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Results from 841 to 900 of 1105

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Lot # 846 - Napoli. Ferdinando II di Borbone (1830-1859). 3 ducati o oncetta 1854. D/ Testa adulta con barba a destra. R/ Genio in piedi, alato, volto a sinistra, poggia la destra su un cuscino con la corona reale posta sopra ad una colonna e la sinistra su uno scudo ovale con tre gigli. P/R 52; MIR (Napoli) 498/3. AU. Ultimo decimale probabilmente ribattuto. Di altissima conservazione. Fondi a specchio. Encapsulated by NGC MS 65.
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Lot # 847 - Napoli. Ferdinando II di Borbone (1830-1859). Piastra o 120 Grana 1855. D/ Testa adulta e barbuta a destra. R/ Stemma della casata Borbone coronato. P/R 84; MIR (Napoli) 503/4. AG. 27.51 g. 37.00 mm. Conservazione eccezionale. Encapsulated by Classical Coin Grading MS 63.
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CLASSICAL COIN GRADING. Scatola porta slab

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Lot # 848 - Padova. Da Carrara, signori (XIV-XV sec.). Tessera carrarese, XV secolo. D/ Cimiero con testa di moro, entro cornice bilobata, ai lati R-R(?). R/ Carro con ai lati F-F(?) in cornice; intorno, 15 rosette. Vanni (Milano) 101. AE. 4.80 g. 22.50 mm. Di ottima conservazione per il tipo. SPL.
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Lot # 849 - Palermo. Al Muizz (341-365 a.H./ 935-975). Robai. D/ Legenda circolare; sul primo giro: questo dinar fu coniato in Siqilliyah l'anno 345(?); sul secondo: Non vi è divinità se non Dio/ Maometto è l'inviato di Dio/Ali è il più nobile dei wasi di Dio; al centro, globetto entro cerchio lineare. R/ Legenda circolare, sul primo giro: Al-Mu'izz li-din principe dei credenti; sul secondo: ha chiamato l'imam Ma'add alla unità di Dio eterno; al centro globetto entro cerchio lineare. Sp. 10; D'Andrea-Faranda 54; Nicol 291 e ss; Fried. 872a. AU. 1.03 g. 13.00 mm. R. Segnetto nel campo. BB+.
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Lot # 850 - Sicilia Araba. Califfi fatimidi, al-Hakim bi-Amr Allah (386-411 AH / 996-1021 DC). Robai o 1/4 Dinar, zecca di Siqiliiya, data non visibile. D/ Legenda cufica su due righe; formula zecca-data in doppio giro di legenda. R/ Legenda cufica su due righe con il nome e titolo del sovrano; Corano IX, 33 in doppio giro di legenda. Nicol tipo A5; Album 710. AU. 0.95 g. 14.00 mm. R. qBB.
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Lot # 851 - Sicilia Araba. Califfi Fatimidi, al-Hakim bi-Amr Allah (386-411 AH / 996-1021 DC). Robai o 1/4 Dinar, zecca di Siqilliya, 396 AH. D/ Legenda cufica su tre righe contenente la 'Professione di fede'; formula zecca-data in giro di legenda. R/ Legenda cufica su tre righe con il nome e titolo del sovrano (come al-Mansur); Corano IX, 33 in giro di legenda. Nicol Tipo K2; Album 710. AU. 0.99 g. 11.50 mm. R. Bel BB.
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Lot # 852 - Sicilia Araba. Califfi Fatimidi, al-Hakim bi-Amr Allah (386-411 AH / 996-1021 DC). Gettone monetale in pasta vitrea di color acquamarina. D/ legenda cufica su due righe con il nome al-Hakim / bi-amr Allah. Album 713; Balog, FGJ-87. 2.99 g. 21.00 mm. RR. BB. I gettoni monetali fatimidi in pasta vitrea c.d. 'sanajat', si ispirano al modello degli exagia bizantini, la loro funzione sembra essere relativa a quella di campioni ponderali della valuta in circolazione all'epoca, consentendo così agli utenti, per lo più commercianti e cambia valute, un controllo del peso delle monete più valido ed agevole. Nonostante gli scavi del Palazzo di Ruggero I a Reggio ci permettano di ipotizzare che i gettoni di vetro siano stati conservati prevalentemente in strutture dell'amministrazione civile o ecclesiastica, studi recenti portano a pensare però, visto la vastità delle tipologie, che essi abbiano avuto per un determinato periodo un ruolo commerciale di piccolo scambio, forse per sopperire alla penuria del metallo o per superare un momento di difficoltà economica.
