Chieti. Monetazione autonoma (1459-1463). Doppio bolognino. D/ Croce patente con le estremità un poco aperte. R/ San Giustino nimbato e mitrato stante di fronte, benedice con la destra e regge pastorale con la sinistra. CNI 3; MIR (Italia merid.) 410. 1.00 g. 20.00 mm. RRR. Di estrema rarità. BB. Questa tipologia monetale si coniò negli Abruzzi in quei burrascosi giorni in cui Ferdinando I d'Aragona cercava di riconquistare il trono minacciato dal rivale Carlo VIII. Questo esemplare si contraddistingue per lo scudo aragonese presente nel giro, a testimoniare la devozione dei cittadini al loro sovrano durante la congiura dei baroni. Chieti, come altre zecche (Atri e Cittaducale) coniò autonomamente, senza regia concessione tra il 1459 e il 1463. La presenza dello scudo Aragonese nel giro testimonia la fedeltà della città nei confronti del sovrano Aragonese. Il peso di questa moneta, tanto diverso dal napoletano ma analogo agli esemplari pontifici, dimostra l'autonomia della coniazione avente corso ristretto a soli paesi di confine tra il regno di Napoli e gli stati della Chiesa. La turbolenza di questo periodo è testimoniata anche dall'estrema rarità di esemplari giunti sopravvissuti alla ritiro da parte delle autorità emittenti e allo sfregio spesso operato dagli oppositori sullo scudetto d'Aragona.