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Lot # 991 - COLLEZIONISMO VARIO – GERMANIA NAZISTA (1933-1945) – AHNENPASS – C.D. PASSAPORTO GENEALOGICO – AUSTRIA – ST. VEIT. Interessante documento d’epoca, trattasi di un Ahnepass un c.d. passaporto genealogico emesso durante il periodo del III Reich. era un documento personale utilizzato dal regime nazista per certificare che una persona poteva essere considerata "ariana" con un "sangue puro". Tale documento al suo interno conteneva una lunga e minuziosa lista dei progenitori, una sorta di albero genealogico in cui si valutava la discendenza di un individuo. Fu inizialmente utilizzato in Germania nazista nel 1933 dopo un censimento, per conoscere chi era di completa discendenza tedesca e chi no. In seguito, fu utilizzato anche durante le opzioni in Alto Adige per vagliare chi poteva trasferirsi all'interno del Terzo Reich. A Bolzano operò dal 1940, per emettere gli Ahnenpässe e preparare anche delle Sippentafeln, una apposita Sippenkanzlei affidata al genealogo locale Franz Sylvester Weber Il documento è scritturato al suo interno ma non reca alcun timbro. Dimensioni: 20 x 13 cm. Con copertina in brossura. Buonissime condizioni di conservazione. L’4 articolo del regolamento della NSDAP recita: "Staatsbürger kann nur sein, wer Volksgenosse ist. La Volksgenosse non può che essere costituita da un uomo di razza tedesca, senza alcun riferimento alla professione. Kein Jude kann daher Volksgenosse sein" - Solo chi appartiene alla nazione tedesca può essere cittadino. Solo chi ha sangue tedesco può appartenere alla nazione tedesca, indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa. Pertanto, nessun ebreo può appartenere alla nazione tedesca.
Lot # 996 - COLLEZIONISMO VARIO – MILITARIA – AERONAUTICA MILITARE – VAM. Foulard e/o fazzoletto da collo della VAM (Vigilanza Aeronautica Militare), stampato fronte retro, con una mano di un cavaliere che brandisce una spada dietro un torrione sopra scritta VAM in basso CAVE ADSUM (attenzione io sono qui!). Vigilanza Aeronautica Militare, acronimo V.A.M., era un corpo dell'Aeronautica Militare, per la vigilanza e la sicurezza interna delle varie installazioni dell'AM. Era composto da sottufficiali e da avieri, inquadrati nell'omonima categoria, che prestavano il servizio di leva, i quali, dopo visita di idoneità e verifica a livello fisico (C1) venivano inquadrati nei VAM per le loro doti fisico/psico attitudinali. Il servizio Vigilanza Aeronautica Militare nacque nel 1949, con la soppressione della Polizia aeronautica militare (PAM), istituita nel 1945. Ciascun reparto dell'AM inizialmente provvedeva però autonomamente alla propria sicurezza. La categoria VAM venne istituita il 12 settembre 1958 con lo scopo di formare un corpo specializzato nella vigilanza di tutte le installazioni aeronautiche, nella scorta e nell'espletamento dei servizi d'onore e rappresentanza. Contemporaneamente venne istituita la Scuola Centrale VAM di Viterbo. Con la riforma dell'Aeronautica Militare, conseguente alla sospensione del servizio di leva obbligatorio, la VAM è stata soppressa dal 1º gennaio 2005. Da quella data i compiti d'istituto vengono assolti da personale volontario in ferma prefissata (VFP1 e VFP4) appartenenti alla categoria dei militari di truppa, categoria "Supporto Operativo", specialità "Difesa Terrestre". Questi militari, aggregati in compagnie, si fregiano del basco azzurro del "Supporto Operativo e Difesa Terrestre" e operano anche nelle basi all'estero. Altri fanno parte del Gruppo protezione delle forze. La crisi di Sigonella fu connessa al dirottamento della nave italiana