Firenze. Repubblica sec. XIII-1532. Emissioni del sec. XIV. 1376/II semestre. Fiorino (segno targa con LIB: Benedetto Alberti) AV gr. 3,52. Bernocchi 1885/7. MIR 11/20. Molto raro. Migliore di BB Giovanni Villani ebbe l’importantissima idea di istituire il Libro della zecca di Firenze, opera attraverso la quale è stato possibile individuare i signori della zecca fiorentina dal 1316 in poi. Grazie al cosiddetto Fiorinaio è oggi possibile attribuire l’emissione di questo fiorino a Benedetto Alberti, signore della zecca nel secondo semestre del 1376. Il motto LIB che appare al rovescio della moneta, entro cartiglio, starebbe per Libertas e andrebbe riferito alla libertà che i fiorentini vollero affermare su ogni altra supremazia negli anni in cui il papato cercò di assoggettare molti territori dell’Italia centrale. I fatti vanno collocati tra il 1375 e il 1378, ovvero anni nei quali papa Gregorio XI voleva ricondurre molti comuni sotto la propria autorità. Avendo in progetto di riportare la sede papale a Roma era necessario restituire forma al nascente Stato Pontificio. La Repubblica di Firenze, in questo, rappresentava un ostacolo e perciò andava sottomessa. Il pretesto per entrare in conflitto fu quando il cardinal legato di Bologna rifiutò ai fiorentini una fornitura di grano mettendo in grave crisi di rifornimenti la città del giglio. Si aveva particolare necessità di quegli approvvigionamenti perché In quel tempo John Hawkwood, mercenario inglese al soldo pontificio, meglio noto come Giovanni Acuto, devastava le campagne fiorentine e il pericolo di carestia era sempre più imminente. A seguito di ciò il governo della Repubblica decise di eleggere “Otto magistrati della Guerra”, scelti tra i più notabili della città, per contrastare le mire di conquista del papa. Il conflitto che ne scaturì viene comunemente definito “Guerra degli Otto Santi”, dal nome che i fiorentini diedero agli otto magistrati repubblicani. Si arrivò alla pace nel 1378, sottoscritta a Tivoli il 28 luglio di quell’anno, con il nuovo pontefice Urbano VI. Decisamente affascinante, e storicamente intrigante, il motto che reca questo raro fiorino ci riporta alla ferma volontà dei fiorentini di mantenere le loro istituzioni repubblicane, simboleggiate non solo dal giglio impresso al dritto e dal San Giovanni che benedice al rovescio, ma anche dal segno di zecca che Benedetto Alberti decise di adottare per il suo semestre di direzione. Va ricordato, infine, che l’importanza economica del fiorino durante il XIV secolo lo rendeva veicolo di immagine di un libero potere civico che mai, almeno in quel contesto storico, avrebbe ceduto le proprie legittime prerogative.