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Lot # 954 - Napoli. Carlo VIII di Francia (1495). Carlino. D/ Scudo di Francia coronato e accostato dalle lettere K L. R/ Croce potenziata e gigliata entro triplice cornice quadrilobata. P/R 1; MIR (Napoli) 97. AG. 2.67 g. 27.50 mm. RRR. Di estrema rarità. Fratturata e rincollata. Secondo i nostri archivi è l'unico esemplare apparso in pubblica vendita. BB. Ex Artemide LVII, 2022, 944. Papa Innocenzo VIII, in contrasto con Ferdinando I Re di Napoli a causa del mancato pagamento dei tributi da parte di quest'ultimo, aveva scomunicato il re di Napoli con una bolla dell'11 settembre 1489, offrendo il regno al francese Carlo VIII che vantava attraverso la nonna paterna, Maria d'Angiò (1404-1463), un lontano diritto ereditario alla corona del Regno di Napoli. Egli indirizzò le risorse della Francia verso la conquista del Regno di Napoli, incoraggiato da Ludovico Sforza e sollecitato dai suoi consiglieri, Guillaume Briçonnet e de Vers. Una volta intrapresa la spedizione, la rapida discesa di Caro VIII non conobbe ostacoli, rivelando improvvisamente l’insufficienza militare degli Stati italiani. Si cita a tal proposito Alessandro VI: “...aver Carlo VIII conquistata l’Italia col gesso dei suoi furieri d’alloggiamento”. L’incertezza e la confusione regnavano sovrane tra le truppe degli Stati che cercavano di opporsi alla discesa francese. Il 22 febbraio 1495 Napoli cadeva in mano francese ma non vi rimase a lungo poiché la rapidità della conquista spaventò Milano, Venezia e Roma che decisero di allearsi in una lega detta santa o di Venezia (prima Lega Santa, 31 marzo 1495). Con l’appoggio esterno di Ferdinando il Cattolico e di Massimiliano imperatore, costrinsero Carlo VIII a lasciare Napoli il 20 maggio e raggiungere la Francia alla fine dell’anno. La capitale del Regno rimase in mani francesi dal 22 febbraio al 7 luglio 1495, data del ritorno di Ferrandino.
Lot # 965 - Napoli. Repubblica Napoletana (1647-1648). 15 grana 1648. D/ Scudo coronato ornato contenente fasci recante la scritta SPQN. R/ Busto di San Gennaro mitrato e con aureola su nuvole; benedice con la mano destra mentre con la sinistra regge pastorale e libro su cui sono poggiate due ampolle. P/R 2; MIR (Napoli) 281/1. AG. 3.41 g. 22.00 mm. RRR. Tipologia rarissima con sigle GAC/S (Giovanni Andrea Cavo maestro di zecca e maestro di prova sconosciuto). La sbavatura sulle sigle potrebbe rendere dubbia questa attribuzione ma per un confronto con un esemplare analogo per difetto da conio vedasi NAC 130, 2021, 183. Tosato, altrimenti. BB. Il 7 luglio dell'anno 1647 durante il malgoverno del vicerè Duca di Arcos, il popolo si ribellò all'assurda gabella sulla frutta imposta ai commercianti i quali, senza denaro e senza aver venduto la merce, erano nell'impossibilità di poterla pagare. La rivolta fu condotta da un pescivendolo precedentemente vittima di ingiustizie e soprusi da parte di alcuni nobili, Tommaso Aniello detto Masaniello. Sfuggita di mano la rivolta lo stesso Masaniello fu ucciso da un colpo d'archibugio nella chiesa del Carmine a Napoli. A seguito degli avvenimenti il il sempre attivo partito francese chiamò dalla Francia Enrico di Lorena, duca di Guisa e discendente di Renato d'Angiò, per governare sotto la protezione del re di Francia. La signoria di Enrico di Lorena durò pochi mesi e nell'aprile del 1648 gli spagnoli restaurarono il loro dominio costringendo i francesi ad abbandonare l'impresa.