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Lot # 853 - MEDAGLIE ITALIANE – REGNO D’ITALIA – VITTORIO EMANUELE III (1900-1945) – VENTENNIO FASCISTA (1922-1945) - GARIBALDI - FRONTE OCCIDENTALE – MONTENEGRO – ALBANIA - DALMAZIA – SLOVENIA. Medaglia con appiccagnolo a staffa ed anello della Divisione Cacciatori delle Alpi. Al dritto busto del generale Garibaldi di ¾ verso d. intorno scritta nodo Savoia 22 DIVISIONE CACCIATORI DELLE ALPI nodo Savoia in basso OBBEDISCO. Al rovescio milite in atto di lanciare una bocca verso dei nemici con esplosione a s. scritta FRONT OCCID. ALBANIA MONTENEGRO DALMAZIA CROAZIA SLOVENIA. Coniata in bronzo (AE) (31.8mm, 15.3g.). Riferimenti Bini 118. Nastrino d’epoca ma non corretto. Conservazione BB. La 22ª Divisione fanteria "Cacciatori delle Alpi" fu una grande unità di fanteria del Regio Esercito durante la Seconda guerra mondiale. All'entrata dell'Italia nella Seconda guerra mondiale la divisione venne schierata sul fronte delle Alpi occidentali, in Liguria, come riserva della 1ª Armata, dove non entrava mai in azione a causa della rapida capitolazione della Francia. Nel gennaio 1941, con l'avanzare dei greci, venne inviata in Albania assegnata al IV Corpo d'Armata dell'11ª Armata del fronte dell'Epiro, per schierarsi a sbarramento della valle dell'Osum. Qui dal 25 gennaio si susseguirono furiosi attacchi del nemico, intenzionato ad aprirsi la strada della valle per impadronirsi di Berat. Dopo un primo arretramento, in febbraio la divisione si attestò sul fondo della valle, resistendo a reiterati attacchi, fino a marzo, quando la divisione contrattaccò con successo occupando Mali Spadarit e Bregu Gliulei tra il 9 ed il 10. Dal 15 aprile partecipava nella zona di Coriza all'offensiva generale italiana ed il 21 aprile attraversava la Vojussa bloccando, nella zona di Premeti, la ritirata del nemico verso il confine greco. Alla fine del mese venne dislocata prima a Coriza, poi sul confine greco-albanese tra Ersekë e Ponte Perat. In seguito all'invasione della Jugoslavia ed all'occupazione italiana del Montenegro, il 12 luglio 1941 fu proclamato a Cettigne, sotto il protettorato dell'Italia, il Regno di Montenegro. Il 13 luglio la popolazione montenegrina insorse, sotto la guida del Colonnello dei Cetnici, Dragoljub Mihailović, del Partito Comunista Jugoslavo e di un gruppo di ex-ufficiali dell'esercito jugoslavo. In risposta all'occupazione delle campagne ed alla cattura di armi italiane, il Regio Esercito dispose il trasferimento in Montenegro il XIV Corpo d'Armata composto dalle divisioni "Emilia", "Pusteria", "Puglie", "Taro", "Venezia" ed appunto la "Cacciatori delle Alpi", a disposizione del governatore civile e militare Gen. C.A. Alessandro Pirzio Biroli. La 22ª Divisione fanteria nel luglio del 1941 venne assegnata alla zona di Podgorica, poi a settembre in Dalmazia tra Spalato e Sebenico, dove partecipa ad un'ampia operazione di rastrellamento, integrata da numerose unità MVAC. Nell'ambito di queste operazioni la divisione si macchiò di efferati crimini di guerra per i quali Pirzio Biroli fu dichiarato "criminale di guerra" dalla RSFJ, pur senza che lo Stato italiano non autorizzasse mai l'estradizione. A dicembre la divisione venne trasferita in Croazia a Metcovich, dove venne impiegata, da aprile a giugno 1942, nell'Operazione "Trio" contro i partigiani. Trasferita nella Provincia di Lubiana annessa al Regno d'Italia, venne anche qui impiegata in grandi operazioni di polizia. Alla proclamazione dell'armistizio di Cassibile, la divisione si portò da Lubiana a Fiume, dove venne sciolta l'11 settembre 1943. Il nome di due Comandanti della Divisione "Cacciatori delle Alpi" figurano nell'elenco CROWCASS (Central Registry of War Criminals and Security Suspects) compilato dagli Alleati Anglo-Americani delle persone ricercate dalla Jugoslavia per crimini di guerra.
