo e modificandolo più volte.
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Lot # 928 - Napoli. Carlo II d'Angio (1285-1309). Saluto d'oro. D/ Stemma a forma di cuore bipartito con le insegne di Gerusalemme e degli Angiò sormontato e affiancato da rosette accostate da stelle a sei raggi. R/ La scena dell'Annunciazione; in primo piano vaso con pianta di giglio. P/R 1; MIR (Napoli) 22. AU. 4.37 g. 23.50 mm. RR. SPL. Con cartellino di P. & P. Santamaria Roma. La presenza di un segno di abbreviazione sopra alle lettere SCD (secondo) lascia aperta l'ipotesi che lo zecchiere dell'epoca, verosimilmente Giovanni Fortino o Giovanni De Musco, abbia approfittato del conio della moneta ponendo una sigla (I) che corrispondesse alla sua iniziale. Carlo II, detto lo zoppo, già divenuto re alla morte del padre nel 1285 fu fatto prigioniero dagli aragonesi in Spagna e rilasciato nel 1289. Egli a differenza del padre ebbe un regno carratterizzato da saggezza e clemenza grazie anche alla fine della guerra del Vespro durata circa vent'anni.
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Lot # 929 - Napoli. Carlo II d'Angiò (1285-1289). Saluto. D/ Stemma a forma di cuore bipartito con le insegne di Gerusalemme e degli Angiò. R/ La scena dell'Annunciazione; in primo piano vaso con pianta di giglio. P/R 2; MIR (Napoli) 23. AG. 3.29 g. 25.00 mm. Tondello leggermente ondulato. Graffietti. Bell'esemplare dai nitidi dettagli. Bel BB+.
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Lot # 930 - Napoli. Roberto d'Angiò (1309-1343). Gigliato. D/ Il Re coronato, seduto di fronte tra due protomi di leoni, tiene nella destra lo scettro gigliato e nella sinistra protesa il globo crucigero. R/ Croce gigliata, filettata, accantonata da quattro fiordalisi. P/R 2; MIR (Napoli) 28. AG. 3.93 g. 27.00 mm. Insolita centratura e conio di stile raffinato per il tipo. Piacevole principio di patina dorata. qSPL/SPL.
Raro Fiorino di Giovanna d'Angiò
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Lot # 931 - Napoli. Giovanna I d'Angiò (1343-1347). Fiorino. D/ Stemma bipartito con le insegne di Gerusalemme e degli Angiò. R/ San Giovanni, stante di fronte, benedice con la destra e regge con la sinistra lunga croce astile; in alto, a sinistra, giglio sormontato da lambello. P/R 2; MIR (Napoli) 31; PdA 4014; Fried. 812. AU. 3.03 g. 21.00 mm. RR. Esemplare di eccezionale freschezza e dettaglio di conio. Forse il migliore tra gli esemplari esitati in aste pubbliche. SPL/SPL+. Alla morte del nonno Roberto, Giovanna ereditò il regno all'età di soli diciassette anni. Clemente VI, a seguito di contrasti tra le famiglie, incoronò insieme a Giovanna anche il marito Andrea d'Ungheria che poco dopo fu assassinato nel 1345 ad Aversa. Seguì un periodo di grande travaglio per il Regno, minacciato da re Luigi d'Ungheria, e per Giovanna stessa, sottoposta ad un processo inquisitorio dal Papa. Dopo tre matrimoni, nel 1382, fu fatta prigioniera da Carlo III di Durazzo (a sua volta incoronato re di Napoli da Papa Urbano VI) e assassinata nel castello di Muro di Puglia.
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Lot # 932 - Napoli. Carlo III di Durazzo (1382-1386). Denaro. D/ Corona gigliata. R/ Croce di Gerusalemme. P/R 3; MIR (Napoli) 39. MI. 0.53 g. 15.00 mm. R. BB.
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Lot # 933 - Napoli. Ladislao di Durazzo (1386-1414). Denaro. D/ Quattro gigli di Francia. R/ Croce patente. P/R 4; MIR (Napoli) 44. MI. 0.45 g. 16.00 mm. R. BB.
