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Lot # 543 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia - Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Coppa Schneider - Regia Aeronautica – Aviazione – Venezia – Estremamente Rara. (RRRR) Medaglia portativa, con appiccagnolo a forma di cambretta ed anello, emessa a ricordo della manifestazione sportiva denominata Coppa Schneider del 1927.Al dritto la riproduzione della Coppa Schneider, vale a dire una figura femminile alata, con casco da aviatore, che cala dal cielo a consolare e baciare dei piloti caduti e travolti dalle onde; la legenda propone la scritta: COPPA SCHNEIDER XXV – IX – MCMXXVII. Sul rovescio invece è rappresentato, in alto, un idrovolante in volo; sotto, si vede l’Hotel Excelsior che si erge sopra la distesa del Mar Adriatico. In primo piano vi è un leone di San Marco andante a sinistra, fra due rami di alloro. Opus Stefano Johnson. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 25.3mm, 7.9g.). Non censita nei repertori da noi consultati. Conservazione BB. La Coppa Schneider vide per ben tre volte come campo di gara lo spazio aereo sopra il Lido. Ideata sin dal 1911 come incoraggiamento al progresso tecnologico per l’aviazione civile, fu però il pilota e imprenditore francese Jacques P. Schneider (1879 – 1928) ad assegnarle, nel 1912, una valenza di gara di pura velocità; a tal fine egli donò alla Federazione aeronautica francese la celebre coppa, del valore di 25000 franchi. L’aeroclub che avesse vinto 3 gare di fila oppure 3 gare in 5 anni avrebbe tenuto la coppa e il pilota vincente avrebbe ricevuto 75000 franchi. La prima e la seconda edizione ebbero luogo rispettivamente nel 1913 e 1914 a Monaco ma la serie venne interrotta dallo scoppio del primo conflitto mondiale. La terza edizione si svolse dunque solo nel 1920 proprio a Venezia. Gli italiani furono praticamente gli unici partecipanti, dato che gli altri concorrenti erano stati impossibilitati a prender parte alla gara da problemi tecnici. Il 7 agosto dell’anno seguente ebbe luogo la quarta edizione, sempre a Venezia; la vittoria arrise ancora all’Italia, ma anche in questa occasione il numero dei partecipanti stranieri era stato ridottissimo. Ben diversa fu la nona edizione, quella del 1927, che vide l’iscrizione di equipaggi statunitensi, francesi e inglesi; alla fine però a sfidare i piloti italiani ci fu solo l’agguerrita squadra inglese, così la gara che doveva disputarsi il 25 settembre finì per diventare una competizione tra Italia e Inghilterra. Inutile sottolineare che il governo fascista intravide nell’avvenimento una ghiotta opportunità per affermare il nome della nazione nel mondo e soprattutto esaltare il regime ostentando le capacità tecnologiche italiane: insomma un formidabile strumento di propaganda. Gli effetti non tardarono a farsi sentire: l’attesa e la curiosità per la competizione furono enormi e il pubblico accorse numerosissimo, tanto che ne restò memoria per anni. Ancora il 19 settembre del 1931, confrontando la partecipazione di spettatori alle varie edizioni del Concorso Internazionale Motonautico, con quanto era successo con la Coppa Schneider del 1927, la “Gazzetta di Venezia” riportava: “Gli organizzatori avevano ancora negli occhi la visione della folla immensa, strabocchevole, che, riversatasi a Venezia da tutte le parti d’Italia per assistere al duello della nostra aviazione con l’aviazione britannica aveva addirittura sommerso in una marea di corpi umani Venezia ed il Lido. […]”. La coppa Schneider, esposta all’entrata del Museo Correr fu meta di un autentico, interminabile pellegrinaggio. La spiaggia venne divisa in cinque settori; la zona A (capanne comunali di San Nicolò) e la zona F (capanne comunali a destra del Palazzo del mare, corrispondenti alle attuali Miramare e Sorriso) permisero il libero accesso al pubblico. La zona D (grosso modo zona del Blue Moon