

Regno d’Italia - Vittorio Emanuele III - Regio Esploratore Nino Bixio – Regia Marina. Medaglia con appiccagnolo ed anello emessa a ricordo del Regio Esploratore Nino Bixio. Al dritto volto di Nino Bixio verso d. intorno legenda UBBIDIRE E TACERE NINO BIXIO 1874 sul taglio del collo S.J. sotto punzone 800. Al r. nave in navigazione verso s. sotto legenda R. ESPLORATORE NINO BIXIO. La medaglia è appesa ad un nastro per berretto da marinaio della nave Regio Esploratore Nino Bixio. Realizzata in argento (AG) (ø 23.4mm, 7.1g.). Conservazione SPL. Costruita nell'Arsenale di Castellammare di Stabia su progetto del generale del Corpo del genio navale Giuseppe Rota, la nave venne varata il 30 novembre 1911 e madrina del varo fu Giuseppina Bixio, l'unica figlia di Nino Bixio. All'inizio della prima guerra mondiale il Bixio aveva base a Brindisi. Il 5 giugno il Bixio, scortato da quattro cacciatorpediniere (gli italiani Irrequieto e Francesco Nullo ed i francesi Commandant Bory e Protet), effettuò un'azione di bombardamento contro le isole di Lissa e Sant'Andrea. Nel 1919 il Bixio venne temporaneamente dislocato a Spalato, città ove i forti contrasti tra la componente slava e la minoranza italiana stavano degenerando in continue violenze: tra l'altro fu proprio a bordo del Bixio che, il 25 febbraio 1919, si tenne la cerimonia durante la quale il sindaco di Spalato ed il presidente del governo provvisorio jugoslavo porsero le loro scuse per l'aggressione da parte della folla, avvenuta il giorno precedente, di alcuni rappresentanti italiani e del comandante dell'incrociatore Puglia, Giulio Menini. Successivamente, dopo il marzo 1919, l'esploratore tornò in Italia. Causa il progressivo e grave deterioramento dell'apparato motore, l'esploratore venne radiato il 15 marzo 1929 e venduto per la demolizione
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