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Lot # 1621 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia - Vittorio Emanuele III (1900-1943) – Marcia su Roma – I tipologia. Medaglia portativa, con cambretta, emessa per i partecipanti alla Marcia su Roma del 1922. D/ Figura allegorica della Vittoria, in piedi, di fronte, ad ali spiegate, regge fascio e corona di alloro, ai lati fasci. R/ MARCIA SU ROMA 27 OTTOBRE 1 NOVEMBRE 1922 in basso legenda FM LORIOLI & CASTELLI MILANO monogramma MOD., a d. RIP.RIS. Medaglia in Bronzo (AE) (ø 34mm, 14.7gr.). Opus Eugenio Baroni. Conservazione BB/SPL. Riferimenti Casolari I-7. Quella con la scritta del produttore più lunga si riferisce al primo periodo di assegnazione. In occasione del primo anniversario della Marcia su Roma, la Direzione del Partito nazionale Fascista in accordo con la Milizia, sotto autorizzazione del Duce, istituì una specifica medaglia commemorativa per decorare tutti i fascisti che "avevano partecipato alla Rivoluzione Fascista culminata con la storica Marcia su Roma". L'istituzione del fregio commemorativo venne pubblicizzata dall'organo di stampa del partito, il Popolo d'Italia, nell'edizione del 25 ottobre 1923. L'articolo indicava modalità burocratiche per ottenere il conferimento della medaglia, delegando le Federazioni Provinciali Fasciste alla raccolta degli elenchi degli aventi diritto, per essere trasmessi alla Segreteria Generale Amministrativa del partito quale organo ufficiale deputato alla distribuzione. Gli elenchi, in duplice copia, dovevano essere accompagnati dalla somma di Lire 5 per ogni medaglia, necessaria alle spese di coniazione ed alla stampa del relativo brevetto di attribuzione. La concessione della decorazione era di cinque esemplari in oro distribuiti al Duce e ai Quadrumviri, 19 in argento destinati ai Comandanti di colonna della Marcia, mentre era in bronzo per tutti gli altri aventi diritto.
Lot # 1625 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Giuseppe Verdi – Parma - Rara. Medaglia portativa, con appiccagnolo ed anello, emessa nel primo centenario della nascita. Al dritto testa di Giuseppe Verdi di ¾ verso s. con cappello intorno legenda GIVSEPPE VERDI, in esergo 1813-1913, a d. sigle S.J.. Al rovescio centralmente una cetra ai lati fasci di rami, sotto legenda PARMA e scudo comunale, intorno legenda NEL CENTENARIO DELLA NASCITA. Medaglia in Bronzo dorato (AE) (ø 25.9mm, 8.4gr.). Conservazione BB. Rara (R) Giuseppe Fortunino Francesco Verdi noto come Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato un compositore e politico italiano. È universalmente riconosciuto come uno dei maggiori operisti e compositori di ogni tempo, insieme ad altri protagonisti del teatro musicale italiano dell'Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Giacomo Puccini e Gaetano Donizetti. Simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l'Unità d'Italia e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica; nel corso della sua lunga esistenza stabilì una posizione unica tra i suoi connazionali, divenendo un simbolo artistico profondo dell'unità del Paese. Fu per questo motivo che un mese dopo la sua morte, una solenne e sterminata processione attraversò Milano, accompagnando le sue spoglie con le note del Va, pensiero, il coro degli schiavi ebrei del Nabucco, da lui scritto 60 anni prima, esprimendo di fatto i sentimenti degli italiani verso il loro eroe scomparso. Ciò dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale. Le sue opere rimangono ancora tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare l'Aida (1871), il già citato Nabucco (1842) e la cosiddetta "Trilogia popolare": Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La traviata (1853).
