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Lot # 879 - MEDAGLIE ITALIANE – REGNO D’ITALIA - VITTORIO EMANUELE III (1900-1945) – BRIGATA ROMA – GUERRA ITALO TURCA – WW1- RARA. Medaglia, portativa con cambretta, emessa per gli eventi bellici a cui ha partecipato durante sia la Guerra Italo-turca che il Primo conflitto mondiale dalla Brigata Roma. Al dritto la statua della lupa che allatta i gemelli verso s. su una colonna su cui è scritto S.P.Q.R., sullo sfondo monumenti romani il tutto in una corona di foglie in basso targa su cui è scritto BRIGATA ROMA. Al rovescio scritta su più righe 1912 DUE PALME 1915 VALLARSA M. MAGGIO 1916 M. MAIO PASUBIO 1917 BAINSIZZA TAGLIAMENTO 1918 GIUDICAIRE PIAVE GRAPPA in basso su targa scritta IN NOMINE VIS il tutto in corona di foglie. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 31.4mm, 18.4g.). Conservazione SPL. Nastrino probabilmente conforme ma non d’epoca. Non censita nei repertori da noi consultati. Rara (R). Lo scontro passato alla storia come battaglia dell’Oasi delle Due Palme, fu organizzato dai nostri comandi che cercavano di arginare gli attacchi che le forze arabo-turche, portarono ripetutamente da Benina, nei mesi di novembre e dicembre 1911 contro la linea fortificata italiana di Bengasi e contro reparti in ricognizione, attacchi rinnovati nel marzo del 1912. Le forze nemiche che si mantenevano in forze nei dintorno dell’Oasi delle Due Palme, chiamata localmente anche Suani ‘Abd el-Rani in quel mese di marzo del secondo anno di guerra, oltre agli assalti condotti contro le opere difensive in fase costruttiva ed in particolare contro la ridotta del Foyat, agivano anche per interrompere le comunicazioni telefoniche e telegrafiche tra la ridotta Grande e quella del Foyat. In conseguenza di tutto questo, il comando di Bengasi, nella notte tra l’11 e il 12 marzo, decise di disporre una compagnia del 57º fanteria in servizio di appostamento al margine est del Foyat per sorprendere gli assalitori. Verso le 5:00 del mattino, si sviluppò un primo attacco arabo-turco accompagnato da salve di artiglieria contro la ridotta del Foyat cui fu risposto con il fuoco delle artiglierie e dei reparti di presidio. Alle 9:00, il generale Ottavio Briccola ordinò al generale Giovanni Ameglio di contrattaccare e questi destinò all’operazione 7 battaglioni organizzati su due reggimenti, appartenenti alla IV Brigata (due battaglioni del 4º ed uno del 63º) ed alla VII Brigata (due battaglioni del 57° ed uno del 79º), un gruppo di artiglieria da campagna, uno da montagna ed il reggimento cavalleggeri (due squadroni dei Cavalleggeri di Lucca e due dei Cavalleggeri di Piacenza), alle truppe già schierate si aggiunse anche uno squadrone indigeno di savari. Il settimo battaglione (III/57°) fu assegnato alla riserva generale. Iniziato il tiro delle artiglierie il generale Ameglio decise di procedere contro le forze arabo-turche che stavano avanzando da nord e da sud per chiudere tutte le possibili vie di fuga. Sviluppato il combattimento intervennero, oltre ai reparti delle colonne d’assalto, anche altri contingenti del 79º fanteria e il battaglione del 57º posto a riserva. Le truppe turche, attaccate alla baionetta dai fanti del 4°, del 63°, del 57°, del 79º fanteria “Roma” e sotto il fuoco delle artiglierie, furono costrette alla ritirata dopo aver subito perdite ingentissime. Le perdite da parte italiana furono di 5 ufficiali morti e 12 feriti; 32 uomini di truppa morti e 130 feriti. Le perdite avversarie furono stimate in circa un migliaio di cui 750 morti contati sul campo. Il successo italiano, se valse a far desistere l’esercito turco e ai suoi alleati arabi l’idea di ulteriori azioni contro Bengasi, non fu risolutivo poiché nella battaglia non intervenne il grosso delle forze turche che continuarono quindi a minacciare la regione. Da quel lontano 1912, la data del 12 marzo è la festa del 79° reggimento di fanteria “Roma” reparto che prenderà parte pochi anni dopo alla Grande Guerra inquadrato nella Brigata Roma. Nel secondo conflitto mondiale, il reggimento inquadrato nella divisione “Pasubio”, verrà impegnato sul fronte russo dal luglio 1941 al gennaio 1943, subendo gravissime perdite nelle battaglie del Donetz, Don, Gorlowka, Nikitowka, Chazepetrowka, Tereschowo, Arbusow. Rimpatriati i superstiti nell’aprile 1943, cominciarono le operazioni di riordinamento con l’invio del reggimento in Campania, dove venne sorpreso dai tragici eventi dell’8 settembre e sciolto a causa dell’armistizio.