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Lot # 853 - Sicilia Araba. Califfi Fatimidi, al-Hakim bi-Amr Allah (386-411 AH / 996-1021 DC). Gettone monetale in pasta vitrea di color acquamarina. Album 713. Glass. 0.72 g. 12.50 mm. Dal peso di 1/4 di robai. EF. I gettoni monetali fatimidi in pasta vitrea c.d. 'sanajat', si ispirano al modello degli exagia bizantini, la loro funzione sembra essere relativa a quella di campioni ponderali della valuta in circolazione all'epoca, consentendo così agli utenti, per lo più commercianti e cambia valute, un controllo del peso delle monete più valido ed agevole. Nonostante gli scavi del Palazzo di Ruggero I a Reggio ci permettano di ipotizzare che i gettoni di vetro siano stati conservati prevalentemente in strutture dell'amministrazione civile o ecclesiastica, studi recenti portano a pensare però, visto la vastità delle tipologie, che essi abbiano avuto per un determinato periodo un ruolo commerciale di piccolo scambio, forse per sopperire alla penuria del metallo o per superare un momento di difficoltà economica.
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Lot # 854 - Sicilia Araba. Fatimidi, Al-Mustansir (427-487 AH/ 1036-1094 DC). Gettone monetale di pasta vitrea. Color acquamarina, trasparente. D/ Legenda cufica su due righe: 'al-Imam / Ma'ad'. R/ Anepigrafo. Album 724; Balog FGJ 273. 0.70 g. 14.50 mm. RR. I gettoni monetali fatimidi in pasta vitrea c.d. 'sanajat', si ispirano al modello degli exagia bizantini, la loro funzione sembra essere relativa a quella di campioni ponderali della valuta in circolazione all'epoca, consentendo così agli utenti, per lo più commercianti e cambia valute, un controllo del peso delle monete più valido ed agevole. Nonostante gli scavi del Palazzo di Ruggero I a Reggio ci permettano di ipotizzare che i gettoni di vetro siano stati conservati prevalentemente in strutture dell'amministrazione civile o ecclesiastica, studi recenti portano a pensare però, visto la vastità delle tipologie, che essi abbiano avuto per un determinato periodo un ruolo commerciale di piccolo scambio, forse per sopperire alla penuria del metallo o per superare un momento di difficoltà economica. Bel BB.
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Lot # 855 - Palermo. Califfi Fatimidi, Al-Mustansir (427-487 AH/ 1036-1094 DC). Robai o 1/4 Dinar tipo stellato, zecca Siqilliya (Palermo). D/ Legenda cufica disposta su sei righe che formano un motivo a forma di stella. R/ Legenda cufica disposta su sei linee che formano un motivo a forma di stella. Sp. 41; Nicol tipo X1; Album 722. AU. 0.98 g. 16.00 mm. Bel BB.
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Lot # 856 - Palermo. Carlo di Borbone (1734-1759). Da 4 Tarì 1735. D/ Busto con lunga capigliatura laureato volto a destra. R/ Aquila coronata ad ali spiegate con la testa volta a sinistra; ai lati, in basso, le sigle F N (Francesco Notabartolo maestro di zecca). Sp. 27; MIR (Sicilia) 556. AG. 8.98 g. 30.00 mm. R. Coniata per l'incoronazione. Graffietti da aggiustamento ponderale. qSPL.
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Lot # 857 - Palermo. Ferdinando III di Borbone (1759-1816). 12 Tarì 1799, sigle J.U.I. D/ Busto corazzato a destra. R/ Aquila coronata ad ali spiegate, con stemma sul petto; sigle J.U-I. Sp. 33/34; MIR (Sicilia) 603/5. AR. 27.14 g. 39.00 mm. Bellissimo esemplare, patina riposata dai riflessi dorati; debolezze di conio al rovescio. SPL/qSPL.
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Lot # 858 - Perugia. Rivolta del Sale (2 aprile - 2 giugno 1540). Quattrino. D/ Croce con braccia fogliate. R/ Il Santo nimbato e mitrato, in piedi di fronte benedice con la destra e regge pastorale con la sinistra. CNI 3/5; Finetti 208/209. MI. 0.57 g. 16.50 mm. RRR. BB+. Questa rarissima emissione ricorda la ribellione della città alle gravi imposizioni di Paolo III per una nuova tassa sul sale. Esse, dopo soli cinquantotto giorni di governo autonomo, furono condannate alla distruzione insieme con tutti gli altri ricordi della rivolta commessa dai Perugini verso la Santa Sede.
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Lot # 859 - Perugia. Pio VI (1775-1799), Giovanni Angelo Braschi. Madonnina da 5 baiocchi 1797 A. XXIII. D/ * BAIOC / CINQVE / PERVGIA. R/ Busto nimbato e velato della Madonna. CNI 24 o 34; M. 390 I o 391 I; Berm. 3130. CU. 17.30 g. 30.00 mm. Tracce di rame rosso. SPL+.
