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Lot # 182 - MEDAGLIE ITALIANE – (Secolo XIX) – DANTE. Placchetta con gancio posteriore di forma ovale. Al dritto busto di Dante verso d/ dietro scritta DANTE. Rovescio in incuso Realizzata in Bronzo (AE). Dimensioni (118x90mm, 122g.). Conservazione FDC (graffi nella parte incusa). Dante Alighieri, o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri e anche noto con il solo nome di Dante, della famiglia Alighieri (Firenze, tra il 14 maggio e il 13 giugno 1265 – Ravenna, notte tra il 13 e il 14 settembre 1321), è stato un poeta, scrittore e politico italiano. Il nome "Dante", secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante; nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante "Alighieri" si affermò solo con l'avvento di Boccaccio. È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del Dolce stil novo, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana, che si concreta nel toccare i drammi dei dannati, le pene purgatoriali e le glorie celesti, permettendo a Dante di offrire al lettore uno spaccato di morale ed etica. Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all'interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il "Sommo Poeta" o, per antonomasia, il "Poeta". Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna costruita nel 1780 da Camillo Morigia, è diventato uno dei simboli dell'Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente della diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.
Lot # 186 - MEDAGLIE ITALIANE – REGNO D’ITALIA – VITTORIO EMANUELE III (1900-1945) – BIENNIO ROSSO – SCIOPERO FERROVIERI. Medaglia, con appiccagnolo, disegnata dall'incisore A.Donzelli e realizzata da S.Candelari per commemorare lo sciopero dei ferrovieri iniziato il 20 gennaio e terminato il 29 gennaio 1920 contemporaneamente allo sciopero nazionale della categoria che paralizzò il paese. Nel dritto due mani tengono per le ali una ruota alata in corsa verso sinistra. Sul rovescio un tronco di fascio legato, da cui sporgono due fronde di alloro e quercia. La medaglia, che misura 24 mm di diametro, è in ottime condizioni di conservazione. Dopo le elezioni del 1919, la grave situazione economica del paese portò allo scoppio di innumerevoli scioperi e occupazioni delle fabbriche. Ad agosto iniziarono le occupazioni delle terre abbandonate mentre già a marzo si verificarono le prime occupazioni di fabbriche e la nascita dei "Soviet" locali. Lo sciopero dei ferrovieri del gennaio 1920 (spesso i ferrovieri fermavano i treni su cui viaggiava la guardia regia o le armi destinate a combattere i Soviet russi) fu un momento significante della contrapposizione tra i ferrovieri e Mussolini, che da un’iniziale posizione di comprensione verso le rivendicazioni della categoria passò a una netta opposizione allo sciopero, invitando i ferrovieri ad accontentarsi di ottenere una parte dei miglioramenti richiesti, fino a scrivere che lo sciopero ferroviario era un ‘enorme delitto contro la Nazione. Nel corso del biennio rosso lo scontro si radicalizzò, e i sindacati dei ferrovieri subirono l’attacco dello squadrismo, con morti tra i suoi dirigenti, reagendo con iniziative volte a creare un fronte compatto contro la crescente affermazione del movimento fascista. A partire dal 1920 la sua importanza andò declinando, perchè esso fu vittima delle pressioni e delle azioni violente messe in atto dal movimento fascista nei confronti di tutte le organizzazioni di sinistra. Coniata in Bronzo (AE) (ø 23mm, 6g.). Conservazione SPL. RARA