Lot # 885 - MEDAGLIE ITALIANE – REGNO D’ITALIA – CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR VITTORIO EMANUELE III (1900-1945). Medaglia, portativa con appiccagnolo ed anello, commemorante Camillo Benso Conte di Cavour nel suo centenario il 10 agosto 1910. Al dritto busto di Cavour verso d. Al rovescio intorno festone di foglie chiuso in basso da un nastro, in alto stemma coronato dei Savoia, a s. stemma di Torino a d. stemma di Roma, al centro su più righe A CAMILLO CAVOUR CONTRO L’EUROPA DEL 1815 PREPARATORE DI VITTORIE PER IL NUOVO DIRITTO DELL’ITALIA IN ROMA NEL CENTENARIO DELLA NASCITA TORINO X AGOSTO MCMX. Opus Johson e Giannino Castiglioni e Angelo Cappuccio. La medaglia realizzata in bronzo dorato (AE) (Ø28mm, 11.6g.). Conservazione BB/SPL. Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour, di Cellarengo e di Isolabella, noto semplicemente come conte di Cavour o Cavour (Torino, 10 agosto 1810 – Torino, 6 giugno 1861), è stato un politico, patriota e imprenditore italiano. Fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852, presidente del Consiglio dei ministri dal 1852 al 1859 e dal 1860 al 1861. Nello stesso 1861, con la proclamazione del Regno d'Italia, divenne il primo presidente del Consiglio dei Ministri del nuovo Stato e morì ricoprendo tale carica. Fu protagonista del Risorgimento come sostenitore delle idee liberali, del progresso civile ed economico, della separazione tra Stato e Chiesa, dei movimenti nazionali e dell'espansionismo del Regno di Sardegna ai danni dell'Austria e degli stati italiani preunitari. In economia promosse il libero scambio, i grandi investimenti industriali (soprattutto in campo ferroviario) e la cooperazione fra pubblico e privato. In politica sostenne la promulgazione e la difesa dello Statuto Albertino. Capo della cosiddetta Destra storica, siglò un accordo ("Connubio") con la Sinistra, con la quale realizzò diverse riforme. Contrastò apertamente le idee repubblicane di Giuseppe Mazzini e spesso si trovò in urto con Giuseppe Garibaldi, della cui azione temeva il potenziale rivoluzionario. In politica estera coltivò con abilità l'alleanza con la Francia, grazie alla quale, con la seconda guerra di indipendenza, ottenne l'espansione territoriale del Regno di Sardegna in Lombardia. Riuscì a gestire gli eventi politici (sommosse nel Granducato di Toscana, nei ducati di Modena e Parma e nel Regno delle Due Sicilie) che, assieme all'impresa dei Mille, portarono alla formazione del Regno d'Italia.
Lot # 912 - MEDAGLIE ITALIANE – CROCE DA UFFICIALE ORDINE MERITO – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – TIPOLOGIA 1951/2001 -MIGNON. Croce da Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nella versione assegnata nel periodo 1951-2001. L'Ordine al merito della Repubblica italiana (spesso abbreviato OMRI) è il più alto degli ordini della Repubblica italiana. I colori dell'ordine sono il verde e il rosso. Il presidente della Repubblica italiana è il capo dell'ordine, retto da un consiglio composto di un cancelliere e sedici membri. La cancelleria dell'ordine ha sede a Roma. Il cancelliere attuale è il generale di Squadra Aerea Roberto Corsini. Istituito con la legge 3 marzo 1951, n. 178 e reso operativo nel 1952, l'Ordine al merito della Repubblica nacque con lo scopo di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell'economia e nell'impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». Il Presidente della Repubblica può conferire l'onorificenza, di propria iniziativa, per «benemerenze di segnalato rilievo nel campo delle attività sopra indicate e per ragioni di cortesia internazionale». Dal 30 marzo 2001 sono in vigore le nuove decorazioni per le varie classi di onorificenze. L'ordine è suddiviso nei seguenti gradi onorifici: cavaliere di gran croce decorato di gran cordone; cavaliere di gran croce; grande ufficiale; commendatore; ufficiale; cavaliere, detto anche cavaliere della Repubblica (come in questo caso). Al dritto e al rovescio croce latina con smalti bianchi, con stella bronzea a cinque punte al centro, nei quattro angoli quattro aquila ad ali aperte, sopra una corona turrita con smalti bianchi, rossi e versi, nastro verde con filetti rossi ai lati. Nastrino conforme con coccarda. Realizzata in bronzo (AE) e smalti policromi (16x23mm., 2.3g.). Conservazione SPL/FDC.