Raro Fiorino di Ludovico II d'Angiò
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Lot # 934 - Napoli. Ludovico II d'Angiò (1389-1399). Fiorino. D/ Stemma bipartito con le insegne di Gerusalemme e degli Angiò. R/ San Giovanni, stante di fronte, benedice con la destra e regge con la sinistra lunga croce astile; in alto, a sinistra, giglio sormontato da lambello. P/R 1; MIR (Napoli) 45; PdA 4050; Fried. 814. AU. 2.81 g. 21.00 mm. RRR. Molto raro. Bell'esemplare dai nitidi dettagli. qSPL/SPL. Ex Artemide XLVI, 2016, 627. Figlio di Ludovico I, ereditò nel 1389 per volere della regina Giovanna il regno di Napoli che governo fino al 1399 quando fu scacciato da Ladislao di Durazzo.
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Lot # 935 - Napoli. Giovanna II di Durazzo (1414-1435). Denaro. D/ Grande Y coronata. R/ Croce fogliata. P/R 1; MIR (Napoli) 47. MI. 0.54 g. 15.00 mm. R. MB/BB. Nel 1419, all'improvvisa morte di Ladislao, ne incorona la sorella, Giovanna. Nel 1421 questa adottò come figlio ed erede Alfonso V d'Aragona; a seguito però delle pretese delle premature pretese di quest'ultimo sul regno, nel 1423 Giovanna ne revocò l'adozione e lo rimandò in Spagna. Successivamente adotto Ludovico III d'Angiò, designandolo ad erede ma egli fu assassinato in Calabria nel 1431. La regina continuò a regnare con l'amante Gianni Caracciolo. Morì nel 1435 lasciando suo erede Renato d'Angiò, figlio di Ludovico III.
Uno dei pochissimi esemplari di Renato per Napoli
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Lot # 936 - Napoli. Renato d'Angiò (1435-1442). Quarto di gigliato. D/ Busto frontale del re con corona ornata da trifogli. R/ Croce gigliata cantonata da tre globetti disposti a triangolo. P/R 4; MIR (Napoli) 50. AG. 1.09 g. 18.50 mm. RRR. Di grande rarità. Esemplare tipicamente mosso di conio ma con ritratto insolitamente completo e di stile raffinato. Infrazione radiale del tondello. Bel BB/BB. Anche se la regina Giovanna II di Durazzo aveva designato Renato come erede al trono, Alfonso d'Aragona non si diede per vinto. Dopo una sconfitta navale a Ponza egli assediò Napoli costringendo Renato a lasciare il regno e a fuggire in Francia. Rarissime sono le monete in argento di Renato per la zecca di Napoli per via della sua breve presenza nella capitale.
Capolavoro dal gusto rinascimentale
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Lot # 937 - Napoli. Alfonso I d'Aragona (1442-1458). Ducato e mezzo o sesquiducato. D/ Stemma inquartato a tutto campo dalle armi di Ungheria, Gerusalemme, Aragona e Napoli. R/ Il sovrano con indumenti da giostra su cavallo con gualdrappa gradiente a destra regge nella destra spada sguainata; dietro lettera S (Francesco Senier maestro di zecca). P/R 1c; MIR (Napoli) 52/2. AU. 5.19 g. 28.50 mm. RRRR. Di estrema rarità. SPL. Dopo aver ereditato l'Aragona, la Sardegna e la Sicilia alla morte del padre Ferdinando nel 1416 nel 1442 conquistò Napoli e dopo averne fatto ingresso trionfale nel 1443 la elesse a sua residenza ufficiale. Moneta di grande fascino per via della raffigurazione del rovescio, capolavoro già dal gusto rinascimentale ma soprattutto icona del medioevo feudale e della cavalleria ad opera del maestro di zecca Francesco Senier, usciere nelle armi di Alfonso il Magnanimo e dunque audace attore nelle lotte per la conquista del Regno di Napoli.
Splendido ritratto giovanile di Ferdinando d'Aragona
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Lot # 938 - Napoli. Ferdinando I d'Aragona (1458-1494). Ducato. D/ Stemma di Napoli ed Aragona coronato e inquartato. R/ Busto giovanile coronato e corazzato volto a destra. P/R 5; MIR (Napoli) 64. AU. 3.50 g. 22.00 mm. RR. Molto raro. Bellissimo esemplare per centratura, stile e conservazione. qFDC.