Lot # 189 - MEDAGLIE ITALIANE – REGNO D’ITALIA – VITTORIO EMANUELE III (1900-1945) – DANTE ALIGHIERI. Medaglia, con appiccagnolo e gancetto, emessa per ricordare il varo del Transatlantico Dante Alighieri. Al dritto tipico del poeta verso s.. Al verso il transatlantico in navigazione verso d. in alto TRANSATLANTICA ITALIANA in basso DANTE ALIGHIERI. Coniata in bronzo (AE) (ø 23mm, 6g.). Conservazione BB. La SS Dante Alighieri era un transatlantico italiano della Transatlantica Italiana . Dal 1915 al 1927 la nave fu in servizio tra l'Italia e New York con scali a Lisbona, Gibilterra, Azzorre e Boston e tra l'Italia e il Sudamerica. Nel 1927 fu venduta alla ditta giapponese Nippon Yusen Kaisha e ribattezzata Asahi Maru . Operando come nave ospedale durante l'inizio della seconda guerra mondiale, in seguito servì come trasporto. Asahi Maru fu danneggiata in una collisione nel 1944 al largo delle coste del Giappone, spiaggiata e abbandonata. Il relitto fu infine demolito nel 1949. Il Dante Alighieri fu costruito dalla Società Esercizio Bacini di Riva Trigoso nel 1914 per la Transatlantica Italiana. Era una nave da 9.754  tsl , con una lunghezza fuori tutto di 153,5 m (503,7 piedi) e un raggio di 18,1 m (59,5 piedi) . Aveva alloggi per 100 passeggeri di prima classe, 260 di seconda classe e 1.825 di terza classe. Varata il 28 novembre 1914, fece il suo viaggio inaugurale da Genova a Palermo e New York il 10 febbraio 1915. Dopo l'entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale , fu noleggiata come trasporto truppe e assegnata allaIncrociatore della Marina degli Stati Uniti e forza di trasporto . Dopo la fine della guerra, la Dante Alighieri riprese il suo servizio Genova-New York, continuando sulla stessa rotta fino all'ottobre 1927. Partì da New York per Lisbona , Napoli e Genova nel novembre 1927. Nel 1928, la nave fu venduta alla Azienda giapponese di Nippon Yusen Kaisha (NYK) e ribattezzata Asahi Maru . Nel 1937 fu trasformata in una nave ospedale. Il 24 gennaio 1942, la nave ospedale fu colpita da colpi di arma da fuoco del cacciatorpediniere USS  John D. Ford , durante un'incursione americana su Balikpapan . Il 10 novembre 1943 la nave fu convertita in un trasporto ausiliario. Il 5 febbraio 1944, Asahi Maru fu danneggiata in una collisione nel mare interno giapponese , spiaggiata, spezzata in due e abbandonata. Il carico della nave è stato recuperato alla fine di febbraio. Fu demolita nel 1949.
Lot # 193 - MEDAGLIE ITALIANE – REGNO D’ITALIA – VITTORIO EMANUELE III (1900-1945) – MILITE IGNOTO - RRRR. Medaglia, non portativa, con scatola d’epoca, emessa a ricordo della tumulazione del Milite Ignoto. Al dritto la figura allegorica della Vittoria alata che sorregge il capo di un soldato, in nudità eroica, alle sue spalle proiettili , davanti un elmetto tipo “Adrian”, in esergo scritta At pia gloria dedit / et oscvlvm / svpremvm.- Al rovescio Gladio, con nastro sull’elsa, su ramo di palma, ai lati. IGNOTO MILITI IV NOV MCMXXI. Conservazione SPL/FDC. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 58.5mm, 79.6g.). Opus Aurelio Mistruzzi. Non censita nei testi da noi consultati. ESTREMAMENTE RARA (RRR) (cfr. Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, 1922, pag. 393, nr. 796) (150). La scatolina d’epoca reca qualche difetto sul bordo esterno (dimensioni 81x81,5 mm), meccanismo di chiusura incompleto. Il Milite Ignoto (o Soldato Ignoto) è un militare italiano caduto al fronte durante la prima guerra mondiale e sepolto a Roma sotto la statua della dea Roma all'Altare della Patria al Vittoriano. La sua identità resta ignota poiché il corpo fu scelto tra quello di caduti privi di elementi che potessero permettere il riconoscimento. La tomba del Milite Ignoto rappresenta simbolicamente tutti i caduti e i dispersi in guerra italiani; è scenario di cerimonie ufficiali che si svolgono annualmente in occasione di festività civili durante le quali il Presidente della Repubblica Italiana e le massime cariche dello Stato rendono omaggio al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d'alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre. Fu inaugurata solennemente il 4 novembre 1921 con la traslazione da Aquileia dei resti di un soldato, dopo un viaggio in treno speciale attraverso varie città italiane. Il lutto per le centinaia di migliaia di caduti fu legato alla retorica patriottica della celebrazione per il terzo anniversario della Vittoria. L'anno successivo, con l'assunzione del potere da parte di Benito Mussolini, il Milite Ignoto divenne uno dei simboli