Lot # 1629 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Coloniale – Sabratha. Medaglia portativa con cambretta, dal bordo irregolare, emessa per il personale in congedo dell’Artiglieria da Campagna. D/ legenda NEL NOME E NELL’AZIONE ROMANA, soldato a s. sorregge colonna ionica con alla base SPQR a d. aquila su fascio verticale. R/ DIVISIONE FANTERIA SABRATHA (60) tre nodi Savoia, nel campo entro ghirlanda di alloro fermata da nastro in basso REGGIMENTI FANTERIA 85 86 ARTIGLIERIA 42 BATTAGLIONI MTR LX GENIO LX CARRI L COMPL LX COMP MOTOCICLISTI COMP CANNONI 47 SEZ CC.RR. 7044 SERVIZI. Medaglia in Bronzo (AE) (ø 35mm, 19.1gr.). Conservazione BB. Riferimenti Casolari XV-83. La 60ª Divisione fanteria 'Sabratha' fu una grande unità di fanteria del Regio Esercito durante la Seconda guerra mondiale. Era in particolare una divisione autotrasportabile tipo Africa Settentrionale, ovvero come le autotrasportabili metropolitane prevedeva la motorizzazione dell'artiglieria e dei supporti divisionali, ma con l'aggiunta di un battaglione di carri leggeri e l'eliminazione di ogni componente di animali da soma o da traino, vista la difficoltà di approvvigionamento di acqua e foraggio in ambiente desertico. La divisione trae origine dalla Brigata "Verona", costituita il 2 giugno 1883 e sciolta il 25 dicembre 1917 e formata da 85º e 86º Reggimento fanteria. La 60ª Divisione fanteria "Sabratha", di tipo autotrasportabile, si forma in Libia italiana nella primavera del 1937 sull'85º e l'86º Reggimento fanteria e il 42º Reggimento artiglieria divisionale. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, la divisione si trova sul confine libico-tunisino ed a difesa di Tripoli. In dicembre viene trasferita sulla linea Derna-Berta, dove contrasta l'avanzata inglese fino al 1941. Il 30 gennaio, per evitare l'aggiramento, ripiega con gravi perdite, riuscendo a disimpegnarsi ed a raggiungere, attraverso Agedabia e Sirte, la città di Homs, dove si schiera a difesa della costa. Nel settembre 1941 la Divisione si trasferisce ad est di Tobruk. Dopo lo sfondamento inglese a Sollum, la divisione ripiega sulle linee di difesa successive di Ain el Gazala, di Derna-Berta-Mechili, di Marsa El Brega. Da qui il 23 gennaio 1942 si scontra con le retroguardie avversarie, per poi avanzare su Antelat, a nord-est di Agedabia. Dopo aver occupato in maggio Bir Temrad, raggiunge Tobruk il 15 giugno. Caduta la città, si porta su Bardia, Sollum e Sidi el Barrani, per attestarsi il 1º luglio su El Alamein. Attaccata con violenza, la linea resiste, ma le perdite della divisione sono tali da decretarne lo scioglimento il 25 luglio 1942.
Lot # 1632 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Etiopia – AOI. Distintivo emesso per la fondazione dell’impero. D/ entro due medaglioni accostati, sormontati da aquila sabauda ad ali spiegate busti affrontati di Vittorio Emanuele III e Mussolini sotto entro cartella ETIOPIA ITALIANA 5 9 MAGGIO XIV. R/ negativo del dritto e spilla portativa. Opus Pagani Emilio Milano. Spilla in Metallo Bianco (MB) (32x30mm, 3.2gr.). Conservazione BB/SPL. Riferimenti Casolari XIV-49. La sera del 9 maggio 1936 Benito Mussolini proclama dal balcone di piazza Venezia “la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma“. L’evento rappresenta il punto più alto del consenso del popolo italiano verso il regime. Il nuovo Impero fascista, però, durerà meno di cinque anni. La conquista dell’Etiopia serve anche a vendicare la sconfitta di Adua del 1896 e a dimostrare che il fascismo riesce proprio dove la classe dirigente dell’Italia liberale ha fallito. Per questi motivi l’Italia fa di tutto per cercare un casus belli: l’incidente di Ual Ual nel dicembre 1934 offre al regime ciò che sta aspettando da tempo. L’offensiva italiana scatta il 3 ottobre 1935 e il comando della spedizione è affidato al generale Emilio De Bono, ministro delle Colonie e Alto Commissario per l’Africa Orientale. Accusato di eccessiva prudenza quest’ultimo viene sostituito sul fronte eritreo dal maresciallo Pietro Badoglio che conduce le forze italiane allo scontro decisivo sul lago Ascianghi. La vittoria spinge gli italiani ad Addis Abeba, che viene raggiunta il 5 maggio 1936. Il 9 maggio anche l’altro troncone dell’esercito italiano comandato dal generale Rodolfo Graziani raggiunge la capitale etiopica