Lot # 868 - MEDAGLIE ITALIANE – VITTORIO EMANUELE III (1900-1945) – DISTINTIVO GRUPPO AZIONE EX COMBATTENTI – SOCIETA’ MONTECATINI – ELMETTO ADRIAN – MOLTO RARO. Distintivo, per giacca ed abiti civili, di propaganda per il gruppo d’azione degli ex combattenti operanti nella società Montecatini. Al dritto centralmente elmetto Adrian di color oro su bandiera tricolore in basso piccozza su ampolla, intorno corona di foglie e scritta GRUPPO AZ EX COMBATTENTI. Al rovescio piedino per asola con scritta produttore JOHNSON. Realizzato in bronzo dorato (AE) e smalti policromi (14.3mm, 2.6gr.). Conservazione SPL. Molto Raro. La Montecatini - Società Generale per l'Industria Mineraria e Chimica è stata un'importante e storica azienda chimica italiana fondata nel 1888 a Firenze. Cessò la sua attività nel 1966 a seguito della sua incorporazione nella Edison, con la conseguente nascita del gruppo Montecatini Edison, poi Montedison. L'ingresso della Società Montecatini in Borsa avvenne nel 1900, la sua cancellazione formale nel 1967. La società fu fondata nel 1888 con il nome di Società anonima delle miniere di Montecatini, per lo sfruttamento delle miniere di rame di Montecatini Val di Cecina. Per circa 10 anni la società si dedicò allo sfruttamento della Miniera di Caporciano, quindi, a seguito della scoperta di piriti ferrose in Maremma, passò alla produzione di acido solforico acquisendo concessioni di sfruttamento di miniere di zolfo, la più importante delle quali fu quella di Cabernardi (AN) che risultò essere la miniera di zolfo più grande d'Europa con i suoi circa 100 km di gallerie distribuite su 9 livelli di coltivazione per un'estensione di 5 km In questo periodo la società cambia due volte ragione sociale, nel 1917 in "Montecatini Società Generale per l'Industria Mineraria" e negli anni 20 in "Montecatini Società Generale per l'Industria Mineraria ed Agricola". Nel 1910 viene chiamato a dirigere la società Guido Donegani, che avrà un ruolo determinante per la storia dell'azienda e del suo sviluppo. Sotto la sua direzione la società, dopo la Prima guerra mondiale, entrò nel settore dei prodotti chimici e raggiunse una posizione di preminenza sul mercato per la produzione di fertilizzanti fosfatici e azotati e del solfato di rame. Questi importanti risultati nel settore dei fertilizzanti sono dovuti anche alla collaborazione, iniziata nel 1921, con Giacomo Fauser, un ingegnere chimico novarese che aveva messo a punto un sistema per la produzione di ammoniaca a basso costo. Precisamente tale processo permetteva di estrarre l'azoto dall'atmosfera e di trasformarlo in ammoniaca, processo assai più economico di quello che invece estraeva l'ammoniaca dagli escrementi animali. Negli anni successivi la Montecatini ampliò il proprio raggio d'azione a settori affini, attraverso la costituzione di società apposite, divenendo uno dei più importanti gruppi industriali italiani dell'epoca. In particolare: nel 1928 venne fondata (joint venture con la Rhône-Poulenc) la Rhodiaseta, poi Rhodiaceta e infine Rhodiatoce per la produzione delle fibre dell'acetato di cellulosa e successivamente di quelle poliammidiche (Nylon); nel 1931  venne fondata l'ACNA (Azienda Coloranti Nazionali e Affini) per la produzione di coloranti; nel 1935 venne costituita (joint venture con la Rhône-Poulenc) la Farmitalia; nel 1936 venne costituita, in società con lo Stato italiano, l'Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili) per la produzione di gas liquefatti e oli lubrificanti; Nel 1936 e in tutto il periodo fascista la Montecatini ebbe un grande sviluppo grazie agli intrecci con il potere politico. La Montecatini aveva il monopolio di concimi fosfatici e dunque contribuí (in)direttamente all'Operazione Gas in Etiopia, per via della quale morirono più di 6.000 persone nella Battaglia di Amba Arabam. Se il regime fascista non fece alcuna ammissione sull'impiego di gas, l'antifascismo italiano denunció tanto la guerra chimica contro le popolazioni inermi quanto gli interessi del capitalismo industriale sottesi alla guerra d'Etiopia. Successive operazioni di acquisizione e incorporazione di aziende simili porteranno la Montecatini ad avere alla fine degli anni 30 circa 50.000 dipendenti con attività che si estendono dal settore minerario (alunite, blenda, galena, marmo, pirite, zolfo) al settore metallurgico (alluminio, piombo, zinco), dall'industria farmaceutica ai coloranti, dagli esplosivi alle fibre sintetiche, dalle materie plastiche ai fertilizzanti. Possedeva inoltre diverse centrali elettriche e una rete di elettrodotti. Dopo la Seconda guerra mondiale, sotto la guida di Carlo Faina e di Piero Giustiniani, la Montecatini sviluppa il settore degli idrocarburi e del petrolchimico. In quegli anni inizia la collaborazione con un brillante chimico ligure, Giulio Natta. Gli studi di Natta sulla sintesi dei polimeri lo porteranno nel 1954 all'invenzione della molecola di polipropilene isotattico. Questo polimero è caratterizzato da un elevato carico a rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all'abrasione. Solo quattro anni dopo la scoperta, il polipropilene è in produzione. Viene realizzato il Moplen per la produzione di oggetti in plastica di varia natura: casalinghi, giocattoli, guarnizioni, contenitori per alimenti. Negli anni sessanta a seguito delle scoperte del prof.Giulio Natta, inizia a collaborare intensamente con RIAP Spa, azienda facente parte del gruppo Covema, per la realizzazione di impianti di estrusione per la produzione della rafia in PP. Nel 1959 la Montecatini avviò la realizzazione di uno stabilimento a Brindisi per la produzione di derivati polipropilenici, avvalendosi dei finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno. La realizzazione dello stabilimento si rivelò un fallimento. Errori in fase di progettazione e di realizzazione dell'impianto comportarono maggiori costi e l'impegno finanziario che ne derivò influì pesantemente sul bilancio aziendale. Giustiniani fu costretto a dimettersi, dando così avvio ad una situazione di destabilizzazione che porterà la Montecatini alla fine della sua esistenza. Infatti, nei cinque anni successivi si assistette a lotte interne per la supremazia che determinarono una situazione di incertezza. La situazione si protrasse fino al 1966, anno in cui Mediobanca ideò e sostenne l'incorporazione della Montecatini nella Edison; l'operazione venne effettuata e la Montecatini cessò di esistere, mentre Edison, anche per non perdere un marchio storico dell'industria chimica, assunse la nuova denominazione di Montecatini Edison e quindi di Montedison.