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Lot # 939 - Napoli. Ferdinando I d'Aragona (1458-1494). Coronato. D/ Croce potenziata rigata; sotto il braccio ad ore sei, M gotica. R/ Scena dell'incoronazione. P/R 12b; MIR (Napoli) 66/3. AG. 3.95 g. 27.50 mm. Patina riposata. Nitidi dettagli di conio. qSPL. Questa moneta, che prende il nome di coronato per la scena raffigurata al rovescio, fu fatta coniare a partire dal 1459 in occasione dell'incoronazione del re da parte del cardinale Orsino e del Vescovo di Barletta, entrambi raffigurati nella scena.
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Lot # 940 - Napoli. Ferdinando I d' Aragona (1458-1494). Coronato senza sigle. D/ Busto coronato giovanile del re volto a destra. R/ L'Arcangelo Michele stante con scudo e lancia nell'atto di trafiggere il drago. P/R 17; MIR (Napoli) 69. AG. 3.94 g. 26.50 mm. R. Bella patina riposata. Bei dettagli di conio. qSPL. La splendida raffigurazione dell'Arcangelo Michele presente nel rovescio sembra essere stata scelta per 'ripagare' il Santo dopo che, in un momento di grande bisogno nel corso della guerra contro i baroni ribelli, il sovrano aveva prelevato tutto l'oro e l'argento dal santuario di San Michele sul Gargano, fondendo pure una statua d'argento raffigurante il Santo. Probabilmente la legenda IVSTA TVENDA si riferisce all'azione riparativa del sovrano (bisogna tutelare le cose giuste). Forse, però, la scelta di San Michele Arcangelo, protettore dell'esercito, fu solo dovuta a devozione e a ringraziamento per la vittoria ottenuta sui baroni.
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Lot # 941 - Napoli. Ferdinando I d' Aragona (1458-1494). Coronato. D/ Busto coronato in età senile del re volto a destra; dietro, lettera I (Jacopo Cotrullo maestro di zecca). R/ L'Arcangelo Michele stante con scudo e lancia nell'atto di trafiggere il drago. P/R 18b; MIR (Napoli) 70/2. AG. 3.96 g. 25.00 mm. R. Splendido ritratto. SPL/qSPL. La splendida raffigurazione dell'Arcangelo Michele presente nel rovescio sembra essere stata scelta per 'ripagare' il Santo dopo che, in un momento di grande bisogno nel corso della guerra contro i baroni ribelli, il sovrano aveva prelevato tutto l'oro e l'argento dal santuario di San Michele sul Gargano, fondendo pure una statua d'argento raffigurante il Santo. Probabilmente la legenda IVSTA TVENDA si riferisce all'azione riparativa del sovrano (bisogna tutelare le cose giuste). Forse, però, la scelta di San Michele Arcangelo, protettore dell'esercito, fu solo dovuta a devozione e a ringraziamento per la vittoria ottenuta sui baroni.
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Lot # 942 - Napoli. Ferdinando I d' Aragona (1458-1494). Coronato. D/ Busto coronato in età senile del re volto a destra; dietro, lettera I (Jacopo Cotrullo maestro di zecca). R/ L'Arcangelo Michele stante con scudo e lancia nell'atto di trafiggere il drago. P/R 18b; MIR (Napoli) 70/2. AG. 3.83 g. 25.00 mm. RRR. Tipologia estremamente rara per la presenza di rosette e cerchietti nel giro del rovescio. BB+. Ex Artemide XLIV, 2015, 450. La splendida raffigurazione dell'Arcangelo Michele presente nel rovescio sembra essere stata scelta per 'ripagare' il Santo dopo che, in un momento di grande bisogno nel corso della guerra contro i baroni ribelli, il sovrano aveva prelevato tutto l'oro e l'argento dal santuario di San Michele sul Gargano, fondendo pure una statua d'argento raffigurante il Santo. Probabilmente la legenda IVSTA TVENDA si riferisce all'azione riparativa del sovrano (bisogna tutelare le cose giuste). Forse, però, la scelta di San Michele Arcangelo, protettore dell'esercito, fu solo dovuta a devozione e a ringraziamento per la vittoria ottenuta sui baroni.