Lot # 1637 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Granatieri di Savoia – Littoria – Falso d’epoca (?). Medaglia portativa, con cambretta sagomata, per il 10 Reggimento dei Granatieri di Savoia. D/ legenda GRANATIERI DI SAVOIA ADDIS ABEBA al centro fiamma dei Granatieri con inciso il numero 10 intorno SAVOIA ITALIA IMPERO. R/ corona di lauro chiusa in basso da nastro al centro nodo Savoia e legenda LITTORIA 12.10.1936 A XIV E.F.. Medaglia in Bronzo (AE) (ø 32.5mm, 14.3gr.). Conservazione BB. Non sono conosciuti falsi di questa medaglia, pertanto crediamo si possa trattare di un falso d’epoca, in particolar modo vista la sua provenienza che è il Sudafrica e probabilmente il campo di internamento dei prigionieri italiani durante la Seconda guerra mondiale (WW2), cioè Zonderwater, è probabile che qualche granatiere abbia riprodotto la medaglia per poterla esibire avendo perso l’originale. Viene costituito il 12 ottobre 1936 in attuazione della circolare n. 23480/356 del 6 ottobre, presso il deposito del 1° Reggimento "Granatieri di Sardegna" su comando, tre reggimenti Granatieri, una batteria armi di accompagnamento da 65/17. La nuova unità viene assegnata alla Divisione "Granatieri di Savoia" affiancata dall'11° Reggimento Granatieri e dal 60° Reggimento Artiglieria per d.f. e destinata al presidio di Addis Abeba. Nell'agosto 1937 il I battaglione granatieri, al comando del Cap. Enrico Andreini, si imbarca a Massaua con destinazione la zona internazionale di Shangai per assolvere a compiti di mantenimento dell'ordine pubblico e rientra ad Addis Abeba nel dicembre 1938. Dall'aprile 1938 il II battaglione viene distaccato dal Reggimento per partecipare alle operazioni di "grande polizia coloniale" nella zona del Nilo azzurro, fra Shafartak e Uscitar, e rientra ad Addis Abeba nel giugno 1938. Nell'agosto 1938 il Reggimento modifica l'organico sostituendo il III battaglione granatieri con un battaglione alpini. Il Reggimento viene sciolto per eventi bellici il 27 marzo 1941 dopo aver preso parte ai combattimenti di Cheren, sul fronte eritreo
Lot # 1640 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Regio Esercito (REI) - Artiglieria da Campagna – Rara Variante. Medaglia portativa con appiccagnolo ed anello, emessa per il personale in congedo dell’Artiglieria da Campagna. D/ testa turrita dell’Italia tra fasci contrapposti e monti, sotto nastro ondulato, al centro MILITARE IN CONGEDO entro medaglia ornata da nastri aquila Savoia sotto R. ESERCITO ITALIANO, R/ 12° ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA, cannoni decussati sopra miccia infuocata, in alto legenda AVDERE VLTIMA. Medaglia in Bronzo (AE) (ø 28.3mm, 9,.1gr.). Conservazione SPL. Opus Francesco Giannone. Riferimenti Casolari XIV-189 (per la tipologia del dritto), non conosciuta con questo rovescio. l 1° novembre 1884 si costituisce in Capua (CE) il 12° Reggimento artiglieria da campagna, cambiando più volte organico nel corso degli anni. Nel 1895-96 invia in Eritrea ufficiali e soldati per completamento di unità, mentre nel 1911-1912 mobilita ed invia in Libia un Comando di Gruppo e personale per la formazione di tre batterie. L’unità partecipa alla Prima guerra mondiale operando nel 1915-1916 sul Carso goriziano e sull’Altopiano di Asiago, nel 1917 sull’Ortigara ed alla Bainsizza, nel 1918 alle battaglie del Piave e di Vittorio Veneto. Nel 1919, la 9a batteria del Reggimento partecipa in Libia alle operazioni di pacificazione. Nell'ottobre 1934 assume la denominazione di 12° Reggimento Artiglieria di Divisione di fanteria che muta poi, nel gennaio 1935, in 12° Reggimento Artiglieria della "Sila". Inserito nella Divisione di Fanteria "Sila" (27a), partecipa alla campagna in Africa settentrionale, distinguendosi nella battaglia dell’Endertà (Amba Aradam) e nelle operazioni del Tembien. Al termine dell'esigenza, rientra nella sede di Nola. Nel maggio del 1939 cambia ancora nome in 12° Reggimento Artiglieria "Savona" e l'11 settembre dello stesso anno è inviato in Africa Settentrionale. All'inizio della Seconda Guerra mondiale, il 10 giugno 1940, già inquadrato nella Divisione di fanteria "Savona" (55a) unitamente ai Reggimenti di fanteria 15° e 16° è dislocato in Libia nei pressi di El Azizia. Fra il novembre 1941 e l'inizio del 1942 tutte le unità divisionali partecipano a notevoli fatti d'arme che determinano gravi perdite ed il 17 gennaio, a causa degli eventi bellici, il 12° Reggimento viene sciolto dopo aver meritato una Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Bandiera.
