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Lot # 703
MEDAGLIE ESTERE – UNIONE SOVIETICA (1922-1991) – ANTONIO CANOVA – LE TRE GRAZIE - ERMITAGE. Medaglia, non portativa, emessa a ricordo di Antonio Canova. Al dritto busto dell’artista verso s. intorno, in russo, ANTONIO CANOVA (Антонио Канова), sotto 1757-1822. Al rovescio rappresentazione della statua delle “Tre Grazie” intorno scritta in russo (Государственный Эрмитаж. Отдел истории западноевропейского искусства. Три грации) Realizzata in Alluminio (AL) (60.1mm, 30.74g.). Opus Ivanov S.M..Conservazione FDC. Zecca di Leningrado. Con scatolina in cartone e talloncino con scritte in cirillico. Le “Tre Grazie” è il nome assegnato a due sculture di Antonio Canova ritraenti le tre famose dee della mitologia greca e realizzate tra il 1812 e il 1817. Ne esistono infatti due versioni: la prima è conservata al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, mentre una sua replica successiva è esposta al Victoria and Albert Museum di Londra. Il gesso di quest'opera viene conservato presso la Gipsoteca canoviana di Possagno. Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) è stato uno scultore e pittore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura e soprannominato per questo «il nuovo Fidia». Antonio Canova esprime nelle sue creazioni la ricerca della perfezione, la bellezza e la purezza dell'arte antica, con un'attenzione tutta nuova nel rendere più espressivi ed umani i volti e gli atteggiamenti del corpo, assenti nelle statue della mitologia greca-romana, a cui egli si ispirava. La precisione delle linee, delle forme e la delicatezza delle superfici nei suoi modelli nascondono un duro lavoro di ricerca e di misurazione delle proporzioni, che rispondono ai canoni di bellezza ideale; questi sono i motivi per cui viene considerato tra i maggiori scultori di tutti i tempi, capace di dare raffinatezza al marmo e capace di eguagliare e superare lo splendore antico delle sculture greche-romane, sotto il segno, appunto, del suo soprannome, "Nuovo Fidia". Canova svolse l'apprendistato a Venezia. Nel 1779 si trasferì a Roma, dove risiedette per il resto della sua vita; sebbene viaggiasse spesso, principalmente per soggiorni all'estero o per ritornare nei luoghi natii, l'Urbe per lui rappresentò sempre un imprescindibile punto di riferimento. Intimamente vicino alle teorie neoclassiche di Winckelmann e Mengs, Canova ebbe prestigiosi committenti, dagli Asburgo ai Borbone, dalla corte pontificia a Napoleone, sino ad arrivare alla nobiltà veneta, romana e russa. Tra le sue opere più note si ricordano Amore e Psiche, Teseo sul Minotauro, Adone e Venere, Ebe, Le tre Grazie, il Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria, la Paolina Borghese, Ercole e Lica e la Venere italica.