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Lot # 860 - Pesaro. Giovanni Sforza (1483-1500 e 1503-1510). Terzo di grosso. D/ Croce patente. R/ San Terenzio, nimbato, con tunica e grande manto, stante di fronte tiene nella destra un ramo di palma e nella sinistra la città. CNI 58/65 var. per legenda; Cav. PS 90. AG. 1.05 g. 20.50 mm. RR. Irregolarità del tondello, altrimenti. SPL. Ex Artemide XXVI, 2009, 896.
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Lot # 861 - Piacenza. Comune a nome di Corrado II (1140-1313). Grosso da 3 imperiali. D/ RA/CON/DI (Corrado). R/ (DE PLACEN) CIA su due righe intervallate da globetto. Nel contorno, due cunei. CNI 6; MIR (Emilia) 1106. AG. 1.82 g. 20.50 mm. R. SPL+.
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Lot # 862 - Ponte della Sorga. Bonifacio VIII (1294-1303), Benedetto Caetani. Duplo. D/ Busto mitrato di fronte regge chiave con la destra. R/ Croce patente; B nel secondo quarto. Ser. 1; M. 1; Berm. 165. MI. 1.09 g. 21.00 mm. RRR. Di estrema rarità. qBB/BB. Al secolo Benedetto Caetani (1235-1303), divenne papa col nome di Bonifacio VIII nel dicembre 1294 in seguito alla rinuncia di Celestino V (su cui pare abbia esercitato indebite pressioni). Indisse il primo Giubileo della storia della Chiesa nell'anno 1300. Fu avversario di Filippo il Bello re di Francia, contro il quale emise la bolla Unam Sanctam (18 novembre 1302), manifesto della teocrazia medievale; subì la ribellione dei cardinali Colonna, che lo accusavano di frode e simonia, e fece dunque assediare e distruggere la loro roccaforte in Palestrina, costringendoli a riparare in Francia. Ciò inasprì i rapporti già tesi col re di Francia, che a seguito all'oltraggio di Anagni lo fece imprigionare e ne provocò indirettamente la morte, nel 1303.
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Lot # 863 - Rimini. Sigismondo Pandolfo Malatesta (1432-1463). Quattrino. D/ Sole a otto raggi con croce potenziata al centro. R/ Figura quasi intera si San Giuliano entro sacco di fronte con ramo di palma nella destra e serpente nella sinistra. CNI -; Bellesia -; c. pp. 103-105; MIR (Emilia) 1358. MI. 0.84 g. 16.50 mm. RR. Di ottima conservazione per il tipo. Apparentemente non censito sui principali testi per la presenza in legenda del rovescio dei simboli globetto e crescente lunare. SPL.
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Lot # 864 - Roma. Brancaleone degli Andalò, Senatore di Roma (1252-1255) e (1257-1258). Grosso. D/ Leone gradiente a sinistra. R/ Roma in trono con globo nella destra e palma nella sinistra. CNI 40/49; M. 2; Berm. 96. AG. 3.46 g. 22.50 mm. R. Bel BB.
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Lot # 865 - Roma. Martino V (1417-1431), Oddone Colonna. Grosso. D/ Il Papa di fronte su trono ornato di due protomi di leoni, benedicente con la destra regge lunga asta con la sinistra. R/ Chiavi decussate con sopra colonna coronata. CNI 13; M. 12; Berm. 271. AG. 2.00 g. 23.50 mm. R. Patina riposata. BB+.
Capolavoro di Emiliano Orfini
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Lot # 866 - Roma. Paolo II (1464-1471), Pietro Barbo. Bolla plumbea. D/ •PAVLVS•/ PP•II• Il Papa seduto in trono a destra, tra due cardinali, riceve sette fedeli genuflessi. R/ •S•PAV - S•PET. San Paolo e San Pietro seduti di rimpetto su due stalli; tra loro, in basso, croce su piedistallo. Ser. 172. PB. 43.51 g. 38.50 mm. RRR. Conii ad opera di Emiliano Orifini. Esemplare di alto gusto incisorio, ricco di nitidi dettagli. Bel BB.
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Lot # 867 - Roma. Niccolò V (1447-1455), Tommaso Parentuccelli. Ducato. D/ Stemma Parentuccelli sormontato da tiara. R/ San Pietro stante di fronte con nimbo perlato regge con la destra chiave e libro con la sinistra. CNI -; M. 4; Berm. 326. AU. 3.53 g. 22.00 mm. SPL+.
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Lot # 868 - Roma. Leone X (1513-1521), Giovanni De Medici. Quarto di giulio o leone. D/ Stemma Medici sormontato da tiara, chiavi decussate e cimasa a fiore. R/ Mezza figura di San Pietro nimbato, di fronte, regge le chiavi con la destra e libro con la sinistra; in basso, a destra, nel giro, stemma Fugger. CNI 110; M. 35; Berm. 650. AG. 0.96 g. 20.00 mm. RRR. Molto raro. Bel BB+.