Achille Lauro avvenuto ad opera di terroristi palestinesi il 7 ottobre 1985. L'episodio fu un complesso caso diplomatico avvenuto alla base aerea di Sigonella il giorno 11 ottobre 1985: la VAM, insieme ad alcuni carabinieri di stanza nell'aeroporto militare, ebbe l'ordine di circondare l'aereo egiziano ed un reparto della Delta Force statunitense circondò a sua volta i giovani militari, in gran parte di leva, della VAM. "Già solo età e tipo di inquadramento (un coscritto contro un reparto altamente specializzato) è un punto d’orgoglio: quella notte i VAM tennero la posizione" . Successivamente, su disposizione del governo italiano, giunsero i rinforzi, composti da reparti di carabinieri da Catania e Siracusa, con blindati, che strinsero la Delta Force in un terzo anello, il che fu decisivo perché gli statunitensi desistessero dall'intento. “Sarebbe bastato che gli americani avessero tentato di prelevare con la forza i terroristi dall’aereo e che avessero travolto i nostri VAM: avrebbero risposto e poi sarebbero intervenuti i carabinieri che avrebbero sparato” ricordò Francesco Cossiga. Alle 4:00 CET del giorno successivo, arrivarono gli ordini dalla Casa Bianca ai militari americani di ritirarsi. Realizzato in tessuto colorato (96x63x63 mm.). Conservazione ottima.
Lot # 1001 - COLLEZIONISMO VARIO – REGNO D’ITALIA - VENTENNIO FASCISTA – BENITO MUSSOLINI – MARCIA SU ROMA – GABRIELE D’ANNUNZIO - TAGLIACARTE (1922-1926). Splendido tagliacarte di epoca fascista. Nella parte anteriore in cima, busto del Duce sopra un cippo su cui è scritto TU DUCA TU SIGNORE TU MAESTRO (che riprende parzialmente una frase di Dante nel II canto dell’Inferno), a sua volta sopra un fascio littorio, di tipo repubblicano, posto trasversalmente su cui è un festone con scritto EJA EJA EJA ALALA’. Nella parte posteriore dell’ara vi è un elmo pretoriano con due frecce verso il basso, nella parte del festone vi è la scritta OTTOBRE MCMXXII (data della Marcia su Roma). Si tratta indubbiamente di un esemplare di grande pregio che all'epoca doveva costituire un dono prezioso. Questo oggetto è un testimone prezioso del "mito Mussoliniano" che testimonia questo culto, salvatosi dalla furia iconoclastica del dopo 25 aprile. La presenza del fascio repubblicano lo data ad un periodo intercorrente fra il 1922 e il 1926. Realizzato in Bronzo (AE) con lama brunita (22x7cm,284 gr.). Conservazione BB/SPL (probabilmente pulito). Un tagliacarte identico è pubblicato nel 1° volume della Trilogia "Ieri ho visto il Duce" di Maffei, Raspagni e Sparacino a pagina 200 (si allega foto per il confronto). Eja, eja, alalà. Così si esultava e si brindava, ci si incoraggiava e talvolta ci si salutava. Ma quel curioso grido di giubilo, la cui invenzione si attri­buisce a Gabriele D'An­nunzio (durante il bombar­damento di Pola, 8 agosto 1917), era in realtà la combinazio­ne di due esclamazioni antiche. "Eja" era lega­ta al mondo romano e fu tramandata dai crocia­ti. "Alalà" era il grido di guerra dei Greci: Achille lo usava per aizzare i cavalli.  Di "eja" si tro­vano tracce in racconti e poesie, da Boccaccio a Pascoli. E sempre Pasco­li fu il primo a recupera­re, nei Poemi conviviali, il grido "alalà". L'esclamazione, che doveva sostituire il barbarico "hip, hip, urrah!", venne fatta propria dagli aviatori e poi dai fascisti, che la gridavano nelle adunate e la inserirono nei loro canti, primo fra tutti il rifacimento di Giovinezza: "Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza, della vita nell'asprezza il tuo canto squilla e va. E per Benito Mussolini: eja, eja, alalà!".

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