Ritratto inedito di Ferdinando I d'Aragona
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Lot # 943 - Napoli. Ferdinando I d' Aragona (1458-1494). Coronato. D/ Busto coronato in età senile del re volto a destra; dietro, lettera I (Jacopo Cotrullo maestro di zecca). R/ L'Arcangelo Michele stante con scudo e lancia nell'atto di trafiggere il drago. P/R 18b; MIR (Napoli) 70/2. AG. 3.83 g. 25.00 mm. RRR. Tipologia apparentemente inedita. Variante con lettera I posta dietro la testa e non sotto al collo. Ritratto di stile eccezionale e stile inconsueto. Schiacciature da conio. qSPL. Ex Artemide XLV, 2016, 640. La splendida raffigurazione dell'Arcangelo Michele presente nel rovescio sembra essere stata scelta per 'ripagare' il Santo dopo che, in un momento di grande bisogno nel corso della guerra contro i baroni ribelli, il sovrano aveva prelevato tutto l'oro e l'argento dal santuario di San Michele sul Gargano, fondendo pure una statua d'argento raffigurante il Santo. Probabilmente la legenda IVSTA TVENDA si riferisce all'azione riparativa del sovrano (bisogna tutelare le cose giuste). Forse, però, la scelta di San Michele Arcangelo, protettore dell'esercito, fu solo dovuta a devozione e a ringraziamento per la vittoria ottenuta sui baroni.
Ad oggi l'unico esemplare proposto in pubblica vendita
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Lot # 944 - Napoli. Carlo VIII di Francia (1495). Carlino. D/ Scudo di Francia coronato e accostato dalle lettere K L. R/ Croce potenziata e gigliata entro triplice cornice quadrilobata. P/R 1; MIR (Napoli) 97. AG. 2.72 g. 27.50 mm. RRRR. Di estrema rarità. Fratturata. Secondo i nostri archivi è l'unico esemplare apparso in pubblica vendita. BB. Papa Innocenzo VIII, in contrasto con Ferdinando I Re di Napoli a causa del mancato pagamento dei tributi da parte di quest'ultimo, aveva scomunicato il re di Napoli con una bolla dell'11 settembre 1489, offrendo il regno al francese Carlo VIII che vantava attraverso la nonna paterna, Maria d'Angiò (1404-1463), un lontano diritto ereditario alla corona del Regno di Napoli. Egli indirizzò le risorse della Francia verso la conquista del Regno di Napoli, incoraggiato da Ludovico Sforza e sollecitato dai suoi consiglieri, Guillaume Briçonnet e de Vers. Una volta intrapresa la spedizione, la rapida discesa di Caro VIII non conobbe ostacoli, rivelando improvvisamente l’insufficienza militare degli Stati italiani. Si cita a tal proposito Alessandro VI: “...aver Carlo VIII conquistata l’Italia col gesso dei suoi furieri d’alloggiamento”. L’incertezza e la confusione regnavano sovrane tra le truppe degli Stati che cercavano di opporsi alla discesa francese. Il 22 febbraio 1495 Napoli cadeva in mano francese ma non vi rimase a lungo poiché la rapidità della conquista spaventò Milano, Venezia e Roma che decisero di allearsi in una lega detta santa o di Venezia (prima Lega Santa, 31 marzo 1495). Con l’appoggio esterno di Ferdinando il Cattolico e di Massimiliano imperatore, costrinsero Carlo VIII a lasciare Napoli il 20 maggio e raggiungere la Francia alla fine dell’anno. La capitale del Regno rimase in mani francesi dal 22 febbraio al 7 luglio 1495, data del ritorno di Ferrandino.
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Lot # 945 - Napoli. Carlo VIII di Francia (1495). Cavallo. D/ Tre gigli di Francia sormontati da corona a tre fioroni. R/ Croce potenziata. P/R -; MIR (Napoli) 99/2. AE. 1.22 g. 19.00 mm. RR. Tipologia molto rara, attribuita da alcuni autori alla zecca di Cosenza. Per un approfondimento in merito, vedasi Cagiati pag. 151. BB+.