fino al primo ingresso di Venezia Spiagge) prevedeva un biglietto da 5 lire; la zona B (corrispondente alle attuali spiagge del Consorzio e delle Quattro fontane) era a disposizione di quanti avevano acquistato la speciale tessera ferroviaria che dava diritto a sconti per il viaggio in treno (in pratica il biglietto costava 5 lire per chi risiedeva in Veneto e 10 lire per gli altri). La zona E (quella delle capanne del Des Bains) era riservata alla Compagnia Italiana Grandi Alberghi ed infine la zona C (quella dell’Excelsior) metteva a disposizione terrazza e spiaggia pagando un biglietto di 15 lire. Infine, alle autorità erano stati riservati il salone da pranzo e la grande terrazza coperta dell’Hotel. Il regolamento prevedeva che gli aerei dovessero ripetere più volte un percorso triangolare fino a coprire 350 chilometri. Punto di partenza e di arrivo era costituito dallo spazio antistante l’Hotel Excelsior. Domenica 25 settembre, quando tutto era ormai pronto e a Lido erano accorse 150000 persone un violento vento di scirocco costrinse gli organizzatori a rinviare la competizione al giorno successivo. Dunque la gara si svolse il 26 settembre e vide la vittoria degli inglesi, che sbaragliarono la concorrenza con il loro Supermarine S.5 ottenendo sia il primo che il secondo posto. Certo sui manifesti e sulle locandine rimase l’indicazione del 25 settembre come giorno di svolgimento della gara e così pure sulla medaglia appositamente coniata. Questa edizione fu l’ultima annuale: successivamente infatti si decise di svolgere le gare ogni due anni per permettere ai concorrenti di avere più tempo per la preparazione delle macchine. L’Inghilterra vinse anche le due edizioni successive (1929 e 1931) ottenendo così le tre vittorie necessarie per aggiudicarsi definitivamente la coppa che attualmente è conservata, insieme all’aereo vincitore, al “Museo della Scienza” di Londra (da “Rombo di motori” al Lido, un percorso attraverso le medaglie di Leonardo Mezzaroba).  
Lot # 544 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia - Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Coppa Schneider – Regia Aeronautica - Aviazione – Venezia – Estremamente Rara (RRRR). Medaglia portativa, con appiccagnolo a forma di cambretta ed anello, emessa a ricordo della manifestazione sportiva denominata Coppa Schneider del 1927. Al dritto la riproduzione della Coppa Schneider, vale a dire una figura femminile alata, con casco da aviatore, che cala dal cielo a consolare e baciare dei piloti caduti e travolti dalle onde; la legenda propone la scritta: COPPA SCHNEIDER XXV – IX – MCMXXVII. Sul rovescio invece è rappresentato, in alto, un idrovolante in volo; sotto, si vede l’Hotel Excelsior che si erge sopra la distesa del Mar Adriatico. In primo piano vi è un leone di San Marco andante a sinistra, fra due rami di alloro. Opus Stefano Johnson. Realizzata in argento (AG) (Ø 26.4mm, 9.3g.). Non censita nei repertori da noi consultati. Conservazione SPL. La Coppa Schneider vide per ben tre volte come campo di gara lo spazio aereo sopra il Lido. Ideata sin dal 1911 come incoraggiamento al progresso tecnologico per l’aviazione civile, fu però il pilota e imprenditore francese Jacques P. Schneider (1879 – 1928) ad assegnarle, nel 1912, una valenza di gara di pura velocità; a tal fine egli donò alla Federazione aeronautica francese la celebre coppa, del valore di 25000 franchi. L’aeroclub che avesse vinto 3 gare di fila oppure 3 gare in 5 anni avrebbe tenuto la coppa e il pilota vincente avrebbe ricevuto 75000 franchi. La prima e la seconda edizione ebbero luogo rispettivamente nel 1913 e 1914 a Monaco ma la serie venne interrotta dallo scoppio del primo conflitto mondiale. La terza edizione si svolse dunque solo nel 1920 proprio a Venezia. Gli italiani furono praticamente gli unici partecipanti, dato che gli altri concorrenti erano stati impossibilitati a prender parte