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Lot # 870 - MEDAGLIE RELIGIOSE – SANTA BARBARA – SAN MARTINO – UNIVERSITA’ MILANO. Lotto di tre medaglie religiose, con appiccagnolo ed anello. La prima al dritto con S. Barbara centrale e scritta a NOBIS FAVEAT S. BARBARA, al rovescio stellone italiano fra serti di rami e spazio dedicatorio. Santa Barbara è una martire cristiana. Il luogo e l'epoca in cui è vissuta, a causa delle numerose leggende sorte intorno al suo nome, non sono chiaramente identificabili, ma il suo culto è attestato presso le comunità cristiane d'Oriente (Egitto, Costantinopoli) e Occidente (Roma, Francia) sin dal VI-VII secolo e conobbe una grande popolarità nel Medioevo grazie alla Legenda Aurea; rimossa dal calendario romano generale nel 1969 a causa dei dubbi sulla sua storicità, rimane una santa molto popolare grazie al numero dei suoi patronati (geologi, vigili del fuoco, marina militare, artificieri, artiglieri, genieri, minatori, architetti, ecc.). Nelle tradizioni ortodossa e cattolica di rito bizantino, è onorata col titolo di megalomartire. La seconda al dritto S. Martino a cavallo verso d. con scritta S. MARTINE PROTEGE MILITES al rovescio stellone italiano fra serti di rami e spazio dedicatorio. Martino di Tours (in latino: Martinus; Sabaria, 316 circa – Candes, 8 novembre 397) è stato un vescovo e militare romano di origine pannonie del IV secolo. Originario della Pannonia, nell'odierna Ungheria, esercitò il suo ministero nella Gallia del tardo impero romano. Tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica, è venerato anche da quella ortodossa e da quella copta. Si celebra l'11 novembre, giorno dei suoi funerali avvenuti nell'odierna Tours. È considerato uno dei grandi santi della Gallia. insieme a Dionigi, Liborio, Privato, Saturnino, Marziale, Ferreolo e Giuliano. In Italia vi sono oltre 900 chiese a lui dedicate. È uno dei fondatori del monachesimo in Occidente. La terza al dritto figura allegorica femminile seduta con libro aperto, ai lati due studenti, in alto putti, intorno scritta UNIVERSITAS CATHOLICA SACRI CORDIS JESU in esergo MEDIOLANI. L'Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) è un'università privata italiana di ispirazione cattolica fondata nel 1921, con sede centrale a Milano e altre sedi a Brescia, Cremona, Piacenza e Roma. Ente fondatore e promotore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore è l'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori. L'università è articolata in dodici facoltà e sette alte scuole (postgraduate schools) ed è legata a una rete di strutture sanitarie, in particolare ospedali, centri di ricerca e case di cura, tra cui il policlinico Agostino Gemelli, intitolato al fondatore dell'ateneo. Le prime due hanno una forma poligonale a 10 lati, la terza è rotonda. Realizzate in metallo bianco (MB). (Ø 27.2+27.2+28.5mm, 6.7+6.9+11.8g.). Conservazione BB
Lot # 872 - MEDAGLIE RELIGIOSE – TIPO DEVOZIONALE. (sec. XVIII) Medaglia con Santa Monica e Sant’Agostino di Ippona. Al dritto SANTA MONICA in alto, al centro figura della Santa verso d. con crocifisso. Al rovescio Sant’Agostino di Ippona, testa del Santo verso s. con mitra e piviale SAN AVGSTINVS. Santa Monica (Tagaste, 331 – Ostia, 27 agosto 387) è stata la madre di Agostino d'Ippona; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica, che la ricorda il 27 agosto. Santa Monica è la protettrice delle spose e delle madri cristiane. Monica nacque a Tagaste (l'odierna Souk Ahras, in Algeria), nella Numidia, da una famiglia di etnia berbera, profondamente cristiana e di buone condizioni economiche. Le fu concesso di studiare e ne approfittò per leggere la Bibbia e meditarla. Si sposò con Patrizio, un modesto proprietario di Tagaste (Numidia), non ancora battezzato. Diede alla luce il figlio primogenito Agostino a 22 anni, nel 354. Ebbe un altro figlio, Navigio, e una figlia di cui si ignora il nome. Dette a tutti e tre un'educazione cristiana, soffrendo per la condotta dissoluta di Agostino. Quando egli si trasferì a Roma, decise di seguirlo, ma lui con uno stratagemma la lasciò a terra a Cartagine, mentre s'imbarcavano per Roma. Monica passò la notte in lacrime sulla tomba di san Cipriano (come narra lo stesso Agostino nelle Confessioni, V,8,15). Nel 371 il marito Patrizio si convertì al cristianesimo e si fece battezzare. Patrizio morì l'anno seguente; Monica aveva 39 anni e prese in mano la direzione della casa e l'amministrazione dei beni. Nel 385 Monica poté imbarcarsi per Roma e raggiunse il figlio a Milano, ove egli ricopriva una cattedra di retorica. Il suo amore materno e le sue preghiere favorirono la conversione di Agostino, che ricevette le catechesi di sant'Ambrogio e fu battezzato il 25 aprile 387. La troviamo poi accanto al figlio a Cassiciaco, presso Milano, discutendo con lui e altri familiari di filosofia ed altri argomenti di carattere spirituale e partecipando con sapienza ai discorsi, al punto che Agostino volle trascrivere nei suoi scritti le parole della madre. La cosa suonò inusuale, perché all'epoca alle donne non era permesso prendere la parola. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì. Aveva 56 anni.Aurelio Agostino d'Ippona (in latino: Aurelius Augustinus Hipponensis; Tagaste, 13 novembre 354 – Ippona,  28 agosto 430) è stato un filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana e lingua latina. Conosciuto anche come sant'Agostino è  Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, detto anche Doctor Gratiae ("Dottore della Grazia"). È forse il maggiore rappresentante della Patristica dell'Occidente. Se le Confessioni sono la sua opera più celebre, si segnala per importanza, nella vastissima produzione agostiniana, il trattato La città di Dio. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 14mm, 0.9 g.). Molto Rara (RR). Conservazione MB/BB (appiccagnolo divelto). Spesso queste medaglie giungono a noi con un elevato stato d’usura frutto dei numerosi anni in cui furono portate con devozione per proteggersi dal “maligno”, si tramandavano di padre in figlio come un vero amuleto di famiglia