principali della retorica nazionalista del fascismo, nel tentativo di autoconferirsi i meriti della vittoria nella prima guerra mondiale. Con l'avvento della Repubblica, il Milite Ignoto è pienamente diventato apolitico simbolo dell'unità e dell'identità nazionale italiana. Nel 1921 furono realizzate tre medaglie commemorative. La prima medaglia, su disegno di Aurelio Mistruzzi, fu creata per volere di Udine, di Gorizia e di Aquileia. Fu realizzato un unico esemplare in oro che fu inserito su una croce d'argento (con gli stemmi dei tre comuni) posta nella bara del Milite Ignoto. Ha un diametro di 60 millimetri.(ed è del tutto simile per le impronte alla medaglia da noi proposta). Dritto: La Gloria aleggiante a sinistra in atto di baciare sulla fronte il fante ignoto che, serrando nella destra il ferro infranto, riposa nella morte. All'esergo su tre linee: at pia gloria dedit / et oscvlvm / svpremvm. Rovescio: Nel campo il gladio romano allacciato alla palma della vittoria. Ai lati su due righe: ignoto - militi / iv nov. - mcmxxi. Una seconda medaglia, sempre su disegno di Mistruzzi, fu realizzata in formato ridotto con anello (32 millimetri) per ufficiali e soldati che accompagnarono la bara; copie con dimensioni maggiori (70 millimetri) furono destinate alle personalità dell'Esercito. Dritto: la vittoria alata sorregge il corpo di un caduto che stringe nella destra un gladio. Sul bordo apotheosis - iv nov. Mcmxxi. Rovescio: sul bordo comitato per le onoranze al soldato ignoto. La terza medaglia, su disegno di Lodovico Pogliaghi, era di bronzo e aveva dimensione di 60 millimetri.Ne esiste una versione ridotta da 28 millimetri in argento con anello e con rovescio diverso. Dritto: L'Italia turrita stante con una Vittoria è in atto di deporre un ramo d'alloro sulla salma del Milite Ignoto. Nel campo, ai lati: ignoto - militi. All'esergo, su due righe: iv novembre / mcmxxi. In piccolo a destra: pogliaghi mod. e inc. Rovescio: L'Altare della Patria. Nell'esergo, su quattro righe: eletto da vna madre fra i mille / la madre roma l'accoglie / dall'ara dell'italica fede / vigila il fante ignoto. In piccolo sotto la linea dell'esergo: s. johnson.
Lot # 205 - MEDAGLIE ITALIANE – REPUBBLICA ITALIANA (DAL 1946) – ALPINI - TIRANO. Spilla emessa per ricordare il battaglione alpini TIRANO. Al dritto artiglio e scritta TIRANO. Al rovescio spilla e scritta produttore LABOR MILANO VIA BORDIGHERA 19. Realizzata in metallo argentato (MA) e smalti rossi (ø 31mm, 14g.). Conservazione SPL. Il Battaglione alpini Tirano era un reparto alpino dell'Esercito Italiano con sede a Malles (Bolzano). Formato a Milano nel 1887, inquadra tre compagnie, la 46a, 48a e la 49a e inquadrato nel 5º Reggimento alpini una parte del battaglione partecipa alla guerra d'Eritrea inquadrato nel battaglione Alpini d'Africa al comando del maggiore Domenico Cicconi e successivamente al comando del capitano Davide Menini, combattono la battaglia di Adua del 1º marzo 1896. Durante la prima guerra mondiale, partecipa alla battaglia dell'Ortigara, alla fine delle ostilità si sposta a Tirano nella caserma "Luigi Torelli", da dove viene trasferito a Milano alla caserma "Luigi Mainoni". Inquadrato nella divisione alpina Tridentina, nel 1940 è al comando del maggiore Gaetano Loffredo, e partecipa alla campagna sul fronte occidentale. Con la dichiarazione di guerra alla Grecia, viene inviato in territorio greco il 10 novembre 1940 e ha il battesimo del fuoco il 17 novembre nella zona di Val Kamecine. A fine 1941 rientra in Italia e nell'agosto dello stesso anno si trova in Russia a Nowo Gorlowka, impegnata nella Campagna italiana di Russia. In territorio russo si trova al comando del battaglione il maggiore Gaetano Volpatti, al quale si susseguono il capitano Franco Briolini, il maggiore Gerardo Zaccardo e Franco Maccagno. ll 15 gennaio 1943, inizia la ritirata dal fronte russo, assieme alla 28ª batteria del Gruppo Artiglieria da Montagna "Val Camonica", supera le sacche di Skororyb, Postojalyj, Šeljakino, Warwarowk]. Il 25 gennaio raggiunge Nikitovka. Il