Splendido ducato di Tramontano
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Lot # 946 - Napoli. Alfonso II d'Aragona (1494-1495). Ducato. D/ Stemma con insegne di Ungheria, Francia e Gerusalemme ed Aragona. R/ Busto coronato a destra; dietro il collo, T (Gian Carlo Tramontano maestro di zecca). P/R 1; MIR (Napoli) 87. AU. 3.51 g. 23.00 mm. RRR. Molto raro. Esemplare di grande freschezza. L'effigie è senza dubbio ancora quella di Ferdinando I probabilmente per motivi di necessità in quanto essa cambierà nel tipo di ducato successivo. qFDC. Alfonso, valorosissimo guerriero, affiancò il padre contro i baroni ribelli, dimostrando inaudita ferocia. Divenuto re, nell'imminenza della discesa di Carlo VIII fu abbandonato dai fedelissimi proprio per la crudeltà dimostrata e fu costretto ad abdicare in favore di Ferdinando II, benvoluto dal popolo. Morì alla fine del 1495 in Sicilia dopo essersi fatto monaco.
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Lot # 947 - Napoli. Ferdinando II d'Aragona (1495-1496). Armellino. D/ Armellino gradiente a sinistra sormontato da rosetta e nastro recante la scritta DECORVM; sotto, in esergo, T tra due rosette (Gian Carlo Tramontano maestro di zecca). R/ Trono in fiamme. P/R 3; MIR (Napoli) 102. AG. 1.56 g. 21.00 mm. R. Tondello piacevolmente regolare. Bel BB. Ex Artemide XXX, 2010, 706.
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Lot # 948 - Napoli. Federico III d'Aragona (1496-1501). Ducato. D/ Busto coronato e corazzato a destra; dietro la nuca, T (Gian Carlo Tramontano maestro di zecca). R/ Scudo con l'arme d'Aragona sormontato da cimiero piumato e coronato da cui esce drago ad ali aperte. P/R 3; MIR (Napoli) 105/1. AU. 3.46 g. 23.00 mm. RRR. Bel ritratto di gusto rinascimentale. qSPL/SPL. Ex Artemide XXXII, 2011, 367. All'improvvisa morte di Ferrantino salì al trono Federico, principe di Altamura. Governò saggiamente. Quando Luigi XII di Francia decise di conquistare l'Italia, continuando quanto intrapreso da Carlo VIII, Federico cercò l'alleanza con Ferdinando il Cattolico, re di Spagna. Quest'ultimo aveva però già pattuito con Luigi XII la spartizione del regno. A Federico non rimase che rimettersi a Luigi XII che lo fece trasferire in Francia, assegnandogli il ducato d'Angiò dove morì nel 1504.
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Lot # 949 - Napoli. Federico III d'Aragona (1496-1501). Doppio sestino. D/ Stemma a nove centine, coronato, inquartato. R/ Due cornucopie colme di frutti, unite inferioramente. P/R 9; MIR (Napoli) 108. AE. 4.04 g. 25.00 mm. R. Di ottima conservazione per il tipo. SPL.
Luigi XII in trono con la "Mano di Giustizia"
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Lot # 950 - Napoli. Luigi XII (1501-1503). Carlino. D/ Il Re coronato, seduto in trono fra due protome di leoni, tiene nella destra lo scettro gigliato e nella sinistra la mano di giustizia. R/ Croce potenziata incavata con globetto al centro e con le estremità gigliate. P/R 3; MIR (Napoli) 112. AG. 3.52 g. 26.50 mm. RR. Il ritratto del sovrano è di stile eccezionale. qSPL/SPL. Questa è l'unica moneta coniata a Napoli da Giovanni Acziopacia, milite napoletano nominato da Luigi XII maestro di zecca il 1° Ottobre 1501 al posto del Tramontano. Luigi XII, successe a Carlo VIII e ne proseguì il progetto di conquista dell'italia meridionale. Il carlino, che reca il titolo di re di Sicilia e di Gerusalemme è stato coniato dopo la rottura dell'alleanza con Ferdinando il Cattolico.