alla gara da problemi tecnici. Il 7 agosto dell’anno seguente ebbe luogo la quarta edizione, sempre a Venezia; la vittoria arrise ancora all’Italia, ma anche in questa occasione il numero dei partecipanti stranieri era stato ridottissimo. Ben diversa fu la nona edizione, quella del 1927, che vide l’iscrizione di equipaggi statunitensi, francesi e inglesi; alla fine però a sfidare i piloti italiani ci fu solo l’agguerrita squadra inglese, così la gara che doveva disputarsi il 25 settembre finì per diventare una competizione tra Italia e Inghilterra. Inutile sottolineare che il governo fascista intravide nell’avvenimento una ghiotta opportunità per affermare il nome della nazione nel mondo e soprattutto esaltare il regime ostentando le capacità tecnologiche italiane: insomma un formidabile strumento di propaganda. Gli effetti non tardarono a farsi sentire: l’attesa e la curiosità per la competizione furono enormi e il pubblico accorse numerosissimo, tanto che ne restò memoria per anni. Ancora il 19 settembre del 1931, confrontando la partecipazione di spettatori alle varie edizioni del Concorso Internazionale Motonautico, con quanto era successo con la Coppa Schneider del 1927, la “Gazzetta di Venezia” riportava: “Gli organizzatori avevano ancora negli occhi la visione della folla immensa, strabocchevole, che, riversatasi a Venezia da tutte le parti d’Italia per assistere al duello della nostra aviazione con l’aviazione britannica aveva addirittura sommerso in una marea di corpi umani Venezia ed il Lido. […]”. La coppa Schneider, esposta all’entrata del Museo Correr fu meta di un autentico, interminabile pellegrinaggio. La spiaggia venne divisa in cinque settori; la zona A (capanne comunali di San Nicolò) e la zona F (capanne comunali a destra del Palazzo del mare, corrispondenti alle attuali Miramare e Sorriso) permisero il libero accesso al pubblico. La zona D (grosso modo zona del Blue Moon fino al primo ingresso di Venezia Spiagge) prevedeva un biglietto da 5 lire; la zona B (corrispondente alle attuali spiagge del Consorzio e delle Quattro fontane) era a disposizione di quanti avevano acquistato la speciale tessera ferroviaria che dava diritto a sconti per il viaggio in treno (in pratica il biglietto costava 5 lire per chi risiedeva in Veneto e 10 lire per gli altri). La zona E (quella delle capanne del Des Bains) era riservata alla Compagnia Italiana Grandi Alberghi ed infine la zona C (quella dell’Excelsior) metteva a disposizione terrazza e spiaggia pagando un biglietto di 15 lire. Infine, alle autorità erano stati riservati il salone da pranzo e la grande terrazza coperta dell’Hotel. Il regolamento prevedeva che gli aerei dovessero ripetere più volte un percorso triangolare fino a coprire 350 chilometri. Punto di partenza e di arrivo era costituito dallo spazio antistante l’Hotel Excelsior. Domenica 25 settembre, quando tutto era ormai pronto e a Lido erano accorse 150000 persone un violento vento di scirocco costrinse gli organizzatori a rinviare la competizione al giorno successivo. Dunque la gara si svolse il 26 settembre e vide la vittoria degli inglesi, che sbaragliarono la concorrenza con il loro Supermarine S.5 ottenendo sia il primo che il secondo posto. Certo sui manifesti e sulle locandine rimase l’indicazione del 25 settembre come giorno di svolgimento della gara e così pure sulla medaglia appositamente coniata. Questa edizione fu l’ultima annuale: successivamente infatti si decise di svolgere le gare ogni due anni per permettere ai concorrenti di avere più tempo per la preparazione delle macchine. L’Inghilterra vinse anche le due edizioni successive (1929 e 1931) ottenendo così le tre vittorie necessarie per aggiudicarsi definitivamente la coppa che attualmente è conservata, insieme all’aereo vincitore, al “Museo della Scienza” di Londra (da “Rombo di motori” al Lido, un percorso attraverso le medaglie di Leonardo Mezzaroba).