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Lot # 869 - Roma. Clemente VII (1523-1534). Doppio carlino. D/ Busto a sinistra, barbuto a testa nuda, con piviale ornato delle mezze figure di San Pietro e San Paolo e fibbia col Volto Santo. R/ Il Redentore, nimbato, volto a sinistra, solleva con la destra San Pietro immerso per metà nelle onde. CNI 60; M. 43; Berm. 841. AG. 5.49 g. 28.00 mm. R. Esemplare di ottima fattura con un ritratto di grande forza e stile. qSPL. I conii sono opera di Benvenuto Cellini.
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Le Monete dei Papi e degli Stati Pontifici. ORIGINALE COMPLETO

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Lot # 870 - Roma. Clemente VII (1523-1534), Giulio De Medici. Quarto di ducato ossidionale (1527). D/ Stemma semiovale gigliato, sormontato da chiavi decussate e tiara. R/ Q / VAR / T / DVC / simbolo di zecchiere con F retrograda su crescente. CNI 171; M. 36; Berm. 839. AG. 7.95 g. 31.00 mm. RRR. Di grande rarità. Salto di metallo e segni al diritto. BB+. Il periodo a cui appartiene questa moneta è sicuramente uno tra i più difficili che Roma e lo Stato della Chiesa abbiano mai visto. La mattina del 6 maggio 1527, a seguito della discesa dal Nord Europa, gli Imperiali cominciarono l'attacco a Roma. Il contingente più numeroso dell'esercito era costituito dai seimila soldati spagnoli agli ordini di Carlo di Asburgo. A essi si aggiungevano le fanterie italiane di Fabrizio Maramaldo, di Sciarra Colonna e di Luigi Gonzaga 'Rodomonte'; molti cavalieri si erano posti sotto il comando di Ferrante I Gonzaga e del principe d'Orange Filiberto di Chalons; inoltre si erano accodati anche molti disertori della Lega, i soldati licenziati dal papa e numerosi banditi attratti dalla speranza di rapine. L'assalto si concentrò tra il Gianicolo e il Vaticano. Carlo di Borbone fu tra i primi ad attaccare ma, mentre saliva su una scala, fu ferito gravemente da una palla d'archibugio, probabilmente scagliata da Benvenuto Cellini. Ricoverato nella chiesa di Sant'Onofrio, il Borbone morì nel pomeriggio. Ciò accrebbe l'impeto degli assalitori, che, a prezzo di gravi perdite, riuscirono a entrare nel quartiere del Borgo. Mentre i lanzichenecchi tedeschi, coperti dal fuoco degli archibugi, conquistavano gran parte delle mura avanzando impetuosamente, le truppe pontificie ripiegavano in rotta senza possibilità di contenimento. Il papa, che era in preghiera in San Pietro, fu condotto attraverso il passetto a Castel Sant'Angelo mentre 189 Guardie svizzere si fecero trucidare per difendere la sua fuga. Privi di comando, i lanzichenecchi, fino ad allora frustrati da una campagna militare deludente, si diedero al saccheggio e alla violenza sugli abitanti della città partendo dal Borgo Vecchio e dall'ospedale di Santo Spirito. Furono profanate tutte le chiese, furono rubati i tesori e furono distrutti gli arredi sacri. Le monache furono violentate, così come le donne che venivano strappate dalle loro case. Furono devastati tutti i palazzi dei prelati e dei nobili con l'eccezione di quelli fedeli all'imperatore. Papa Clemente VII si trovò rifugiato nell'imprendibile Castel Sant'Angelo. Il 5 giugno però, dopo aver accettato il pagamento di una forte somma per il ritiro degli occupanti, si arrese e fu imprigionato in un palazzo del quartiere Prati in attesa che versasse il pattuito. La resa del papa era però uno stratagemma per uscire da Castel Sant'Angelo e, grazie agli accordi segretamente presi, fuggire dalla città alla prima occasione. Il 7 dicembre una trentina di cavalieri e un forte reparto di archibugieri agli ordini di Luigi Gonzaga 'Rodomonte', assaltarono il palazzo liberando Clemente VII che venne travestito da ortolano per superare le mura della città e, poi, scortato a Orvieto. Nell'iconografia pittorica, Clemente VII a partire dal 1527 verrà dipinto con una barba bianca, pare divenuta tale in tre giorni, a seguito del dolore causatogli dal sacco. Oltre alla forte somma per il ritiro degli occupanti, il papa a garanzia dovette consegnare come ostaggi Giovanni Maria del Monte (futuro Papa Giulio III), arcivescovo Sipontino; Onofrio Bartolini, arcivescovo di Pisa; Antonio Pucci, vescovo di Pistoia e Gian Matteo Giberti, vescovo di Verona. Questa moneta, coniata proprio durante l'assedio di Castel San'Angelo, può essere definita a tutti gli effetti una moneta “ossidionale” per le caratteristiche che hanno portato alla sua coniazione. Il fiorentino Domenico de' Rossi, compagno di prigionia del Papa, ricorda così la resa nelle sue “memorie storiche” : ...Il primo capo fu, che Sua santità pagasse 400.000 ducati all'esercito cesareo in tre paghe, cioè 100 mila presentemente, 50 mila tra venti giorni, cioè per tutto il giorno 26 dello stesso mese di giugno, e li restanti 250 mila fra due mesi prossimi. Furono chiamati in Castello gli zecchieri e immediatamente datogli l'oro e l'argento, che vi era dentro rifugiato, ne furono improntati i 100 mila scudi promessi e presentemente pagati; gli altri 50 mila li andavano mettendo insieme, di candelieri, croci, vasi ed ornamenti di Reliquie, quali fatti improntare con le teste di S. Pietro e Paolo , e con l'arme di Sua Santità, furono similmente pagati a quelle insaziabili turbe'.