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Lot # 951 - Napoli. Ferdinando il Cattolico (1504-1516). Ducato. D/ Busto coronato del re volto a destra. R/ Stemma inquartato e coronato con i simboli di Leon, Castiglia, Aragona, Ungheria, Francia e Gerusalemme. P/R 2c; MIR (Napoli) 117/4. AU. 3.49 g. 23.50 mm. RRR. Molto raro. Bel ritratto di gusto rinascimentale. Bel BB. Ex Artemide XXXVI, 2012, 352. Ferdinando dopo la morte di Isabella sposo Giovanna di Foix, nipote di Luigi XII re di Francia. Nel 1506 fece trionfale ingresso a Napoli. In seguito, rientrato in Spagna nel 1507, affidò il governo del regno di napoli a vari vicerè senza farvi mai ritorno in pianta stabile.
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Lot # 952 - Napoli. Carlo I (V) e Giovanna (1506-1516). Scudo per Siviglia. D/ Stemma coronato; ai lati astro e S (Siviglia). R/ Croce potenziata in quadrilobo decorato. Calicò 60; Fried. 153. AU. 3.31 g. 21.50 mm. Bel BB/qSPL.
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Lot # 953 - Napoli. Carlo V (1516-1556). Doppia o 2 scudi. D/ Busto a destra con corona radiata; dietro, sigla A (Girolamo Albertino, maestro di zecca). R/ La pace gradiente a sinistra regge cornucopia e torcia che brucia armi e libri. P/R 5; MIR (Napoli) 126. AU. 6.60 g. 25.50 mm. R. La tipologia con la sigla A è da considerarsi di estrema rarità. Bel BB/qSPL. Sotto il regno di Carlo V Napoli visse un periodo di grande splendore artistico e sociale con un notevole incremento demografico che la portò ad essere una delle città più popolose del mondo (oltre 250000 abitanti nel 1547).
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Lot # 954 - Napoli. Carlo V d'Asburgo (1516-1556). Ducato. D/ Testa laureata con folta barba volta a destra; dietro la sigla IBR (Giovan Battista Ravaschieri maestro di zecca). R/ Stemma coronata della casata Asburgo, caricato da aquila bicipite. P/R 9; MIR (Napoli) 131. AU. 3.33 g. 23.00 mm. R. Bellissimo ritratto austero. SPL+.
Eccezionale ritratto di Carlo V
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Lot # 955 - Napoli. Carlo V d'Asburgo (1516-1556). Mezzo Ducato. D/ Busto corazzato volto a destra con testa con corona d'alloro e folta barba; dietro, le sigle IBR (Giovan Battista Ravaschieri maestro di zecca). R/ Stemma coronata della casata Asburgo, caricato da aquila bicipite. P/R 14; MIR (Napoli) 135. AG. 14.92 g. 35.00 mm. R. Conservazione eccezionale. Ritratto austero di alto gusto incisorio. Patina dorata. SPL+.
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Lot # 956 - Napoli. Filippo II Principe di Spagna (1554-1556), primo periodo. Scudo. D/ Testa nuda del re a destra; dietro, sigle IBR (Giovan Battista Ravaschieri maestro di zecca). R/ Scudo ellittico con le armi di Spagna, Austria, Inghilterra e Francia in cartella con cartocci. P/R 1; MIR (Napoli) 157. AU. 3.32 g. 22.00 mm. RRR. Molto raro. Mancanza marginale di metallo da conio. Esemplare di eccezionale freschezza. qFDC. Interessante e raro esemplare che fa riferimento al periodo in cui Filippo era principe di Spagna. Durante il regno di Filippo II Napoli visse un periodo difficile di tasse e di spoliazioni destinate a sovvenzionare le guerre di Spagna. Filippo, fanaticamente religioso, trascorse quasi completamente la propria vita a Madrid nella reggia-convento dell'Escuriale.
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Lot # 957 - Napoli. Filippo III di Spagna (1598-1621). Mezzo ducato 1609. D/ Busto giovanile corazzato e radiato volto a sinistra; dietro, le sigla IAF/G (Giovanni Antonio Fasulo maestro di zecca e Francesco Antonio Giuno maestro di prova). R/ Stemma a cuore ornato e coronato. P/R 5; MIR (Napoli) 202/1. AG. 14.61 g. 33.50 mm. R. Raro. Bel BB.