Lot # 545 - Medaglie Italiane – Regno D’italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) – Croce Cavaliere Ordine Corona D’italia + Mignon. Croce da Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (37x41+16x17mm, 9.6+3.1g.) e mignon con scatolina d’epoca della Ditta Giardino Cravanzola di Roma, nastrino per abito civile e nastro aggiuntivo. Realizzata in filamenti in bagno d’oro e smalti policromi. Conservazione SPL, la scatolina è quella d’epoca con monogramma di VEIII sul piatto anteriore inciso in oro. Nastri originali d’epoca. La croce dell'Ordine era composta da una croce smussata in smalto bianco, i cui bracci erano uniti da nodi sabaudi d'oro. La decorazione, al centro, portava un tondo raffigurante la Corona Ferrea su campo blu. Sul retro, nello stesso tondo, era raffigurata l'aquila sabauda di nero su fondo oro. Aveva una dimensione di 35 mm per Cavalieri e Ufficiali e di 50 mm per Commendatori, Grandi Ufficiali e Gran Cordoni. Il nastro dell'ordine era rosso con una striscia bianca centrale della larghezza «di due ottavi della larghezza del nastro». I cavalieri portavano la croce dell'Ordine appesa all'occhiello; per gli ufficiali si aggiungeva una rosetta al nastro (come in questo caso). L'Ordine della Corona d'Italia era un'onorificenza del Regno d'Italia. Prima onorificenza a carattere "nazionale" del neonato regno italiano, venne istituita nel 1868 da re Vittorio Emanuele II. Istituito dal re Vittorio Emanuele II il 20 febbraio 1868, in occasione delle nozze del figlio Umberto con la principessa Margherita, per consacrare la quasi consolidata unità d'Italia, grazie all'annessione dei territori veneti, l'ordine si presentava come una variante meno elitaria dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dal momento che poteva essere conferito sia a civili sia a militari, senza distinzione di religione. L'Ordine però si distingueva da tutti i precedenti creati da Casa Savoia in quanto era il primo ad avere un carattere nazionale, legato indissolubilmente al Regno d'Italia. Il decreto del 1868 stabiliva le classi dell'ordine e il loro limite di numero (art. 4): 60 Gran Cordoni, 150 Grandi Ufficiali, 500 Commendatori e 2 000 Uffiziali (il numero dei Cavalieri rimase indeterminato). Umberto I nel 1885 stabilì un limite nel numero annuo di nomine (12 Cavalieri di Gran Croce, 30 Grandi Ufficiali, 100 Commendatori, 200 Ufficiali e 1 200 Cavalieri) al fine di porre anche l'Ordine della corona d'Italia sul medesimo piano del ben più antico Ordine mauriziano («le due istituzioni cavalleresche si rendano pel ristretto numero e per la qualità dei decorati sempre più degne della fama che meritano per la loro origine»). Da tali limiti erano escluse le nomine motu proprio del sovrano, le nomine a personalità estere e le nomine per funzionari a riposo. I limiti annui furono modificati nel 1890: 12 Cavalieri di Gran Croce, 40 Grandi Ufficiali, 150 Commendatori, 300 Ufficiali e 1 600 Cavalieri.  Un decreto ministeriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilì la ripartizione delle nomine tra i ministeri per l'anno 1892: Con decreto del 1911 furono posti nuovi limiti (periodo di due o tre per la nomina a un grado superiore) e l'Ordine della Corona d'Italia divenne propedeutico per l'ammissione nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Tale riforma a ogni modo fu mal vista soprattutto in certi ambienti aristocratici in quanto sovente l'Ordine della corona d'Italia era assegnato alla borghesia emergente proprio perché variante meno elitaria dell'Ordine mauriziano. Nell'Ordine delle precedenze a Corte e nelle funzioni pubbliche, stabilito tramite decreti, i decorati della Corona d'Italia seguivano puntualmente i parigrado sia dell'Ordine militare di Savoia sia dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Con il decreto del 1911 si garantiva dunque che per essere insigniti dell'Ordine mauriziano fosse necessario essere stati o venire insigniti almeno dello stesso grado dell'Ordine della Corona d'Italia da almeno un anno (art. 4). Da questa regola statutaria erano escluse le nomine motu proprio del Sovrano, come quelle dei principi di sangue o come quelle dei parenti stretti di casa Savoia. Alla cessazione della monarchia, il re Umberto II ha continuato a conferire l'Ordine della Corona d'Italia fino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1983. Data la richiesta degli aderenti, anche nel regime repubblicano, coloro che fossero stati insigniti di questa onorificenza poterono continuare a fregiarsene in pubblico con l'accortezza però di sostituire nelle barrette da divisa le corone reali con altrettante stellette a cinque punte. Questo status quo delle cose rimase sino al 1951 quando l'Ordine venne definitivamente sostituito con l'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Con la morte di Umberto II, questo ordine cessò ufficialmente di esistere e venne formalmente sostituito dall'Ordine al Merito di Savoia, fondato da suo figlio Vittorio Emanuele come ordine dinastico e non più legato quindi alla corona d'Italia. 
