Dea Moneta
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Lot # 16 - MANTOVA - Assedio Austro-Spagnolo (1629-1630) - Scudo ossidionale Argento - 25,99 gr. Diritto: Sant'Andrea nimbato stante di fronte regge una croce con la mano destra e tiene una pisside con la sinistra - Rovescio: crogiuolo con le verghe d'oro sulle fiamme. MIR 660/1 Molto rara Usuali screpolature di conio, ma esemplare di buona qualità per questa tipologia monetale. q.SPL Nel maggio del 1629 Luigi XIII di Francia, senza dichiarare formalmente guerra alla Spagna, sconfinò in Italia sconfiggendo Carlo Emanuele I presso il colle del Monginevro, liberando Casale dall'assedio ed occupando la fortezza di Pinerolo, imponendo così ai Savoia, con il trattato di Susa, di astenersi dalle ostilità contro il ducato di Mantova. L'intervento diretto dei francesi contro un alleato provocò la reazione immediata dell'Impero asburgico che inviò una spedizione punitiva in Italia: approfittando del rientro in patria di Luigi XIII, nel settembre del 1629 l'esercito imperiale, sotto il comando di Rambaldo XIII di Collalto, scese nella penisola attraverso la Valtellina, cingendo d'assedio Mantova, che resistette all'attacco e costrinse gli imperiali alla ritirata nel marzo 1630. La seconda offensiva ebbe inizio a giugno con l'assedio delle truppe al comando di Mattia Galasso e Johann von Aldringen. La città resistette a vari assalti, per circa un mese, malgrado fosse già colpita dalla peste. Nella notte tra il 17 e il 18 luglio un reparto di Rodolfo di Colloredo occupò di sorpresa la porta San Giorgio e le truppe imperiali in attesa penetrarono nell'Urbe. Il duca di Mantova e la famiglia furono costretti ad abbandonare la città mentre la reggia dei Gonzaga, Palazzo Ducale, venne spogliata di tutti i tesori artistici che la dinastia aveva accumulato nel tempo. Tristemente famoso è rimasto lo spoglio della biblioteca che era considerata una delle più ricche d'Italia. Le monete emesse durante l'assedio vennero presumibilmente coniate a partire dall'agosto del 1629. Gli autori non concordano su quali debbano effettivamente essere considerate ossidionali: studi recenti affermano che sia lo scudo del fiore, che la serie dello scudo con Sant'Andrea siano in realtà state coniate prima dell'assedio, e che durante il periodo ossidionale siano solamente state modificate la legende, inserendo la dicitura 'IN BELLO' sul talaro del fiore e 'MAN OBSES' sullo scudo con Sant'Andrea.
Lot # 48 - TASSAROLO e FOSDINOVO - Lotto multiplo di 5 luigini 1666: 4 della zecca di Tassarolo ed 1 di Fosdinovo Argento/mistura - 11,01 gr. Dritto: Busto femminile a destra ammantato; - Rovescio: Scudo francese coronato. Cammarano 368 (quattro esemplari) e 66. Varie conservazioni, tra BB e SPL Da esaminare. A partire dal 1656 le monete francesi da 5 soldi con l'elegante effige femminile della Principessa di Dombes Anna Maria Luisa d'Orléans, divennero di gran moda nell'Impero ottomano ed utilizzate addirittura come ornamento. Presto iniziò una forte speculazione che portò alla coniazione di questa tipologia anche oltralpe, principalmente nell'area ligure, da parte di nobili titolari di zecche e del diritto di battere moneta. Queste coniazioni di imitazione furono caratterizzate, nel giro di pochissimi anni, dal drastico abbassamento dell'intrinseco di argento contenuto. Nel 1667 questi traffici causarono l'esplosione di un forte scandalo a livello internazionale che portò alla limitazione della coniazione e circolazione dei luigini. Visto l'enorme numero degli attori coinvolti, di tali monete esistono numerosissime piccole varianti che risultano essere di notevole interesse per i collezionisti della tipologia. Prendendo ad esempio l'esemplare qui presente per la zecca di Fosdinovo del 1666, evidenziamo la mancanza dei due usuali globetti intorno al giglio in esergo al /R, piccola differenza che, pur non aumentandone la rarità, risulta apparire in asta pubblica con meno frequenza rispetto all'omologo con globetti.