Ritratto finissimo per una moneta di estrema rarità
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Lot # 958 - Napoli. Filippo IV di Spagna (1621-1665). Scudo d'oro recante data parziale 1°°°. D/ Testa giovanile imberbe volta a destra; dietro le sigle M/C/C (Michele Cavo maestro di zecca e Francesco Antonio di Costanzo maestro di prova (?) ). R/ Stemma a cuore coronato e ornato. P/R 2; MIR (Napoli) 237/1. AU. 3.32 g. 23.50 mm. RRRR. Insignificante fratturina ad ore 7. Le tipologie senza data o recanti data parziale sono di estrema rarità. Ritratto di stile finissimo. SPL. Ex Artemide XXXVII, 2012, 355. Il governo di Filippo IV fu caratterizzato dalla catastrofica crisi che avvolgeva ormai la Spagna e i regni ad essa dipendenti. Il più colpito fu quello di Napoli, ove maggiormente si sentiva la decadenza morale, economica e civile che porterà nel 1647 alla sanguinosa rivolta capeggiata da Tommaso Aniello, detto Masaniello. Ad essa si aggiunsero anche incursioni pirata sulle zone costiere, i terremoti, le eruzioni ed una spaventosa pestilenza che nel 1656 dimezzò l'ampia popolazione di Napoli che rispetto a città come Roma e Milano (circa 100.000) vantava mezzo milione di abitanti.
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Lot # 959 - Napoli. Repubblica Napoletana (1647-1648). 15 grana 1648. D/ Scudo coronato ornato contenente fasci recante la scritta SPQN. R/ Busto di San Gennaro mitrato e con aureola su nuvole; benedice con la mano destra mentre con la sinistra regge pastorale e libro su cui sono poggiate due ampolle. P/R 2; MIR (Napoli) 281/1. AG. 3.41 g. 22.00 mm. RRR. Tipologia rarissima con sigle GAC/S. La sbavatura sulle sigle potrebbe rendere dubbia questa attribuzione ma per un confronto con un esemplare analogo per difetto da conio vedasi NAC 130, 2021, 183. Tosato, altrimenti. BB. Il 7 luglio dell'anno 1647 durante il malgoverno del vicerè Duca di Arcos, il popolo si ribellò all'assurda gabella sulla frutta imposta ai commercianti i quali, senza denaro e senza aver venduto la merce, erano nell'impossibilità di poterla pagare. La rivolta fu condotta da un pescivendolo precedentemente vittima di ingiustizie e soprusi da parte di alcuni nobili, Tommaso Aniello detto Masaniello. Sfuggita di mano la rivolta lo stesso Masaniello fu ucciso da un colpo d'archibugio nella chiesa del Carmine a Napoli. A seguito degli avvenimenti il il sempre attivo partito francese chiamò dalla Francia Enrico di Lorena, duca di Guisa e discendente di Renato d'Angiò, per governare sotto la protezione del re di Francia. La signoria di Enrico di Lorena durò pochi mesi e nell'aprile del 1648 gli spagnoli restaurarono il loro dominio costringendo i francesi ad abbandonare l'impresa.
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Lot # 960 - Napoli. Carlo II di Spagna (1674-1700). Mezzo ducato 1689. D/ Busto coronato, corazzato e drappeggiato volto a destra con il Collare del Toson d’oro; dietro, le sigle AG/A (Andrea Giovane maestro di zecca e Marco Antonio Ariani maestro di prova). R/ Stemma coronato in cartella ornata. P/R 6; MIR (Napoli) 296. AG. 12.78 g. 35.50 mm. R. Minimi graffietti di aggiustamento ponderale al diritto. Conservazione eccezionale per il tipo di moneta. FDC.
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Lot # 961 - Napoli. Carlo II di Spagna (1674-1700). Tarì 1694. D/ Busto coronato e corazzato a destra. R/ Tosone a sinistra. P/R 21; MIR (Napoli) 300/3. AG. 4.37 g. 25.00 mm. Ottima qualità. SPL.

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