Napoli. Carlo I d'Angiò (1266-1285). Saluto d'oro. D/ Stemma a forma di cuore bipartito con le insegne di Gerusalemme e degli Angiò sormontato e affiancato da rosette accostate da stelle a sei raggi. R/ La scena dell'Annunciazione; in primo piano vaso con pianta di giglio. P/R 1; MIR (Napoli) 18; Fried. 808. 4.39 g. 23.00 mm. Sicuramente la tipologia monetale rappresenta uno dei capolavori della maestranza incisoria del periodo medievale. Carlo, figlio di Luigi VIII di Francia e fratello di Luigi IX il Santo conquistò il Mezzogiorno d'Italia grazie all'appoggio di papa Clemente IV che lo incoronò a Roma re di Sicilia nel giugno del 1266. Sconfitto Manfredi e successivamente suo figlio Corrado IV (Corradino), ultimo erede della dinastia Sveva, divenne a tutti gli effetti titolare del regno. Successivamente egli sposto la capitale da Palermo a Napoli a seguito dei Vespri Siciliani e la conquista della Sicilia da parte degli aragonesi. In questo periodo fu incisore Giovanni Fortino da Brindisi, probabile autore di questa moneta da molti attribuita al Pierotto. Da fonti storiche è infatti possibile sapere come il Re abbia partecipato attivamente alla creazione del conio, intervenendo e modificandolo più volte. Encapsulated by Classical Coin Grading MS 64.