Lot # 914 - MEDAGLIE ITALIANE – CROCE DA CAVALIERE ORDINE MERITO – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – TIPOLOGIA 1951/2001 -MIGNON. Croce da cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nella versione assegnata nel periodo 1951-2001. L'Ordine al merito della Repubblica italiana (spesso abbreviato OMRI) è il più alto degli ordini della Repubblica italiana. I colori dell'ordine sono il verde e il rosso. Il presidente della Repubblica italiana è il capo dell'ordine, retto da un consiglio composto di un cancelliere e sedici membri. La cancelleria dell'ordine ha sede a Roma. Il cancelliere attuale è il generale di Squadra Aerea Roberto Corsini. Istituito con la legge 3 marzo 1951, n. 178 e reso operativo nel 1952, l'Ordine al merito della Repubblica nacque con lo scopo di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell'economia e nell'impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». Il Presidente della Repubblica può conferire l'onorificenza, di propria iniziativa, per «benemerenze di segnalato rilievo nel campo delle attività sopra indicate e per ragioni di cortesia internazionale». Dal 30 marzo 2001 sono in vigore le nuove decorazioni per le varie classi di onorificenze. L'ordine è suddiviso nei seguenti gradi onorifici: cavaliere di gran croce decorato di gran cordone; cavaliere di gran croce; grande ufficiale; commendatore; ufficiale; cavaliere, detto anche cavaliere della Repubblica (come in questo caso). Al dritto e al rovescio croce latina con smalti bianchi, con stella bronzea a cinque punte al centro, nei quattro angoli quattro aquila ad ali aperte, sopra una corona turrita con smalti bianchi, rossi e versi, nastro verde con filetti rossi ai lati. Nastrino conforme. Realizzata in bronzo (AE) e smalti policromi (16x23mm.,2.3g.). Conservazione SPL/FDC.
Lot # 924 - MEDAGLIE ITALIANE – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – REGGIMENTALE – CACCIATORI DELLE ALPI. Medaglia, portativa con appiccagnolo, commemorante il 52^ Reggimento Cacciatori delle Alpi. Al dritto un soldato andante a d. con fucile in braccio alle sue spalle soldato con divisa d’epoca intorno scritta 52^ RGT. FTR. ARR. “ALPI” sotto OBBEDISCO. Al rovescio stemma del Reggimento dietro montagne sotto CACCIATORI DELLE ALPI. La medaglia realizzata in bronzo argentato (AE) (Ø30mm, 12.3g.). Conservazione BB. Con cartellino di identificazione di vecchia collezione. Il 52º Reggimento fanteria "Alpi" è stata un'unità militare del Regio Esercito Italiano e, successivamente dell'Esercito Italiano con la denominazione di 52º Reggimento fanteria d'arresto "Alpi" e poi di 52º Battaglione fanteria d'arresto "Alpi". Il 1º ottobre 1976, nel quadro della ristrutturazione dei reparti dell'Esercito Italiano, il 52º Reggimento fanteria venne sciolto e la sua bandiera di guerra, le glorie e le tradizioni, ereditate dal 1º Battaglione, che assunse assumendo la denominazione di 52º Battaglione fanteria d'arresto "Alpi" con sede ad Attimis e Grupignano alle dipendenze della Divisione meccanizzata "Mantova". Dal 1º ottobre 1986 a seguito dell'abolizione del livello divisionale, il Battaglione passò alle dipendenze della Brigata meccanizzata "Mantova". Il 1º agosto 1987 il Battaglione ha acquisito la caserma "Sergio Vescovo" di Purgessimo, già del 120 Battaglione fanteria d'arresto "Fornovo". Il 7 luglio 1991 il battaglione venne trasferito alla Caserma "Zucchi Lanfranco" di Cividale del Friuli. Nella seconda metà degli anni Ottanta la casermetta di Canebola, nel comune di Faedis, affidata al 52º battaglione fanteria d'arresto "Alpi", è rimasta tristemente famosa in quanto vi si svolgevano brutali episodi di nonnismo ai danni delle nuove reclute in servizio militare di leva (episodio del piccone), con alcuni militari condannati dalla procura militare di Padova. La casermetta, a nord dell'abitato, era una fortificazione, all’incrocio delle strade per Subit e Masarolis, che si sviluppava anche sul versante nord del monte e controllava l’accesso dalla Jugoslavia attraverso la valle del torrente Rieca. Con la fine della guerra fredda, venuta meno l'esigenza di disporre di forze d'arresto lungo il confine orientale nella cosiddetta soglia di Gorizia il 1º aprile 1993 il battaglione viene trasferito presso la Caserma "Luciano Capitò" di Portogruaro, in provincia di Venezia assumendo la denominazione di 52º Battaglione "ALPI" con funzioni di CAR, per essere sciolto il 29 agosto 1996. La Bandiera di guerra è custodita presso l'Altare della Patria al sacrario delle bandiere del Vittoriano a Roma.
