Limosano. Denaro tornese. D/ Castello tornese. R/ Croce patente. CNI -; Ruotolo -; Cf. D'Andrea-Andreani pp. 342-345; Cf. MIR (Italia merid.) 470/474. 0.82 g. 17.00 mm. RRR. BB. Tipologia di contraffazione al tipo del denaro tornese della Grecia franca. L'attribuzione di questa moneta è alquanto incerta poiché come per altri esemplari coniati durante la rivolta dei Baroni la legenda è alquanto complessa e di difficile scioglimento. Molte furono le zecche di fortuna che coniarono in tale breve periodo (Alvignano, Avella, Tocco, Lucera, Limosano, Termoli, San Severo,...). In questo esemplare, che è stato attribuito in questo contesto (e temporaneamente) alla zecca di Limosano, è possibile però notare la presenza di un'insolita rosetta. A tal proposito è interessante citare l'articolo di Fabrizi 'Il Denaro Tornese nell'Italia Meridionale' in cui emerge da documenti storici che il principe di Taranto, GiovanniAntonio Orsini del Balzo, fece coniare denari tornesi tra il 1461 ed il 1462, durante la Congiura dei Baroni, per poter pagare le truppe angioine.Dell'Erba confermando tale ipotesi a tal proposito scriveva : “In questi tornesi, anche al tipo di Acaia,e che ricordavano quelli già battuti dal principe Filippo di Taranto (1324-1333), lo Antonio del Balzo Orsini non pose il nome del re Renato, forse per la scarsissima lega usata, sino a farli dipuro rame, per ritirarvi un più fraudolento guadagno. Per la scarsezza della lega però questi tornesi venivano ricusati dal pubblico”. Suggestiva è dunque l'idea che la rosetta, simbolo della famiglia Orsini, possa essere riconducibile a tale personaggio.