giorno successivo a Arnautovo sostiene un combattimento nel quale viene decimato. Alla fine della battaglia restano alcune centinaia di alpini, i quali sono impiegati in appoggio nella battaglia di Nikolaevka ai battaglioni Vestone e Edolo. I superstiti rientrano in Italia nel marzo del 1943. Al momento dell'8 settembre il battaglione è a Rio di Pusteria dove viene sciolto. Tra gli alpini ci fu chi continuò la lotta tra le file della resistenza, tra cui Nuto Revelli[ e chi venne deportato come il maggiore Gerardo Zaccardo. Il cappellano militare durante la ritirata, riceve dalle mani di una donna russa l'icona raffigurante la Madonna la quale è venerata attualmente dagli alpini come la Madonna del Don.Al comando del tenente colonnello Aldo Rasero il 10 settembre 1953 il battaglione viene ricostituito con sede Malles e inquadrato nella Brigata alpina "Orobica". Il 1º ottobre 1975 il 5º reggimento alpini viene sciolto e il battaglione diventa autonomo, passando alle dirette dipendenze della brigata. Il 27 marzo 1991 viene sciolto e la bandiera deposta al Sacrario delle bandiere presso il Vittoriano
Lot # 215 - MEDAGLIE ITALIANE – REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA (1943-1945) – DISTINTIVO D’ONORE ADDESTRAMENTO IN GERMANIA GRADO ORO – ESEMPLARE REDUCISTICO.  "Distintivo d'onore" di grado oro riservato agli ufficiali che avevano completato il corso di addestramento per le Divisioni italiane in Germania. La data ufficiale di fondazione delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana risale al 28 ottobre 1943, con decreto retroattivo dal 9 settembre 1943, anche se molti furono i reparti che, nonostante l'armistizio, continuarono a combattere a fianco dell'alleato tedesco. Il programma militare aveva per cardine la costituzione di alcune Grandi Unita' che avrebbero ricevuto l'adeguata istruzione in Germania, nei campi di addestramento e secondo i collaudati metodi della Wehrmacht, in base ad un accordo con il governo tedesco. Nel primo e unico turno vennero approntate quattro divisioni di fanteria: Monterosa, Littorio, San Marco e Italia, assegnate rispettivamente ai campi di Muensigen, Sennelager, Grafenwoehr e Heuberg dove, sotto il controllo della missione militare R.S.I., furono addestrate da istruttori tedeschi. Trascorsa l'estate 1944 le quattro divisioni rientrarono in Italia ed andarono a formare l'"Armata Liguria", schierata dalla Garfagnana al San Bernardo e sotto il comando del generale Graziani; dall'1.12.1944 l'Armata cambio' nome in "Gruppo Armate Liguria". Il distintivo d'onore assegnato alle truppe addestrate in Germania ed ai loro istruttori e' forse il fregio che piu' di ogni altro racchiude in se' tutto il simbolismo della Repubblica Sociale Italiana: il gladio e le fronde di quercia, simboli degli arditi e dei volontari; il fascio repubblicano e la svastica per ribadire la fedelta' alle forze dell'Asse. Il distintivo venne decretato il 15 luglio 1944 con la circolare n. 160 del Giornale Militare Ufficiale; era da portarsi sopra il taschino destro della giubba sia per i militari inquadrati nelle divisioni in addestramento che per i loro istruttori tedeschi. Il metallo dorato era per gli ufficiali, argentato per sottufficiali e truppa. Sul retro la spilla e' fermata da una piattina tonda con un solco verticale in rilievo. In alcuni esemplari il solco e' rivolto anche orizzontalmente. Veniva consegnato con un particolare diploma (oggi rarissimo), recante il nome della divisione di appartenenza e la firma del comandante. SEBBENE QUESTO ESEMPLARE RISPETTI LE DIMENSIONI DELLA CIRCONFERENZA DELLA PIATTINA DI FISSAGGIO, DEL GLADIO, DEL FASCIO, DELLA SVASTICA E SI DISCOSTI, SOLO LEGGERMENTE NEL PESO, NON RECA LA SPILLA PREVISTA, PER QUESTA TIPOLOGIA, DI 25 MM, PERTANTO LO SI CLASSIFICA COME ESEMPLARE REDUCISTICO MA DI OTTIMA FATTURA. (cfr. Le tabelle tratte dall'articolo pubblicato sul n.3 del settempre 1993 della rivista "Militaria" scritto dal grande Alessandro Raspagni)  Realizzata in metallo dorato (MD). Conservazione BB (Dimensioni 31x49mm, 12.1g.)