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Lot # 871 - Roma. Gregorio XIII (1572-1585), Ugo Boncompagni. Testone. D/ Stemma Boncompagni sormontato da chiavi decussate e tiara; in alto a sinistra, alla fine del giro, armetta Ceuli. R/ Il Presepio con San Giuseppe a sinistra e la Beata Vergine a destra genuflessi in atto di adorazione al Bambino coricato in terra tra loro due; sullo sfondo la capanna con il buo e l'asinello; sopra grande stella. In basso a destra, nel giro, armetta Ceuli. CNI 438; M. 36; Berm. 1154. AG. 8.97 g. 30.00 mm. RR. Foro portativo. qBB/BB.
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Lot # 872 - Roma. Sisto V (1585-1590), Felice Peretti. Bolla con pergamena. D/ + SIXTVS PAPA V su quattro righe. R/ Teste degli Apostoli San Pietro e San Paolo; tra loro, croce; sopra, SPA-SPE (San Pietro - San Paolo). Ser. 347. PB. 37.00 mm. 30 X 20,5 cm. Buona conservazione. Pergamena di difficile lettura in cui si riconosce però nella prima riga il riferimento alle città di Fossombrone, Senigallia e Fano. BB.
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Lot # 873 - Roma. Innocenzo X (1644-1655) Giovanni Battista Pamphili. Bolla. D/ + INNOCENZO PAPA X su quattro righe. R/ Teste degli Apostoli San Pietro e San Paolo; tra loro, croce; sopra, SPA-SPE (San Pietro - San Paolo). Ser. 179. PB. 46.90 g. 39.00 mm. Conservazione eccezionale. FDC.
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Lot # 874 - Roma. Clemente IX (1667-1669) Giulio Girolamo Rospigliosi. Mezzo grosso. D/ Stemma Rospigliosi sormontato da chiavi decussate e triregno. R/ Testa nimbata di San Pietro volta a destra. CNI -; M. 16; Berm. 1976. AG. 0.83 g. 15.50 mm. SPL.
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Lot # 875 - Roma. Sede Vacante (1676), Camerlengo Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri. Piastra 1676. D/ Stemma ovale Altieri ornato di conchiglia, sovrapposto a croce di Malta, sormontato da croce, cappello con cordoni e fiocchi, chiavi decussate con doppio cordone e padiglione. R/ Lo Spirito Santo in forma di colomba raggiante; sotto, venti fiammelle in tre linee; in esergo, RO MA inframezzato da segno di zecca del presidente di zecca Monsignor Giuseppe Renato Imperiali. CNI 1; M. 1; Berm. 2059. AG. 31.97 g. 43.50 mm. Leggera patina dorata. SPL.
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Lot # 876 - Roma. Innocenzo XI (1676-1689), Benedetto Odescalchi. Testone A. IX 1685. D/ Stemma Odescalchi sormontato da chiavi decussate e triregno. R/ MELIVS/ EST DARE/ QVAM/ ACCIPERE/ 1685 in cartella decorata. CNI 107; M. 100; Berm. 2102. AG. 9.05 g. 32.00 mm. Patina riposata. Encapsulated by Classical Coin Grading MS 61.
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Lot # 877 - Roma. Alessandro VIII (1689-1691), Pietro Ottoboni. Testone A. I. D/ Busto a destra con camauro, mozzetta e stola ornata; sotto, HAMERANVS. R/ Due buoi, aggiogati ad un aratro, gradienti a destra; ai lati, due spighe; in esergo, data in caratteri romani inframezzata da stemma cardinalizio (Mons. Giovanni Battista Patrizi). CNI 27; M. 16; Berm. 2176. AG. 9.02 g. 31.50 mm. Patina di monetiere. Schiacciature, altrimenti. qSPL/SPL.