Lot # 552 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia - Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Reggimentale - Rara (R). Medaglia portativa con appiccagnolo ed anello.  Al dritto è raffigurata una battaglia campale, in alto vi è la scritta: “ECCO SAVOIA DE’ SVOI FASTI ALTERA / E DE’ SVOI DVCHI”, in basso a sinistra la sigla S.J. (Stefano Johnson). Al rovescio, in alto sono poste due medaglie della tipologia “al valor militare”, sotto la scritta: “PASTRENGO / 30 APRILE 1848” a sinistra, “MADONNA DELLA / SCOPERTA 1859” a destra, al centro una fascia recante la scritta: “FANTERIA – 1831- MAROLLES 1630 / DE CHALLES – 1659” sopra e poi sotto: “REGGIMENTO SAVOIA 1664”. Al centro lo stendardo del reggimento. Nella fascia superiore l’iscrizione “A T. MENNIELLO”. Al centro lo stendardo del reggimento (c.d. Drappella Colonnella) sovrapposto a cerchio recante il motto: “HAUD ULLI VIRTUTE SECUNDUS”. Nell'esergo le scritte: “STAFFARDA / 1690 - TORINO / 1706 / CASTELDELFINO 1744 / CAMPOSANTO 1743”, sullo sfondo foglie di quercia e di lauro. Riferimento Policchi n. FR00101. Realizzata in lega in Argento (AG) (Ø 24.8mm, 7.8g.). Venne emessa per la Brigata del Re, 1° Reggimento Fanteria. Che è del resto uno dei più antichi costituti. La sua prima denominazione fu “Reggimento San Giusto” mentre assunse la terminologia di “Reggimento Savoia” solo in epoca risorgimentale, è proprio in questo periodo che vennero assegnate le due Medaglie al Valore effigiate sulla medaglia; quella d’argento nel 1848 a “Pastrengo” e quella di bronzo nel 1859 alla “Madonna della Scoperta”. 
Lot # 581 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Firenze - Corrado Feroci – Silpa Bhirasri – Traversata del Po- Benito Mussolini – RRR (Rarissima). Medaglia portativa con appiccagnolo emessa a ricordo della Traversata del Po. Al dritto nuotatori verso dx, in quello in primo piano molti riconosco le fattezze di Benito Mussolini in basso FEROCI FIRENZE. Al rovescio in targa affiancata da due fasci littori di tipo imperiale con legenda CAMPIONATI ITALIANI 1932 X. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 26.2mm, 7.3g). Conservazione BB/SPL. Opus Corrado Feroci. Manca nei repertori da noi consultati. Silpa Bhirasri (in lingua thai: ศิลป์ พีระศรี), nato Corrado Feroci, (Firenze, 15 settembre 1892 – Bangkok, 14 maggio 1962) è stato uno scultore e incisore italiano naturalizzato thailandese. Dopo aver terminato gli studi artistici, lavorò presso laboratori di medaglie ed eseguì alcuni lavori di scultura; nel 1924 si trasferì nel Siam, l'odierna Thailandia, dopo che ebbe vinto un concorso per medaglisti addetti alla monetazione nazionale di quel regno. Rimase affascinato dallo stile di vita semplice e rilassato del popolo thai e dalle bellezze naturali del Paese a tal punto che vi sarebbe rimasto per il resto dei suoi giorni. Riscosse un enorme successo sia come artista che come docente di scultura e pittura, e fondò la prima Accademia di belle arti siamese. Nel gennaio 1944 ottenne la cittadinanza thailandese prendendo il nome locale Silpa Bhirasri. Per i meriti che ebbe nella diffusione della cultura e nella creazione di una nuova generazione di artisti, è considerato il padre dell'arte moderna e contemporanea thailandese.