Lot # 927 - MEDAGLIE ITALIANE – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – BRIGATA MECCANIZZATA GOITO. Placca, di forma quadrangolare, emessa a ricordo della 3^ Brigata Meccanizzata Goito. Al dritto nella parte superiore rappresentazione della Battaglia di Goito, nella parte inferiore assalto di bersaglieri e di mezzi corazzati e cingolati. Al rovescio gli stemmi dei reparti che formavano la 3^ Brigata Meccanizzata Goito. La placca è realizzata in bronzo argentato (AE) (120x80mm, 332.5g.). Conservazione BB/SPL. La 3ª Brigata meccanizzata "Goito" è stata una Grande Unità dell'Esercito italiano. Il 1º novembre 1986 a seguito dell'abolizione del livello divisionale nelle unità dell'Esercito Italiano, la Divisione corazzata "Centauro" venne sciolta e una delle sue brigate, la 31ª Brigata corazzata “Curtatone” di Novara venne trasformata in 31ª Brigata corazzata “Centauro”; la 3ª Brigata meccanizzata “Goito” diventò autonoma passando alle dirette dipendenze del Comando 3º Corpo d'armata cambiando la sua denominazione in 3ª Brigata bersaglieri "Goito". Nel 1991 la Brigata “Goito” venne sciolta.3º Gruppo artiglieria semovente campale “Pastrengo” stanziato a Vercelli, caserma "Fratelli Garrone".4º Battaglione carri "M.O. Passalacqua" stanziato a Solbiate Olona, caserma "Ugo Mara".6º Battaglione bersaglieri “Palestro” stanziato a Torino, caserma "Cavour".10º Battaglione bersaglieri “Bezzecca” stanziato a Solbiate Olona, caserma "Ugo Mara".18º Battaglione bersaglieri “Poggio Scanno” stanziato a Milano, caserma "Goffredo Mameli".Battaglione logistico “Goito” stanziato a Milano, caserma "Mercanti".Reparto comando e trasmissioni "Goito" stanziato a Milano, caserma "Goffredo Mameli".Compagnia controcarri “Goito” stanziata a Torino, caserma "Cavour". Compagnia genio pionieri “Goito” stanziata a Novara, caserma "Passalacqua".Reparto Sanità "Goito" stanziato a Milano, caserma "Santa Barbara". Fanfara Bersaglieri Terza Brigata "Goito" stanziata a Milano, caserma "Goffredo Mameli".