Lot # 1641 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista - Rosa d’Inverno - Rara. Medaglia non portativa, dalla particolare forma stondata, emessa per ricordare la gara motociclistica denominata Rosa d’Inverno. Al dritto stelo con rosa sbocciante e una in bocciolo legenda IV ROSA D’IVERNO in basso a s. LORIOLI CASTELLI sotto C A. Al rovescio motociclistica in corsa sotto Porta Trionfale e legenda 15 GENNAIO 1933 XI. Medaglia in Bronzo argentato (AE) (ø 51mm, 48.4gr.). Conservazione SPL/FDC. Riferimenti Casolari XI-116 (variante per il metallo). Rara (R). La manifestazione, denominata “Esposizione internazionale dell’automobile e del ciclo”, debuttò a Milano nel lontano 5 maggio del 1901 anche se è solo dal 1914 che inizierà a chiamarsi “Salone del ciclo e motociclo” avendo come sede il Kursaal Diana e poi, a causa della guerra, si spostò presso la sede del “Veloce Club Milano”, cioè nel Palazzo del Parlamento, dove fu organizzato fino al 1939. Dal 1957 al 1988 si passò alla scadenza biennale ritornando annuale dal 2005, con sessioni specifiche per bici e moto. Dal 1930, in concomitanza con il salone, si è tenuta nel capoluogo lombardo il mitico motoraduno invernale denominato “Rosa d’Inverno”, fiore all’occhiello della manifestazione, meeting fra i più significativi e partecipati a livello internazionale con motociclisti provenienti da molte parti d’Italia e anche dall’estero. La denominazione stessa “Rosa d’inverno” fu data perché il motoraduno agli inizi si svolgeva nel fondo dell’inverno, prima a gennaio e in seguito a dicembre, proprio per dimostrare che i centauri erano in grado di sfidare i rigori stagionali e, soprattutto, che il mezzo a due ruote (ciclomotore, scooter, motocicletta, sidecar, motocarro) poteva essere usato e utilizzato in ogni periodo dell’anno. Per decenni è stato l’appuntamento per i “veri” appassionati della motocicletta, una sfida-show fra i principali club e moto-club. Giunti da ogni dove, i partecipanti, dopo centinaia e centinaia di chilometri, per lo più di notte e sotto le intemperie, si ritrovavano all’alba in Piazza Castello e poi in mattinata sfilavano rombanti per le vie del centro di Milano finendo a Piazza Duomo davanti alle autorità civili, militari e religiose, con benedizione del vescovo, discorsi del sindaco e del ministro di turno, del presidente Fmi, premiazioni di ogni tipo: insomma una gran festa fra ali plaudenti di cittadini che gridavano i nomi dei campioni sempre presenti sui loro bolidi, compreso Giacomo Agostini, in testa al corteo sulla MV Agusta GP 500 4 cilindri. I Club organizzavano la trasferta milanese con grande anticipo. La parte del leone, oltre ai Moto Club lombardi, piemontesi, liguri e veneti, spettava a quelli toscani, emiliani e marchigiani in particolare una “guerra” benigna ultradecennale fra romagnoli e pesaresi con sfide che dal piano tecnico sulle moto delle varie Case e dalle confusioni fra fan sui campioni di turno passavano a quello culinario, con abbondanza di sangiovese e lambrusco, piadine e tigelle, prosciutti e culatello, salsicce e pesce fritto.