Lot # 584 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Industria Tessile SNIA Torviscosa (Udine) – Non Comune (NC). Medaglia statica dalla particolare forma stondata realizzata nel 1940 per ricordare la società SNIA. Al dritto in alto: leone di San Marco tra volute Veduta prospettica degli Stabilimenti Torviscosa sotto in cartiglio legato a fasci obliqui: L'ITALIA HA LA SUA CELLULOSA = MUSSOLINI in basso a dx: JOHNSON. Al rovescio TORRE DI ZVINO 21 SETT. XVI = TORVISCOSA 21 SETT. XVIII entro piante di canna e in cartiglio: stemma turrito della SNIA sotto a sx: ME sotto, entro nastro: AB. _ AVTARCHIA • IMPE _ RIVM. Realizzata in bronzo patinato (AE) (Ø 59.5mm, 64.3g). Conservazione SPL. Opus Emilio Monti. In astuccio d’epoca marchiato Monnaie de Paris. Riferimenti Casolari XVIII-56. Torviscosa è un comune italiano di 2 589 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Il centro storico del capoluogo è stato costruito tra il 1938 e il 1960 dalla SNIA Viscosa, che si era insediata in questo territorio con un grande stabilimento industriale per la produzione di cellulosa per fibre tessili. Torviscosa è pertanto una città aziendale. Alcune delle caratteristiche estetiche e in particolare la piazza principale (piazza del Popolo) la fanno inoltre rientrare anche tra le città di fondazione di epoca fascista. Nel 1937, la SNIA Viscosa comincia ad acquistare vaste quantità di terreno nei dintorni di Torre di Zuino con l'obiettivo di iniziare una coltivazione su larga scala di Arundo donax, la comune canna gentile, da cui ricavare la cellulosa necessaria alla propria produzione di fibre tessili. I primi terreni acquistati, circa 1400 ettari, sono quelli della Società Anonima Bonifiche del Friuli e della Società Anonima Bonifiche Torre di Zuino. Sono terreni già bonificati e coltivati ormai da alcuni anni: le coltivazioni esistenti vengono perciò eliminate per piantare i rizomi della canna gentile. Nel corso del 1938 la SNIA acquista anche il tenimento di Malisana (circa 550 ettari, di proprietà di Vittorio Marchioro) e entra in possesso del tenimento di Torre di Zuino (circa 990 ettari), la cui compravendita verrà di fatto formalizzata solo nel 1940. Su questo terreno, formalmente di proprietà della S.a.s. Tenimento Torre di Zuino, la SNIA Viscosa costruisce lo stabilimento industriale destinato alla lavorazione delle materie prime per l'estrazione di cellulosa. Lo stabilimento viene inaugurato il 21 settembre 1938 alla presenza di Mussolini. Nel 1940 la SNIA Viscosa chiede e ottiene l'elevazione di Torre di Zuino, fino ad allora frazione di San Giorgio di Nogaro, a comune autonomo con il nome di Torviscosa.
Lot # 590 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia - Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Regia Aeronautica Militare. Medaglia portativa con appiccagnolo ed anello emessa nel 1934 per ricordare l'Esposizione Aeronautica Italiana di Milano. Al dritto Cinque aerei in volo su statua, vista dal basso, posta su base con fascio, a braccia alzate verso il cielo in basso, a dx: E. MONTI. Al rovescio fascio con lama a sx sovrapposto a testa volta a sx, posta su ala spiegata con I nel campo, tra stemma di Milano e biscione coronati: ESPOSIZIONE = DELL'AERONAVTICA = ITALIANA _ GIUGNO = OTTOBRE = MILANO 1934 • XII E.F. Riferimenti Casolari XII-81. Conservazione BB/SPL. Opus Emilio Monti. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 31.9mm, 16.4g). L'Esposizione aeronautica italiana fu una mostra che si tenne al Palazzo dell'Arte di Milano nel 1934, da giugno a ottobre. Sala d'Icaro di Giuseppe Pagano, scultura di Marcello Mascherini. Fu ideata da Marcello Visconti di Modrone, podestà di Milano e si proponeva di ricostruire la storia dell'aeronautica nazionale dalle origini al 1934. Nella mostra furono esposti numerosi velivoli tra i quali lo Sva di Gabriele D'Annunzio, utilizzato per la spedizione su Vienna, l'S55 con cui Italo Balbo aveva compiuto la traversata atlantica, l'apparecchio usato da Carlo Maria Piazza nella guerra in Libia e i resti dell'apparecchio di Francesco Baracca, l'Albatros da cui cadde a terra Mussolini durante un volo di allenamento. Nell'atrio figuravano intatti gli storici apparecchi di Cabruna e Novelli. L'esposizione aeronautica vide la partecipazione di importanti artisti e architetti dell'epoca, Giuseppe Pagano progettò la Sala d'Icaro. La mostra, infatti, fece proprio il modello espositivo della precedente Mostra della Rivoluzione fascista ovvero quello di accostare il materiale documentario esposto con rappresentazioni artistiche espressioniste per enfatizzarne il contenuto in chiave propagandista i successi italiani nel campo dell'aviazione. La facciata della mostra fu ideata dal pittore Erberto Carboni.