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Lot # 878 - Roma. Benedetto XIV (1740-1758), Prospero Lambertini. Zecchino 1740 A. I. D/ L'allegoria della Chiesa raggiante su nubi seduta di fronte, regge le chiavi con la destra e tempietto con la sinistra. R/ Stemma Lambertini sormontato da tiara e chiavi decussate; sopra, colomba in volo. CNI 1; M. 2; Berm. 2727. AU. 3.40 g. 22.00 mm. RR. Fondi lucenti. qFDC/FDC.
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Lot # 879 - Roma. Benedetto XIV (1740-1758), Prospero Lambertini. Zecchino 1741. D/ L'allegoria della Chiesa raggiante su nubi seduta di fronte, regge le chiavi con la destra e tempietto con la sinistra. R/ Stemma Lambertini sormontato da tiara e chiavi decussate; sopra, colomba raggiante in volo. Cf. CNI 69/71; Cf. M. 8/10; Cf. Berm. 2729. AU. 3.40 g. 21.00 mm. RR. Apparentemente la tipologia dello stemma non è censita sui principali testi. SPL+/qFDC.
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Lot # 880 - Roma. Pio VI (1775-1799), Giovanni Angelo Braschi. 60 Baiocchi A. XXIII, 1797. Falso d'epoca. Cf. CNI 360-361; Cf. M. 62-63; Cf. Berm. 2973. MI. 16.18 g. 38.00 mm. RRR. Interessante falso d'epoca, fuso sui tipi di Pio VI. qSPL. Alcune imprecisioni, come l'inversione delle iniziali dell'incisore al rovescio e alcune 'insicurezze' sulle lettere N e sulla parte bassa dello scudo a sinistra del diritto (tracce non seguite o riviste di un progetto originario?) denunciano la produzione non ufficiale. Ad un'osservazione attenta sono poi emersi dei tratti compatibili con la fusione, come la sgranatura di alcune lettere e tracce di sbavatura su altre.
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Lot # 881 - Roma. Pio VII (1800-1823), Barnaba Chiaramonti. Scudo 1802 A. III. D/ Stemma Chiaramonti sormontato da tiara e chiavi. R/ L'allegoria della Chiesa raggiante su nubi seduta di fronte, regge le chiavi con la destra e tempietto con la sinistra; sotto, a sinistra G. HAMERANI e al centro, stemma Lante. CNI 41; M. 6a; Berm. 3220. AG. 26.27 g. 41.00 mm. Esemplare dal nitido dettaglio e di ottima conservazione con principio di patina dorata. SPL+/qFDC.
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Lot # 882 - Roma. Gregorio XVI (1831-1846), Bartolomeo Alberto Cappellari. Bolla con pergamena 1834. D/ GREGORIVS/ PAPA/ XVI su tre righe; sopra, croce raggiante; tutto entro corona di alloro. R/ Teste degli Apostoli San Pietro e San Paolo; tra loro, croce; sopra, S.P/S.P. Ser. 309. PB. 47 x 33.6 cm. Ottima conservazione sia della bolla che della pergamena. SPL.
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Lot # 883 - Roma. Pio IX (1846-1878), Giovanni Mastai Ferretti. 10 soldi 1866. Pag. (decimali) 577; Mont. 386. AG. 2.52 g. 19.00 mm. Patina iridescente. Conservazione eccezionale. Encapsulated by Classical Coin Grading MS 64.
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Lot # 884 - Roma - Città del Vaticano. Pio XI (1922-1939). 100 lire 1929 A. VIII. D/ Busto del Pontefice a destra con zucchetto e piviale. R/ Cristo di prospetto reggente lo scettro e il globo; ai suoi piedi, un bimbo in ginocchio. Pag. (decimali) 612; Mont. 421. AU. 8.79 g. 23.50 mm. Minimi colpetti al ciglio. SPL/SPL+.
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Lot # 885 - Roma - Città del Vaticano. Pio XII (1939-1958), Eugenio Pacelli. 100 lire 1950 A. XII per l'Anno Santo. D/ Busto a sinistra con triregno e piviale. R/ Il Pontefice, tra la sua corte, apre la Porta Santa con martello. Pag. (decimali) 716; Fried. 289. AU. 5.20 g. 21.00 mm. R. qFDC/SPL+.
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Lot # 886 - Salerno. Siconolfo Principe (839-849). Denaro. D/ Monogramma di Siconolfo disposto a croce. R/ Croce potenziata su tre gradini; ai lati, triangolino e globetto. Bellizia 3; MEC 1, 72-73; D'Andrea-Contreras (Campania) 64. AG. 1.29 g. 17.50 mm. RR. Molto raro. qSPL/SPL.
