Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Granatieri di Savoia – Littoria – Falso d’epoca (?). Medaglia portativa, con cambretta sagomata, per il 10 Reggimento dei Granatieri di Savoia. D/ legenda GRANATIERI DI SAVOIA ADDIS ABEBA al centro fiamma dei Granatieri con inciso il numero 10 intorno SAVOIA ITALIA IMPERO. R/ corona di lauro chiusa in basso da nastro al centro nodo Savoia e legenda LITTORIA 12.10.1936 A XIV E.F.. Medaglia in Bronzo (AE) (ø 32.5mm, 14.3gr.). Conservazione BB. Non sono conosciuti falsi di questa medaglia, pertanto crediamo si possa trattare di un falso d’epoca, in particolar modo vista la sua provenienza che è il Sudafrica e probabilmente il campo di internamento dei prigionieri italiani durante la Seconda guerra mondiale (WW2), cioè Zonderwater, è probabile che qualche granatiere abbia riprodotto la medaglia per poterla esibire avendo perso l’originale. Viene costituito il 12 ottobre 1936 in attuazione della circolare n. 23480/356 del 6 ottobre, presso il deposito del 1° Reggimento "Granatieri di Sardegna" su comando, tre reggimenti Granatieri, una batteria armi di accompagnamento da 65/17. La nuova unità viene assegnata alla Divisione "Granatieri di Savoia" affiancata dall'11° Reggimento Granatieri e dal 60° Reggimento Artiglieria per d.f. e destinata al presidio di Addis Abeba. Nell'agosto 1937 il I battaglione granatieri, al comando del Cap. Enrico Andreini, si imbarca a Massaua con destinazione la zona internazionale di Shangai per assolvere a compiti di mantenimento dell'ordine pubblico e rientra ad Addis Abeba nel dicembre 1938. Dall'aprile 1938 il II battaglione viene distaccato dal Reggimento per partecipare alle operazioni di "grande polizia coloniale" nella zona del Nilo azzurro, fra Shafartak e Uscitar, e rientra ad Addis Abeba nel giugno 1938. Nell'agosto 1938 il Reggimento modifica l'organico sostituendo il III battaglione granatieri con un battaglione alpini. Il Reggimento viene sciolto per eventi bellici il 27 marzo 1941 dopo aver preso parte ai combattimenti di Cheren, sul fronte eritreo