Lot # 593 - Medaglie Italiane – Croce Da Commendatore Ordine Merito (III classe) – Repubblica Italiana (Dal 1946) – Tipologia 1951/2001. Croce da Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nella versione assegnata nel periodo 1951-2001, comprensiva della rosetta per abiti civili. L'Ordine al merito della Repubblica italiana (spesso abbreviato OMRI) è il più alto degli ordini della Repubblica italiana. I colori dell'ordine sono il verde e il rosso. Il presidente della Repubblica italiana è il capo dell'ordine, retto da un consiglio composto di un cancelliere e sedici membri. La cancelleria dell'ordine ha sede a Roma. Il cancelliere attuale è il generale di Squadra Aerea Roberto Corsini. Istituito con la legge 3 marzo 1951, n. 178 e reso operativo nel 1952, l'Ordine al merito della Repubblica nacque con lo scopo di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell'economia e nell'impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». Il Presidente della Repubblica può conferire l'onorificenza, di propria iniziativa, per «benemerenze di segnalato rilievo nel campo delle attività sopra indicate e per ragioni di cortesia internazionale». Dal 30 marzo 2001 sono in vigore le nuove decorazioni per le varie classi di onorificenze. L'ordine è suddiviso nei seguenti gradi onorifici: cavaliere di gran croce decorato di gran cordone; cavaliere di gran croce; grande ufficiale; commendatore; ufficiale; cavaliere, detto anche cavaliere della Repubblica (come in questo caso). Al dritto e al rovescio croce latina con smalti bianchi, con stella bronzea a cinque punte al centro, nei quattro angoli quattro aquile ad ali aperte, sopra una corona turrita con smalti bianchi, rossi e versi, nastro verde con filetti rossi ai lati. Realizzata in bronzo dorato (AE) e smalti policromi (74x56mm ca., 45.4g.). Conservazione SPL/FDC. In astuccio d’epoca con distintivo repubblicano in metallo dorato sul piatto anteriore, prodotto dalla ditta Stefano Johnson di Milano - Roma.   
Lot # 594 - Medaglie Italiane – Croce Da Ufficiale Ordine Merito (IV Classe) – Repubblica Italiana (Dal 1946) – Tipologia 1951/2001. Croce da Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nella versione assegnata nel periodo 1951-2001, comprensiva della rosetta per abiti civili, versione mignon e nastrino per divisa militare. L'Ordine al merito della Repubblica italiana (spesso abbreviato OMRI) è il più alto degli ordini della Repubblica italiana. I colori dell'ordine sono il verde e il rosso. Il presidente della Repubblica italiana è il capo dell'ordine, retto da un consiglio composto di un cancelliere e sedici membri. La cancelleria dell'ordine ha sede a Roma. Il cancelliere attuale è il generale di Squadra Aerea Roberto Corsini. Istituito con la legge 3 marzo 1951, n. 178 e reso operativo nel 1952, l'Ordine al merito della Repubblica nacque con lo scopo di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell'economia e nell'impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». Il Presidente della Repubblica può conferire l'onorificenza, di propria iniziativa, per «benemerenze di segnalato rilievo nel campo delle attività sopra indicate e per ragioni di cortesia internazionale». Dal 30 marzo 2001 sono in vigore le nuove decorazioni per le varie classi di onorificenze. L'ordine è suddiviso nei seguenti gradi onorifici: cavaliere di gran croce decorato di gran cordone; cavaliere di gran croce; grande ufficiale; commendatore; ufficiale; cavaliere, detto anche cavaliere della Repubblica (come in questo caso). Al dritto e al rovescio croce latina con smalti bianchi, con stella bronzea a cinque punte al centro, nei quattro angoli quattro aquile ad ali aperte, sopra una corona turrita con smalti bianchi, rossi e versi, nastro verde con filetti rossi ai lati. Realizzata in bronzo dorato (AE) e smalti policromi (43x53mm ca., 21.5g.). Conservazione SPL/FDC (attenzione la croce è slegata dalla corona ferrea, la stessa presenta una saldatura laterale). In astuccio d’epoca anonima, prodotto dalla ditta Salerni di Miliano.