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Lot # 1187 - Sigillo, XIV sec. (?). D/ +RAODEAVER SAIPIAN[V]STITS. Scudo alla banda caricata di tre fiori (di lino?). PB. 34.88 g. 45 x 36 mm. Interessante sigillo da studiare, apparentemente di gusto non italiano. Forse francese. qSPL.
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Lot # 1188 - Francesco Alidosi (1455-1511) cardinale di Pavia (1505), legato di Bologna e della Romagna (1508). Medaglia per la nomina a Cardinale Legato di Bologna (1508). D/ FR ALIDOXIVS CAR PAPIEN BON ROMANDIOLAE Q(VE) C LEGAT. Busto a destra, con berretto e mantellina. R/ HIS AVIBVS CVRRVQ(VE) CITO DVCERIS AD ASTRA. Giove, con fulmine, seduto su un carro trainato da due aquile; all’esergo, segni zodiacali dei Pesci e del Sagittario. Arm. II, 116, 45; Hill, Corpus 610; Hill-Pollard, Kress 186; Pollard, Bargello I 133. AE. 58.50 mm. Opus: Scuola bolognese dopo il Francia. RR. Foro di appensione. BB. Francesco Alidosi fu Cardinale, discendente della famiglia imolese degli Alidosi; fu creato da Giulio II, di cui era stato segretario, vescovo di Mileto (1504), poi di Pavia e cardinale (1505), e legato di Bologna (1508) ove la sua durezza rinfocolò l'avversione dei partigiani dei Bentivoglio. Il 7 ottobre 1510 venne arrestato da Francesco Maria I della Rovere, duca d'Urbino e comandante delle forze papali, con l'accusa di cospirazione con i francesi; Giulio II rigettò le accuse e lo promosse vescovo di Bologna, carica che l'Alidosi sommò a quella di legato pontificio. Nel maggio del 1511 Bologna fu conquistata dai francesi e l'Alidosi fu costretto alla fuga verso Castel del Rio. Recatisi l'Alidosi e il della Rovere quasi contemporaneamente a Ravenna per discolparsi con Giulio II, questi accettò le spiegazioni del vescovo, ma si rifiutò di ascoltare il duca, il quale, ritenendo l'Alidosi responsabile del contegno del pontefice e esasperato per i vecchi rancori, affrontò il cardinale in una strada di Ravenna e lo uccise il 24 maggio 1511. L’Alidosi protesse letterati e artisti come Erasmo, Michelangelo e Raffaello, che ne dipinse il ritratto (museo del Prado, Madrid).
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Lot # 1189 - Sigillo di Domenico Bruni (Bruno?), XVI-XVII sec. D/ D DOMINICVS BRVNVS. Stemma troncato, nel primo al crescente montante accompagnato da tre stelle; nel secondo [?]. Ottone. 5.58 g. 23 x 19 mm. qSPL.
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Lot # 1190 - Medaglia devozionale 1650. D/ S. ANT DE PADVA CONFESS. Il busto di Sant'Antonio a destra; davanti, il Bambino, sotto firma (M. P. ?). R/ Porta Santa, sull'architrave, MDCL; in esergo, ROMA. AE. 31.5 x 26 mm. Appiccagnolo. qBB.
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Lot # 1191 - Medaglia devozionale, XVII sec. D/ S. MARIA VE. La Vergine Maria con il Bambino sulla Santa Casa sostenuta da due angeli. R/ S. CAROLO B. S. FRANC D. S. I due santi stanti uno di fronte all'altro; in esergo, ROMA. AE. 26.50 mm. Appiccagnolo. qSPL.
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Lot # 1192 - Medaglia devozionale per il Giubileo del 1700. D/ SANCTVS PAVLVS APOST. Busto di San Paolo a destra. R/ ANN IVB. La corte inginocchiata di fronte all aPorta Santa da cui irradia la Luce; in esergo, ROMA. AE dorato. 34.00 mm. Appicagnolo. SPL.
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Lot # 1193 - Medaglia devozionale, XVIII sec. D/ SS VALENTIN ET HILARIUS MM. Le teste nimbate dei due santi; in esergo, ROMA. R/ S. LAVRENTIVS MARTIR. San Lorenzo stante di fronte, tiene palma e graticola. AE dorato. 27.5 x 25 mm. BB+.
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Lot # 1194 - Medaglia devozionale XVIII sec., con appiccagnolo. D/ I SS. Apostoli Pietro e Paolo. R/ L'apertura della Porta Santa. AE. 30.43 g. 56.00 mm. Patina cuoio. Bel BB/BB.
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Lot # 1195 - Innocenzo Buonamici (1691-1775), numismatico. Medaglia 1775 per la morte. D/ CAN INNOC BONAMICVS I.V.D THEOL AC POENITENT ECCL CATH; nel gitro interno: PRATEN NVMISM ET VETVSTAT CVLTOR EXIMIVS. Busto a destra con zucchetto e mantellina; sotto: I. Z. VEBER. R/ EX VIRTVTE FERTILITAS; nel secondo giro: ET IN SCIENTIA REPLEBVNTVR CELLARIA. Minerva stante di fronte, il capo volto a sinistra, tiene lancia; ai lati, rocce da cui crescono spighe; in esergo, MDCCLXXV. Van.-Tod. (1987) 416. AE. 84.00 mm. Opus: G. Z. Weber. Fusione posteriore. qSPL. Il canonico Innocenzo Buonamici era nato a Prato nel 1691; fu membro della Società Colombaria fiorentina, esperto di numismatica e sfragistica e collezionista di antichità. nelle 'Symbolae' di Anton Francesco Gori è inserita una descrizione del Museo Bonamiciano, che però nell'Ottocento era già stato disperso.

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