Follaro inedito di Mansone Duca di Amalfi
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Lot # 887 - Salerno. Mansone III o IV Duca di Amalfi, Vicario e Patrizio Imperiale (981-983). Follaro. D/ Mano aperta. R/ Cavallo gradiente a destra con testa rivolta all'indietro. Cfr. Bellizia 64 e 65. Travaini -. Cf. D'Andrea-Contreras 18. AE. 1.86 g. 29.00 mm. RRRR. Della più grande rarità. L'accoppiamento dei conii, censiti singolarmente dal Bellizia e da altri testi specialistici in materia e associati a monete già di estrema rarità non è noto. Dubbia è l'attribuzione alla zecca di questi esemplari che sono stati classificati sia per la zecca di Amalfi che per la zecca di Salerno. Come in esemplari analoghi le tracce di ribattitura sono evidenti e da esse possiamo intuire che il sottotipo era già un follaro 'normanno' in quanto si riesce a leggere V DVX da un lato e il busto di San Matteo dell'altro. Il cavalo che appare al rovescio così come la mano non lascia dubbio in merito all'attribuzione a Mansone. La moneta ci risulta inedita. BB.
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Sudio sulle monete della zecca di Salerno

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Lot # 888 - Salerno. Guaimario III (994-1027). Tari ad imitazione di quello di Al Muizz. D/ Globetto entro due giri di legenda pseudo cufica. R/ Globetto entro due giri di legenda pseudo cufica. Bellizia 21; Travaini 1995 36; D'Andrea-Contreras (Campania) 85. AU. 1.03 g. 17.00 mm. RRR. Estremamente rara. Inizialmente attribuiti a Gisulfo I, oggi questi tarì, che sono i primi coniati a Salerno come imitazione delle monete dell'emiro Al Muizz, sono assegnati a Guaimario III per analogia con alcuni esemplari che recano il suo nume in caratteri latini. SPL. Ex Artemide XLIX, 2018, 671.
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Lot # 889 - Salerno. Roberto il Guiscardo (1059-1085) (?). Follaro degenerato ad imitazione del follis anonimo di classe B (periodo di Romano III). D/ Busto frontale nimbato di Gesù Cristo. R/ Grande croce latina; tra le braccia, lettere degenerate. Bellizia -; Cf. Travaini 1995 - (vengono citati esemplari analoghi nel testo ); D'Andrea-Contreras (Normans) -. AE. 1.56 g. 21.00 mm. RR. BB.
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Lot # 890 - Salerno. Roberto il Guiscardo (1077-1085). Follaro. D/ Busto di fronte con pendenti gemmati, nella destra una croce e nella sinistra un'ampolla. R/ Fortificazioni di Salerno con torri a cupola e archi. In esergo VICTORI/A. Bellizia 67; Travaini 1995 32; D'Andrea-Contreras (Normans) 24. AE. 5.91 g. 31.00 mm. RRR. Di peso superiore alla media degli esemplari censiti. Di modulo largo e di ottima conservazione per il tipo. Bel BB. Ex Artemide XLIX, 2018, 680.
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Lot # 891 - Salerno. Roberto il Guiscardo (1077-1085). Follaro. D/ Busto frontale di Cristo nimbato; ai lati, IC XC (Gesù Cristo Vittorioso). R/ XC RE / XC IMPE su due righe. Bellizia 69; Travaini 1995 34; D'Andrea-Contreras (Normans) 25. AE. 3.12 g. 30.50 mm. RR. Tracce di ribattitura. Di chiara lettura e flan molto largo. Bel BB.
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Lot # 892 - Salerno. Ruggero Borsa (1085-1111). Follaro con San Matteo. D/ Busto frontale di San Matteo; ai lati, S - M. R/ ROGE RIVS DVX su tre righe. Bellizia 80; Travaini 1995 86; D'Andrea-Contreras (Normans) 32. AE. 6.00 g. 29.00 mm. Di peso considerevole per via del fatto che è stato ribattuto su un follis bizantino di cui sono evidenti le tracce, probabilmente un esemplare di classe A2 (Basilio II e Constantino VIII, AD 976-1025). BB+.
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Lot # 893 - Salerno. Ruggero Borsa (1085-1111). Follaro. D/ Busto frontale con lungo scettro; ai lati, due astri a otto raggi. R/ ROGE RIVS DVX (Ruggero Duca) su tre righe. Bellizia 83; Travaini 1995 87; D'Andrea-Contreras (Normans) 33. AE. 3.07 g. 23.50 mm. RR. Molto raro. Bel BB.
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Lot # 894 - Salerno. Ruggero Borsa (1085-1111). Follaro. D/ Busto del duca (?) a destra con infula. R/ ROGE/ RI VS/ DVX su tre righe. Bellizia 86; Travaini 1995 89; D'Andrea-Contreras (Normans) 35. AE. 2.55 g. 23.50 mm. RRR. Molto raro. BB+.
