Dea Moneta
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Lot # 4
MACEDONIA, FILIPPO II, 359-336 A.C. - STATERE
340-328 a.C.,  D/ testa laureata di Apollo a d.,  R/ auriga su biga a d., tiene il frustino con la destra e le redini con la sinistra. Sotto le zampe dei cavalli una Nike in volo  a d. con corona, Zecca di Pella, Rif. bibl. Le Rider 357;  Metallo: AV, gr. 8,56, diam. 18,52 mm., qSPL

Riportiamo di seguito due estratti dall’ “Appendice Peritale al Certificato di Qualità Bolaffi” n. 544 del 13/05/2021” allegata al presente lotto: … Le prime fonti storiche certe relative ai Macedoni partono dal V secolo a.C. e li qualificano come una comunità organizzata su base monarchica, tendente a rapportarsi sempre più con il mondo ellenico sotto l’impulso della dinastia regnante che ne apprezzava il superiore livello di civiltà e di cultura. Nel 359 a.C. un membro di tale dinastia, vissuto a lungo in giovane età nella città greca di Tebe ove aveva sviluppato qualità politiche e militari di alto livello, salì al trono con il nome di Filippo Il. Egli conosceva l'endemico stato di discordia, quando non di conflitto aperto, che agitava perennemente il mondo greco e maturò il disegno di approfittarne per ampliare i confini del suo regno. Perciò dedicò i primi anni a dare ordine e forza militare allo Stato, istituendo il servizio militare obbligatorio e organizzando l'esercito in falangi, le famose falangi macedoni, superate in forza e compattezza solo dalle legioni romane. Conclusa la fase di preparazione, Filippo II iniziò la sua opera di conquista, che nei due decenni successivi lo portò a regnare di fatto sull'intera Grecia, attraverso ripetute campagne militari nelle quali, con consumata abilità politica, non intervenne mai di sua iniziativa, ma solo dopo essere riuscito a suscitare la richiesta ora dell'una, ora dell'altra fazione in lotta. Risalgono a questo periodo le “filippiche” di Demostene, appassionate e veementi orazioni con le quali il politico democratico si rivolgeva agli Ateniesi per metterli in guardia sulle vere intenzioni del re macedone. Il rispetto che Filippo II mostrava di avere verso le istituzioni autonome dei Greci mirava ad ottenerne la fiducia per costruire una grande alleanza destinata a dare l'assalto all'Impero persiano, opera alla quale dedicò gli ultimi anni della sua vita, interrotta tragicamente da un attentato nel 336 a.C.. A lui succedette, all'età di vent'anni, il figlio Alessandro III, che, fin da giovinetto, aveva dato prova di straordinario coraggio e di grande ingegno, stimolato ed arricchito da una serie di illustri precettori, fra i quali il filosofo Aristotele. … … non deve stupire che la monetazione al nome di entrambi i re, Filippo e Alessandro, sia continuata per lungo tempo anche dopo la morte di ciascuno di essi, segnale inequivocabile del fatto che i loro successori non si ritenevano all'altezza di poter proporre il proprio nome sulle monete e, anzi, richiamavano quello di Filippo o di Alessandro per rivendicarne l’eredità politica, vera o presunta che fosse. …

PROVENIENZA
Bolaffi, Torino; collezione privata, Roma.