Lot # 928 - MEDAGLIE ITALIANE – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – DIVISIONE CORAZZATA CENTAURO. Medaglione, non portativo, emesso a ricordo della Divisone Corazzata Centauro. Al dritto Centauro con arco teso che corre verso d, intorno DIVISIONE CORAZZATA “CENTAURO”. Rovescio anepigrafo. Il medaglione è realizzato in bronzo argentato (AE) (Ø80mm, 211.7g.). Conservazione SPL. La Divisione corazzata "Centauro" è stata una Grande unità dell'Esercito Italiano successivamente ridotta a livello di brigata prima con la denominazione di 31ª Brigata corazzata "Centauro" e poi di Brigata meccanizzata "Centauro". La divisione ha ereditato le tradizioni della 131ª Divisione corazzata "Centauro", che aveva operato con il Regio Esercito nel corso della Seconda guerra mondiale. Con la profonda ristrutturazione dell'esercito italiano del 1975 la Divisione "Centauro" cambiò ancora fisionomia organica che nel 1976 era la seguente: 3ª Brigata meccanizzata "Goito", Brigata meccanizzata "Legnano", 31ª Brigata corazzata "Curtatone". Era così composta: Reparto Comando "Centauro" stanziato a Novara Compagnia Carabinieri "Centauro" stanziato a Novara 15º Gruppo squadroni esploranti "Cavalleggeri di Lodi" stanziato a Lenta (VC) 131º Gruppo artiglieria pesante campale “Vercelli” stanziato a Vercelli 205º Gruppo artiglieria pesante campale “Lomellina” stanziato a Vercelli Gruppo specialisti di artiglieria “Centauro” stanziato a Vercelli Gruppo artiglieria contraerea leggera (Quadro) stanziato a Vercelli 46º Gruppo squadroni Elicotteri da ricognizione “Sagittario” stanziato a Vercelli 131º Battaglione genio guastatori “Ticino” stanziato a Novara 231º Battaglione trasmissioni “Sempione” stanziato a Novara Battaglione logistico di manovra “Centauro” stanziato a Novara 26º Battaglione "Bergamo" stanziato a Diano Castello (IM). Il 1º novembre 1986 a seguito dell'abolizione del livello divisionale, per motivi di bilancio, nelle unità dell'Esercito Italiano, con le Brigate che passarono alle dirette dipendenze dei Comandi di Corpo d’Armata o delle Regioni Militari, la Divisione corazzata "Centauro" venne sciolta.
Lot # 929 - MEDAGLIE ITALIANE – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – DIVISIONE CORAZZATA CENTAURO- SIENA - NOVARA. Medaglione di grande formato, non portativo, emesso a ricordo della Divisone Corazzata Centauro. Al dritto Centauro con arco teso con nove frecce che corre verso s, negli interstizi delle frecce i reparti che costituivano la Divisione Corrazzata Centauro: BTG LOGISTICO CDO T. CDO G. CAD B. CURTATONE B. LEGNANO B. GOITO 15^ LODI intorno DIVISIONE CORAZZATA “CENTAURO” SIENA 1939 NOVARA 1986. Al rovescio scritta autografa GEN. VITTORIO STANCA. Il medaglione è realizzato in bronzo patinato (AE) (Ø110mm, 303.2g.). Conservazione SPL. Con scatola originale con lievi difetti nei bordi. La Divisione corazzata "Centauro" è stata una Grande unità dell'Esercito Italiano successivamente ridotta a livello di brigata prima con la denominazione di 31ª Brigata corazzata "Centauro" e poi di Brigata meccanizzata "Centauro". La divisione ha ereditato le tradizioni della 131ª Divisione corazzata "Centauro", che aveva operato con il Regio Esercito nel corso della Seconda guerra mondiale. Con la profonda ristrutturazione dell'esercito italiano del 1975 la Divisione "Centauro" cambiò ancora fisionomia organica che nel 1976 era la seguente: 3ª Brigata meccanizzata "Goito", Brigata meccanizzata "Legnano", 31ª Brigata corazzata "Curtatone". Era così composta: Reparto Comando "Centauro" stanziato a Novara Compagnia Carabinieri "Centauro" stanziato a Novara 15º Gruppo squadroni esploranti "Cavalleggeri di Lodi" stanziato a Lenta (VC) 131º Gruppo artiglieria pesante campale “Vercelli” stanziato a Vercelli 205º Gruppo artiglieria pesante campale “Lomellina” stanziato a Vercelli Gruppo specialisti di artiglieria “Centauro” stanziato a Vercelli Gruppo artiglieria contraerea leggera (Quadro) stanziato a Vercelli 46º Gruppo squadroni Elicotteri da ricognizione “Sagittario” stanziato a Vercelli 131º Battaglione genio guastatori “Ticino” stanziato a Novara 231º Battaglione trasmissioni “Sempione” stanziato a Novara Battaglione logistico di manovra “Centauro” stanziato a Novara 26º Battaglione "Bergamo" stanziato a Diano Castello (IM). Il 1º novembre 1986 a seguito dell'abolizione del livello divisionale, per motivi di bilancio, nelle unità dell'Esercito Italiano, con le Brigate che passarono alle dirette dipendenze dei Comandi di Corpo d’Armata o delle Regioni Militari, la Divisione corazzata "Centauro" venne sciolta.