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Lot # 895 - Salerno. Ruggero Borsa (1085-1111). Follaro. D/ Busto frontale di Cristo nimbato; ai lati, IC XC (Gesù Cristo Vittorioso). R/ ΡωΓΕ ΡΙΟC ΔOVS (Ruggero Duca) su tre righe. Bellizia -; Travaini 1995 91; D'Andrea-Contreras (Normans) 37. AE. 2.91 g. 23.00 mm. RR. Molto raro. Splendido per il tipo. SPL. La particolarità della legenda in greco ha portato alcuni autori tra cui Grierson ad identificare questa emissione tra le prime del duca normanno, probabilmente attribuibili alla zecca di Bari o Brindisi con l'intento di affermare la sovranità a tutti coloro che ancora parlavano la lingua greca. Studi successivi confermano però come il greco fosse lingua comune anche a Salerno e, a seguito della conferma del rinvenimento di alcuni esemplari di questo tipo presso i siti locali (Foresio 1891), la zecca di emissione è stata riassegnata a Salerno.
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Lot # 896 - Salerno. Guglielmo (1111-1127). Follaro. D/ Busto frontale di San Matteo nimbato; ai lati, S - M. R/ Croce patente; nei quarti, VI CTO RI A. Bellizia 73; Travaini 1995 118; D'Andrea-Contreras (Normans) 63. AE. 2.92 g. 23.00 mm. RRR. Rarissima. BB.
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Lot # 897 - Salerno. Guglielmo (1111-1127). Follaro. D/ Busto frontale di San Matteo nimbato; ai lati, S e M. R/ Croce patente; nei quarti V V DV (legate) X (Guglielmo Duca). Bellizia 104; Travaini 1995 119; D'Andrea-Contreras (Normans) 65. AE. 4.02 g. 19.00 mm. Di ottima conservazione. SPL.
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Lot # 898 - Salerno. Ruggero II (1105-1154). Tarì. D/ Monogramma di REX; sotto, legenda cufica (Ruggero Re). R/ Grande R (Ruggero) tra legenda cufica (Protettore della Cristianità). Bellizia 125; Travaini 1995 197; D'Andrea-Contreras (Normans) 148. AU. 0.84 g. 16.00 mm. RRRR. Della più grande rarità. qBB.
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Lot # 899 - Salerno. Guglielmo II (1166-1189). Tarì. D/ Stella a sei punte fra tre righe di legenda cufica (il Re / Guglielmo / secondo ). R/ W fra tre righe di legenda cufica (protettore / della Cristiani / tà). Bellizia 242; Travaini 1995 362; D'Andrea-Contreras (Normans) 341. AU. 0.86 g. 18.00 mm. RRR. Emissione di grande rarità. Bel BB.
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Lot # 900 - San Marino. Seconda monetazione (1931-1938). 10 lire 1931 PROVA. Pag. (prove) 575; KM PR 3. AG. RRR. Encapsulated by NGC MS 66.
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Lot # 901 - Siena. Repubblica (1180-1390). Grosso da 2 soldi. D/ Croce patente. R/ Grande S accostata da quattro crocette. CNI 42; MIR (Toscana, zecche) 489/1. AG. 1.89 g. 20.00 mm. RR. Simbolo nicchio. Metallo leggermente poroso. BB+.
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Lot # 902 - Siena. Repubblica (1180-1390). Grosso. D/ Croce patente. R/ Grande S. CNI -; MIR (Toscana, zecche) 495/7. AG. 0.96 g. 16.50 mm. RRRR. Simbolo scudo gotico crociato con crescente (Piccolomini ?). Tosato. Di estrema rarità. BB.
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Lot # 903 - Siena. Repubblica (1180-1390). Grosso. D/ Croce patente. R/ Grande S. CNI 59/60; MIR (Toscana, zecche) 495/3. AG. 1.57 g. 19.50 mm. NC. Simbolo chiave. BB+.
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Lot # 904 - Sulmona. Carlo III di Durazzo (1382-1385). Bolognino. D/ Le lettere S M P E (Sulmo mihi patria est) disposte a croce attorno a rosetta. R/ Busto frontale di San Pietro Celestino (Celestino V) mitrato e con piviale chiuso da rosetta. CNI p. 15; D'Andrea-Andreani p. 370; MIR (Italia merid.) 770. AG. 0.78 g. 18.00 mm. R. Bell'esemplare di modulo largo. Tracce di ribattitura. Bel BB+.
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Lot # 905 - Trento. Emissioni anonime a partire dal Vescovo Egnone di Appiano (c. 1250). Grosso o vigintenario. D/ Mezzo busto del Vescovo mitrato rivolto a sinistra regge con la sinistra pastorale e benedice con la destra. R/ Piccola croce potenziata e grande F. CNI 2; Rizzolli-Pigozzo T46. AG. 1.62 g. 21.00 mm. R. Di buona conservazione per il tipo. SPL.
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KEBER, A. Monete Italiane Regionali. Triveneto zecche minori, Istria, Dalmazia ed Albania.

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