Lot # 1643 - Medaglie Italiane – Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III (1900-1945) - Ventennio Fascista – Scuola Allievi Ufficiali Complemento – Salerno - Molto Rara (RR). Medaglia non portativa, di grande formato, emessa per ricordare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Salerno. D/ legenda SCUOLA ALL.I UFFICIALI DI COMPLMENTO SALERNO A. XII E.F. su targa sorretta da un’aquila ad ali aperte con corona, sulla s. fascio littorio stilizzato R/ baionetta e bandiera sventolante, a s. stellone italico, in basso REGINA PROELII e S. JOHNSON a d. MARTELLI FAVALLI. Medaglia in Bronzo (AE) (ø 43.4mm, 35.9gr.). Conservazione SPL. Non censita nei repertori da noi consultati. Molto Rara (RR). La caserma era stata costruita a fine secolo XIX, e dedicata al Re Umberto I dopo i fatti di Monza del 1901, fu la caserma cittadina che ospitò i militari 63º 64º Reggimento Fanteria della Brigata Cagliari che combatterono la guerra itala turca e poi la grande guerra. Negli anni che seguirono la caserma Umberto I, divenne scuola per gli allievi ufficiali di complemento. Eravamo nel ventennio fascista durante il quale il reclutamento degli ufficiali di complemento avveniva spesso attraverso i gruppi universitari fascisti, GUF. Per la leva degli studenti universitari erano previsti sei mesi di servizio da soldato, effettuato presso il reggimento d’inquadramento, un periodo utile al conseguimento del grado intermedio di sergente, mentre i successivi sei mesi erano inviati a Salerno per fare un percorso formativo nella Caserma Umberto I. A fine corso essi sostenevano degli esami per accedere al grado di “sottotenente di prima nomina”. La caserma cittadina era utilizzata da giovani provenienti dalle più disparate località della penisola in possesso già di una buona cultura di base spesso già a livello universitario. Il loro percorso formativo nella Scuola ufficiali era vissuto alla stregua dell’ingresso in una piccola accademia militare, perché per molti aspetti di ordine e disciplina ne imponeva le caratteristiche
Lot # 1651 - Medaglie Italiane – Regno D’Italia- Vittorio Emanuele III (1900-1945) – Ventennio Fascista – Mario Gioda. Medaglia, portativa con appiccagnolo ed anello, emessa dal Gruppo Rionale Fascista Mario Gioda. D/ Fascio littorio di tipo imperiale a s. G.R.F. MARIO GIODA a d. A. XI intorno corona di alloro. R/ CASTAGNATA castagne in basso e ramo di castagno in alto. Realizzata in bronzo (AE) (Ø 21mm, 4.5g.). Conservazione BB/SPL. Giuseppe Mario Gioda (Torino, 7 luglio 1883 – Torino, 28 settembre 1924) è stato un politico, giornalista e pubblicista italiano. Socialista anarchico, iniziò lavorando come operaio tipografo. Sufficientemente scolarizzato, ebbe per tutta la vita la passione giornalistica collaborando all'inizio con giornali locali di ispirazione socialista e anarchica. Nel 1912 aderì all'Unione Sindacale Italiana (Usi) che, capitanata da Filippo Corridoni e Alceste de Ambris, si scisse dalla gradualista CGdL. Molti di quegli uomini (tra cui Gioda) nel 1914 divennero interventisti contrapponendosi al neutralismo dei socialisti italiani. Furono ben presto seguiti da Benito Mussolini, l'allora direttore dell'Avanti!. Rimonta a quel periodo l'amicizia tra Gioda e Mussolini e la conseguente collaborazione del primo come corrispondente, da Torino, del Popolo d'Italia che, dopo la cacciata dal Partito Socialista Italiano, il futuro Duce aveva fondato. Sempre nel 1914 pubblica il libro Torino sotterranea illustrata che, con prosa futurista, descrive la vita dei sobborghi della città sabauda. Nel 1915 Mario Gioda partì volontario, pochi mesi dopo l'entrata in guerra dell'Italia, ma fu tuttavia esonerato dal fronte dopo un anno per motivi di salute (l'inizio della leucemia che lo porterà alla morte nel 1924). Terminata la guerra si impiegò alla Reale Mutua Assicurazioni di Torino come impiegato, pur continuando a svolgere il compito di corrispondente. Sezione torinese degli Arditi: all'estrema sinistra, di profilo, Mario Gioda, al centro Carlo Cherasco. Nel 1919 partecipò alla fondazione dei Fasci italiani di combattimento di Mussolini in Piazza San Sepolcro a Milano e per questo potrà fregiarsi del titolo di Sansepolcrista. Fondò, sempre in quell'anno, con pochi seguaci, il movimento fascista di Torino, composto all'inizio da piccoli borghesi e operai. Fervente mussoliniano, lo appoggiò nel portare avanti il “Patto di pacificazione”. In antitesi con De Vecchi ebbe alterne vicende a Torino, stigmatizzò con Massimo Rocca i fatti di Torino del 1922, quando le squadre di Brandimarte, prendendo a pretesto una sparatoria tra fascisti e comunisti, compirono un vero e proprio eccidio tra gli oppositori. In un primo tempo sembrò che Mussolini dovesse dare ragione a quei fascisti che si dichiararono revisionisti (Massimo Rocca). In un secondo tempo, pur sciogliendo le squadre, le sostituì con la milizia, di cui però diede il comando proprio a Piero Brandimarte e al suo mentore Cesare Maria De Vecchi. Mario Gioda fu eletto deputato alle elezioni del 1924, sedendo in Parlamento solo per qualche mese, prima che la malattia prendesse il sopravvento. Morì a Torino in quello stesso anno a 41 anni. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino (prima ampliazione).(
Lot # 1679 - Medaglie Estere – Belgio – Regno – WW1. La medaglia commemorativa della guerra 1914-1918 (francese: Médaille Commémorative de la Guerre 1914-1918, olandese: Oorlogsherinnerinsmedaille 1914-1918) è stata una medaglia di guerra commemorativa belga istituita con decreto reale il 21 luglio 1919 e assegnata a tutti i membri della guerra belga. Forze armate che prestarono servizio durante la Prima guerra mondiale e che potevano beneficiare della medaglia della vittoria interalleata. La medaglia belga commemorativa della guerra del 1914-1918 fu coniata in bronzo, era alta 47 mm e larga 31 mm, di forma triangolare e con i lati arrotondati. Sul dritto, il profilo sinistro in rilievo di un soldato con l'elmo all'interno di una rientranza circolare di 29 mm di diametro, l'elmo ornato di allori. Tra la rientranza circolare e l'angolo in basso a sinistra della medaglia, la data in rilievo "1914", nell'angolo in basso a destra, la data in rilievo "1918". Nel punto superiore del triangolo, sopra la rientranza circolare, sono raffigurate in rilievo le immagini di un leone rampante con un ramo di quercia alla sua sinistra e uno di alloro alla sua destra. Sul retro, in alto, l'immagine in rilievo di una corona circondata dagli stessi rami del leone sul dritto, sotto la corona, l'iscrizione semicircolare in rilievo in francese su due file sopra il grande rilievo data "1914 – 1918", "MEDAILLE COMMEMORATIVE / DE LA CAMPAGNE", l'iscrizione ripetuta in olandese sotto le date "HERDENKINGSMEDAILLE / VAN DEN VELDTOCHT" (MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA CAMPAGNA 1914 – 1918). Coniata in bronzo (AE) con nastrino bicolore d’epoca (Dimensioni 47x31mm, 21.2g.). Riferimenti Barac 146 variante con il nome dell’incisore. Conservazione BB.
Lot # 1680 - Medaglie Estere – Belgio – Regno – WW1. La Medaglia della Vittoria è la variante belga della Medaglia della Vittoria Inter-Alleata 1914–1918 (francese: "Médaille de la Victoire 1914–1918", olandese: "Zegemedaille 1914–1918") era una medaglia di guerra commemorativa belga istituita con decreto reale il 15 Luglio 1919 e assegnato a tutti i membri delle forze armate belghe che prestarono servizio durante la Prima guerra mondiale. Successivi decreti reali ampliarono l'elenco dei potenziali destinatari per includere il servizio nelle campagne africane e in circostanze speciali, ai membri della marina mercantile e la flotta da pesca ne furono assegnate 350.000. Lo scultore belga Paul Du Bois è stato responsabile del design. La medaglia della vittoria interalleata belga 1914-1918 era una medaglia circolare in bronzo dorato di 36 mm di diametro. Il suo dritto recava una vittoria alata in piedi su un globo, con le braccia e le ali spiegate, che guardava la Terra. Il rovescio recava, sovrapposti ad una corona d'alloro, gli stemmi degli Alleati, partendo dal centro in alto e procedendo in senso orario, Terza Repubblica francese, Stati Uniti, Impero del Giappone, Regno di Grecia, Brasile, Serbia, Portogallo, Regno d'Italia, Regno Unito e, al centro, lo stemma reale del Belgio. Lungo la circonferenza esterna, l'iscrizione bilingue in rilievo in francese e olandese "LA GRANDE GUERRA PER LA CIVILISAZIONE" (francese: LA GRANDE GUERRE POUR LA CIVILISATION", olandese: "DE GROOTE OORLOG TOT DE BESCHAVING"). La medaglia era sospesa da un anello attraverso un anello di sospensione da un nastro di seta moiré color arcobaleno largo 38 mm comune alle medaglie della vittoria interalleate 1914-1918 di tutti gli alleati della prima guerra mondiale. Coniata in bronzo (AE) con nastrino multicolore d’epoca con spilla da balia (ø 36.3mm, 22.5g.). Riferimenti Barac 144. Conservazione BB.